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BARI - "Come in “Blade Runner” (Ridley Scott, 1982), negli hub vaccinali ogni giorno vedo cose che voi umani manco immaginate…".
Cosa, esattamente?
"Gente che accusa strani effetti collaterali, si-vax pentiti che vogliono restituire il vaccino, c’è anche chi chiede di fare direttamente la 3a dose, tossici che, come nel film di Totò “Siamo uomini o caporali?”, si rimettono in fila per un’altra dose, depistati e illusi dal quadrifoglio scambiato per erba di buona qualità, aggratis, bypassando il pusher… E le ragazze?".
Le ragazze?
"Pare la fashion-week, collezione primavera-estate: pellicce, gioielli, tacco 12, minigonne audaci, scollature abissali, push-up, capelli sciolti, profumo da serata wild sex...".
La variante Omicron fa paura?
"Non come la Sigma, che verrà dopo, e poi la Tau, giù fino a Omega, quando saremo tutti vecchi o morti: l’alfabeto greco ha ben 24 lettere, in fondo ne abbiamo passate solo due: Delta e Omicron. Come dicevano i Latini: “Pandemia che tende, pandemia che rende”.
Francesco Greco dal giornalismo al cabaret. Coltiva da sempre (a livello amatoriale) la passione per la recitazione: teatro classico e moderno, impegnato e brillante, ma ha anche scritto testi rappresentati da compagnie di tutt’Italia (“Cunzerva mara” e “Mare nero”, per esempio). I duri lockdown di questi tempi, con le giornate da riempire, glielo hanno ricordato.
Si ricorda la prima volta sul palcoscenico?
"E come si fa a dimenticare le prime volte? Era in III elementare, quando si studiava la storia di Roma: il Maestro Gino Meuli da Salve mise su uno spettacolo in cui interpretavo Brenno, il re dei Galli, quello che butta la spada sulla bilancia e chiede l’oro ai Romani. La spada era di legno, me l’ero fatta da solo a bottega dal falegname, Maestro Ersilio".
Come si intitola lo spettacolo?
"”Non mi fate parlare!”: il titolo non è mio, è di un amico d’infanzia, l’ematologo Cosimino Del Casale".
E di cosa parla?
"Politica, Storia, religione e, ovvio, di pandemia".
Ci sono i protagonisti della nostra società e della vita quotidiana?
"C’è Berlusconi che vuol andare al Quirinale, Salvini ossessionato dai migranti, Grillo e i 5 Stelle, Conte e la Ferragni, Fede e Brunetta, Gesù e Papa Francesco, il cane della Cirinnà esperto di criptovalute, Travaglio e il ddl Zan, Greta Thunberg col suo bla bla bla, Nerone, Cesare e Cleopatra, Rihanna e Shakira e perfino Mario Draghi, Sandro Ciotti, Totti, Gualtieri, la Raggi, etc".
Qual’è la cifra espressiva dello spettacolo?
"La leggerezza, l’umorismo, di cui c’è tanto bisogno per ripartire e non pensarci. La tecnica quella del “one man show” o, se si preferisce, omaggiando un genio come Gigi Proietti, “A me gli occhi, please!”".
Lascerà il giornalismo per il cabaret?
"Assolutamente no, continuerò a fare il mio mestiere come sempre. Mario Gismondi mi voleva bene come a un figlio, Enrico Ameri, Nando Martellini mi apprezzavano, come Ezio Mauro e Ferruccio de Bortoli. Un giorno il grande Montanelli mi scrisse che sono nato per farlo…".