Qual è il regime giuridico delle materie prime termali della Salina di Margherita di Savoia? Lo chiedono al presidente Emiliano e all’’assessore al Demanio e al Patrimonio, attraverso una dettagliata e documentata interpellanza urgente, i consiglieri regionali della Lega Puglia Davide Bellomo, Giacomo Conserva, Gianfranco De Blasi e Joseph Splendido.
Una domanda quasi retorica, a giudicare da una ricostruzione storica e giuridica che dimostra in maniera inequivocabile la demanialità dei beni e l’aberrazione di due atti aggiuntivi alla concessione stipulati tra una società per azioni, la ATISALE spa, e una società a responsabilità limitata, la Terme di Margherita di Savoia srl. Un’anomalia che farebbe di quello in oggetto l'unico caso in Italia di materie prime termali private.
Nella vicenda, che ha origine nel lontano 1922 con la concessione tramite atto ministeriale al Comune “di una parte delle acque madri di risulta della lavorazione della locale Salina, per adibire le stesse ad uso terapeutico”, entra in gioco nel 1947 come sub-concessionaria la Società Terme di Margherita di Savoia. Anche se una successiva decisione del Consiglio di Stato, pronunciata nel 1966, ribadiva che il rapporto esisteva esclusivamente tra l’Amministrazione dei Monopoli e quella comunale. Quando però nel 1997 il sindaco richiedeva il rinnovo della concessione, non otteneva alcuna risposta. Inspiegabilmente, la proroga fino al 2021 veniva data alla società Terme Margherita di Savoia, erroneamente considerata subentrata al Comune. Una situazione resa ancora più complicata dallo scorporo del ramo d’azienda relativo alle attività produttive, commerciali e distributive dei tabacchi e del sale dall’Amministrazione dei Monopoli di Stato al costituito Ente Tabacchi Italiani. Quest’ultimo, trasformato successivamente in società per azioni, conferì i cespiti per il comparto sale alla propria controllata ATISALE spa. Nel 2003, nel quadro della dismissione delle attività non strategiche di ETI, venne ceduto alla Salapia srl l’intero pacchetto azionario di ATISALE. Con due atti, del 2004 e del 2006, la stessa ATISALE, che inopinatamente si ritenne titolare del precorso rapporto giuridico di natura pubblicistica, stipulò con la società Terme di Margherita di Savoia, due atti aggiuntivi alla convenzione per lo sfruttamento in esclusiva delle acque madri e dei fanghi delle saline, prevedendo la proroga prima fino al 31 dicembre 2021 e poi fino al 2029. Arrivando addirittura a ipotizzare, in caso di nuova convenzione tra ATISALE ed ETI, il rinnovo fino al 2050.
Una situazione imbarazzante nella sua stravaganza, con una potestà concessoria e la titolarità di beni demaniali “transitate” in maniera illegittima in capo a privati.
I consiglieri della Lega Puglia si chiedono dunque quali provvedimenti – anche sanzionatori – saranno adottati dal Governo regionale in caso di auspicabile condivisione e accoglimento delle tesi contenute nel loro articolato documento di sindacato ispettivo.