Di scena al Petruzzelli Romeo e Giulietta della compagnia Les Ballets de Montecarlo


BARI - Venerdì 4 febbraio alle 20.30 è in programma. la prima di Romeo e Giulietta di Sergej Prokof'ev della compagnia Les Ballets de Montecarlo.

Tratto dalla celebre tragedia di William Shakespeare, è la coreografia che meglio descrive il mondo creativo di Jean-Christophe Maillot che rivisita un grande classico della danza, grazie alla scelta di una narrazione moderna, di grande energia espressiva.

Le coreografie sono di Jean-Christophe Maillot, le scene di Ernest Pignon, i costumi di Jerome Kaplan, il disegno luci di Dominique Drillot.

Le repliche sono in programma sabato 5 febbraio alle 16.30, sabato 5 febbraio alle 20.30 e domenica 6 febbraio alle 18.00.

I biglietti per questo bellissimo spettacolo di teatro danza sono disponibili al botteghino del Teatro Petruzzelli e su www.vivaticket.it.

Per gruppi composti da un minimo di 15 persone è possibile effettuare una prenotazione scrivendo all’indirizzo prenotazionegruppi@fondazionepetruzzelli.it 

ORARI DI APERTURA BOTTEGHINO: dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00 e la domenica dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19:00.

E-mail: botteghino@fondazionepetruzzelli.itTelefono: 080.9752810.

Romeo e Giulietta, la versione di di Jean-Christophe Maillot

Partendo dall’idea che tutti conoscono Romeo e Giulietta, Jean-Christophe Maillot ha adottato una prospettiva coreografica che evita di parafrasare il monumento letterario di Shakespeare, che basta a se stesso. Piuttosto che seguire passo passo la disputa fra Capuleti e Montecchi fino al suo tragico epilogo, il coreografo rivisita la tragedia seguendo un punto di vista origina- le. Il balletto ci trasporta nell’animo tormentato di Frate Lorenzo, il quale, desiderando fare del bene, alla fine provoca invece la morte dei due amanti. Romeo e Giulietta di Jean-Christophe Maillot è il flash back di quest’uomo di chiesa sconvolto che, alla fine del dramma, si chiede come si è potuti arrivare a tanto. Questo punto di partenza la dice lunga sulla sensibilità del coreografo, che interpreta Romeo e Giulietta non come un conflitto sociale o una lotta tra clan regolata da un codice d’onore, ma al contrario come un dramma fortuito che fa morire due ragazzi più presi dai giochi dell’amore che da quelli dell’odio.

Nel balletto di Jean-Christophe Maillot, i Capuleti e i Montecchi si assomigliano molto. Hanno sedici anni, sono pieni di eccessi e si provocano per strada, più per divertimento che per volontà di nuocersi intenzionalmente. Le loro risse non sono mai violente. Sono tutt’al più dei buffetti che permettono loro di identificarsi attraverso una rivalità tra due bande che nessuno prende veramente sul serio, nemmeno Tebaldo e Mercuzio, i più veementi di questi adolescenti. Purtroppo un giorno il gioco sfugge di mano. Viene inferto un colpo mortale che precipita i protagonisti in una spirale di violenza. Prima che assassini, questi protagonisti sono dei ragazzini, che Jean-Christophe Maillot ci mostra trasportati dall’amore mentre agiscono in modo impulsivo senza pensare alle conseguenze. Romeo è irresponsabile, disorientato dalla scoperta di un amore nuovo che gli fa dimenticare le sue precedenti conquiste. Quanto a Giulietta, è la prima volta che si innamora. Le sensazioni che lei scopre sono talmente potenti che Romeo non è solo un amante: è l’Amore. Un amore assoluto in confronto al quale non esiste più nulla.

Questo straripamento della ragione ha ispirato a Jean-Christophe Maillot una coreografia che sconvolge i codici della danza classica in ciò che ha di più tradizionale, ma che conserva il suo slancio, la sua energia e la sua grazia senza tempo. Questa riflessione in atto in Romeo e Giulietta è una pietra angolare del repertorio di Jean-Christophe Maillot: un vocabolario classico con una sintassi contemporanea sempre al crocevia di molteplici discipline artistiche.

Trattandosi di Romeo e Giulietta, la sintassi è chiaramente cinematografica. Il balletto prende in prestito dalla settima arte numerosi strumenti: il flash-back, che ci permette di immer- gerci nell’introspezione di Frate Lorenzo, o il fermo immagine e il rallentatore. Si noterà allo stesso modo che lo spettacolo non è mai presentato in maniera frontale. I danzatori compiono le loro evoluzoni seguendo delle diagonali e non si rivolgono mai verso il pubblico… perché ricordano che un attore non guarda mai in camera. Infine, ciascun danzatore del corpo di ballo possiede il proprio (secondo) ruolo e può distaccarsi dagli altri attraverso un’azione singola. Per quanto riguarda i ruoli principali, sono interpretati da danzatrici, il che fa dire a Jean-Christophe Maillot che il suo Romeo e Giulietta è prima di tutto «un balletto di donne». Giulietta, Madonna Capuleti, Rosalina, la nutrice… queste donne sono vicine le une alle altre

e si distinguono più per la loro danza che per la loro maturità. I padri in compenso sono quasi assenti nella riscrittura coreografica di Jean-Christophe Maillot e il principe di Verona è stato eliminato. Anzi, nel 1986, nel momento in cui immagina a Tours la prima versione del suo bal- letto (su una musica contemporanea di Michel Beuret), il coreografo intitola la sua opera Giu- lietta e Romeo, indicando chiaramente che sono le donne a tenere le redini di questa storia.

Questa narrazione che serve da colonna vertebrale al suo balletto, Jean-Christophe Maillot la rende comprensibile grazie alla scenografia depurata di Ernest Pignon-Ernest, che libera la danza dai suoi accessori inutili. Qui non ci sono fialette, veleno, coltelli, balconi fioriti che farebbero assomigliare Romeo e Giulietta a un film di cappa e spada. Gli unici accessori necessari per il coreografo sono i nostri affetti, le nostre passioni, il ricordo   ostinato dei nostri primi amori e una piccola banda di allegri burattini.

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