BARI - “Emergenza Pronto Soccorso nella ASL di Taranto, la situazione è critica in tutti gli ospedali dove manca il 50% degli operatori sanitari, mentre in questa quarta ondata Covid servirebbe addirittura potenziale gli organici. Al Santissima Annunziata di Taranto, in modo particolare, sono a rischio gli accessi, soprattutto quelli ‘rossi’ che richiedono tempestività, sulla carta ci dovrebbero essere 5 medici per turno, ma di fatto è una fortuna se ce ne sono 2 (spesso con turni di 12 ore ed il primario in turno come gli altri). Occorrono iniziative urgenti, non si può continuare a trasferire momentaneamente medici da altri reparti, intanto perché non si possono scoprire altre specialità ospedaliere che sono in sofferenza e che il Ps devono contare su personale stabile non provvisorio". Così in una nota il consigliere regionale Renato Perrini (FdI).
“Non sfuggono le difficoltà di reperire personale - prosegue -, ma qualche soluzione ci potrebbe essere: potrebbe essere incentivato economicamente il lavoro ai PS come è stato fatto in passato quando la Regione finanziò la partoanalgesia con 90 euro l'ora; oppure si potrebbe aprire ai privati ai quali trasferire i codici minori in modo da alleggerire i PS dei grandi ospedali; e ancora si potrebbero mobilitare gli specializzandi in accordo con l'Università ed autorizzare i giovani medici USCA che spesso sarebbero disponibili a più ore di lavoro per l'emergenza specifica. Senza contare il ricorso a medici di famiglia che potrebbero essere disponibili".
“Possibile che i vertici della Sanità pugliese non avvertano la gravità di quanto sta avvenendo nei PS pugliesi? Quello che sta demoralizzando, soprattutto gli operatori sanitari, è anche la mancanza di prospettive e iniziative. Per questo ho chiesto l’audizione urgente in Commissione Sanità dell’assessore alla Sanità, Emiliano, e del direttore del Dipartimento Montanaro, per capire come intendono organizzarsi in nuovi e adeguati percorsi. Altrimenti tra un po’ i PS dovranno essere chiusi per mancanza di personale", conclude Perrini.
“Non sfuggono le difficoltà di reperire personale - prosegue -, ma qualche soluzione ci potrebbe essere: potrebbe essere incentivato economicamente il lavoro ai PS come è stato fatto in passato quando la Regione finanziò la partoanalgesia con 90 euro l'ora; oppure si potrebbe aprire ai privati ai quali trasferire i codici minori in modo da alleggerire i PS dei grandi ospedali; e ancora si potrebbero mobilitare gli specializzandi in accordo con l'Università ed autorizzare i giovani medici USCA che spesso sarebbero disponibili a più ore di lavoro per l'emergenza specifica. Senza contare il ricorso a medici di famiglia che potrebbero essere disponibili".
“Possibile che i vertici della Sanità pugliese non avvertano la gravità di quanto sta avvenendo nei PS pugliesi? Quello che sta demoralizzando, soprattutto gli operatori sanitari, è anche la mancanza di prospettive e iniziative. Per questo ho chiesto l’audizione urgente in Commissione Sanità dell’assessore alla Sanità, Emiliano, e del direttore del Dipartimento Montanaro, per capire come intendono organizzarsi in nuovi e adeguati percorsi. Altrimenti tra un po’ i PS dovranno essere chiusi per mancanza di personale", conclude Perrini.