BARI – “L’escalation dei prezzi dell’energia è un problema largamente sottostimato. Le misure sin qui messe in campo, a livello nazionale, per calmierare gli incrementi, non sono neanche lontanamente sufficienti a compensare l’impatto sul nostro sistema produttivo. Rischiamo seriamente di aver preservato le nostre aziende in questo biennio di pandemia solo per consegnarle al default a causa dello shock energetico”.
Così Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia, commenta il caro energia che sta colpendo il Paese. Basti pensare che, solo nel periodo settembre-dicembre 2021, il costo dell’energia è aumentato al punto da comportare aumenti in bolletta del 65% per l’elettricità e del 59,2% per quella del gas: aumenti ancor più elevati se si prende in considerazione l’incremento su base annuale.
Da tempo Confartigianato denuncia il problema storico degli squilibri nella struttura della bolletta energetica e, in particolare, il peso dei c.d. oneri di sistema.
Le misure che il Governo sembra essere in procinto di adottare, con il prossimo decreto sostegni e il conseguente abbattimento di tali oneri di sistema rischiano di non bastare. I progressivi rincari della materia prima, energia e gas, sono tali da imporre interventi e soluzioni emergenziali. L’evoluzione dello scenario internazionale, con le fortissime tensioni tra Russia Ucraina, potrebbe dare il colpo finale, con un ulteriore, fatale rialzo delle borse elettriche e del gas.
La proiezione dell’associazione pugliese è che senza interventi più impattanti, lo shock energetico in corso, stimato come il terzo più importante dopo quelli del 1974 e del 1979, rischia di mandare sul lastrico migliaia di aziende.
“In questi primi giorni dell’anno, con una tempistica che va di pari passo con l’emissione delle fatture, abbiamo raccolto il grido di allarme di tanti associati che hanno visto lievitare in maniera esponenziale gli importi in bolletta, in alcuni casi più che raddoppiate rispetto all’importo dei mesi precedenti.
Secondo Sgherza – tante aziende, a conti fatti, anziché recuperare un po’ di liquidità dopo lunghi mesi di crisi, hanno amaramente scoperto di aver lavorato in perdita a dicembre. Questo vale in particolar modo per alcune categorie produttive - principalmente quelle della manifattura ma anche alcuni pubblici esercizi - per cui l’approvvigionamento energetico costituisce quota parte rilevante del processo produttivo.
Per queste aziende è necessaria una tutela immediata che si aggiunga a quella prevista dal Governo: una tutela che consenta, ad esempio, di reggere l’enorme peso delle bollette già emesse, in termini di immissione di liquidità e supporto alla rateizzazione degli importi.
La spirale energetica è un’altra conseguenza della pandemia: per questo – ha concluso Sgherza – insieme alle altre associazioni maggiormente rappresentative solleciteremo anche la Regione. Se non verranno adottate misure tempestive, migliaia di imprese pugliesi rischiano il default”.
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