'Into the night': recensione del successo del colosso dello streaming Netflix


VINCENZO NICOLA CASULLI
- D'un tratto il Sole diventa una minaccia per l'umanità. Avvelena. Uccide. E per sopravvivere bisogna scappare. Così le tenebre divengono elemento salvifico. Vivere nella notte è l'unica possibilità. "Into the night".

Questo è il fil rouge della nuova serie targata Netflix, creata da Jason George e ispirata al romanzo del 2015 “The Old Axolotl” dell’autore polacco Jacek Dukaj.

La storia narra di un gruppo di passeggeri di un aereo diretto a Mosca, che viene dirottato da un militare italiano che lavora alla Nato e che dichiara di essere a conoscenza di una minaccia proveniente dai raggi del Sole, capaci di provocare una morte istantanea per il genere umano. La serie ammalia per il suo ritmo da thriller molto serrato, in cui le dinamiche personali dei viaggiatori si intrecciano con la vita comune sul velivolo, il tutto finalizzato a contrastare la morte, destino inesorabile rappresentato, per l'appunto, dal sorgere dell'alba.

La serie racconta una vicenda surreale di genere apocalittico, ma viene gestita sapientemente dagli autori, che sono stati in grado di dare una spiegazione convincente in merito agli antefatti che hanno portato al verificarsi dell’emergenza, tenendo incollati gli spettatori allo schermo con un ritmo frenetico di avvenimenti e ostacoli da superare.

La trama risulta avvincente e riesce a conservare la propria forza narrativa per tutti i sei episodi, coinvolgendo il pubblico, che, desideroso di sapere come i protagonisti riusciranno a risolvere le situazioni, è portato a vedere tutto d’un fiato gli episodi. Il finale, peraltro, risulta essere fortemente evocativo, in quanto dimostra la forza prorompente della natura, ma lascia spazio ad una seconda serie che si prospetta ugualmente avvincente. To be continued.

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