"Per questo - prosegue Marti -, la prossima settimana insieme ai consiglieri regionali della Lega, faremo un incontro di approfondimento al MiC con il Sottosegretario Lucia Borgonzoni e gli uffici competenti. È strano, infatti, che alla competente direzione del Ministero sfugga che la legge nazionale istitutiva del "piano casa" e la Conferenza Stato Regioni non ha escluso l'applicazione della norma nel caso di aree sottoposte a vincolo paesaggistico ma solo in tre specifici casi: 1) abusi edilizi già realizzati, 2) centri storici 3) zone a inedificabilità assoluta. Le Regioni e i Comuni hanno poi la facoltà (non l'obbligo!) di escludere o limitare, eventualmente in altri tipi di aree (come per esempio quelle con vincolo paesaggistico) lo strumento in questione. Infine il Ministero dei Beni Culturali attraverso le locali Soprintendenze, esprime un parere vincolante sulla compatibilità degli interventi legati al piano casa in tutti i casi in cui questi ricadano in aree soggette a vincolo paesaggistico proprio per salvaguardare il contesto naturale di riferimento".
"Per tali ragioni - spiega - consideriamo la posizione espressa da alcuni uffici del Ministero dei Beni Culturali esclusivamente ideologica e pericolosa perché tesa a bloccare lo sviluppo e gli investimenti che il piano casa produce. Al contrario siamo convinti che l’applicazione del piano casa, proprio in alcune aree “sensibili”, favorisca interventi di restauro “sostenibile ed eco compatibile”, che consentono di migliorare e recuperare immobili esistenti e fatiscenti, spesso abbandonati, liberando così il paesaggio da situazioni di degrado. Tutto ciò risponde chiaramente a quelli che erano gli obiettivi del legislatore, quando ha ideato tale strumento per ridurre il consumo di nuovo suolo non urbanizzato grazie alla rigenerazione dell’esistente. Non serve, dunque - conclude Marti -, alimentare una contrapposizione tra istituzioni e ancor di più inaugurare una stagione di inutili e interminabili ricorsi e controricorsi, che in un periodo di ricostruzione come quello che viviamo, alimenterebbe solo la sfiducia bloccando progetti e investimenti”.