Arpal, Fratelli d’Italia: “Cassano deve aver temuto la nostra visita nel suo ufficio se finalmente sta procedendo al rinnovo dei contratti”
BARI - “Vista la celerità (si fa per dire) della soluzione, il direttore generale dell’Arpal, Massimo Cassano, deve aver temuto davvero che i componenti della Commissione Lavoro, su nostra proposta, si presentassero oggi stesso all’agenzia per conoscere i motivi per i quali non rinnovava fino a giugno 2022 i contratti per i 200 lavoratori somministrati ARPAL, scaduti il 21 dicembre scorso, nonostante il rinnovo e la spesa fossero stati approvati dal Consiglio regionale in sede di Bilancio perché fosse garantita, nelle more delle assunzioni del concorso, la continuità amministrativa dei centri per l’impiego". E' la dichiarazione congiunta dei sei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia.
Poi proseguono: "La nostra proposta - pure accolta dal consigliere del Pd, Mazzarano, che aveva chiesto audizione di Cassano e assessore al Lavoro, Leo, e dal presidente della Commissione, Metallo, nasceva dopo aver visto l’andamento dei lavori e aver capito che la stessa maggioranza consiliare e quella di governo regionale consideravano intollerante e non istituzionale il comportamento di Cassano, che non solo non rinnovava i contratti ma non si presentava in audizione nonostante la gravità della situazione, con 200 persone licenziate che avrebbero potuto portare a casa altri sei stipendi, ma soprattutto essere utili ai CPI. Una situazione che richiedeva tempestività e non attesa di un’altra settimana per audire il dg Cassano, di qui: andiamo noi all’Arpal subito! Ma non sarà necessario, o meglio speriamo che non sia necessario: Cassano ha promesso che nei prossimi giorni avvierà procedure di rinnovo, ma 40 giorni sono già persi dal 21 dicembre. Speriamo non se ne perdano molti altri. A vantaggio di chi poi? Non certo dei cittadini che si rivolgono ai Centri per l’Impiego”, concludono.
Poi proseguono: "La nostra proposta - pure accolta dal consigliere del Pd, Mazzarano, che aveva chiesto audizione di Cassano e assessore al Lavoro, Leo, e dal presidente della Commissione, Metallo, nasceva dopo aver visto l’andamento dei lavori e aver capito che la stessa maggioranza consiliare e quella di governo regionale consideravano intollerante e non istituzionale il comportamento di Cassano, che non solo non rinnovava i contratti ma non si presentava in audizione nonostante la gravità della situazione, con 200 persone licenziate che avrebbero potuto portare a casa altri sei stipendi, ma soprattutto essere utili ai CPI. Una situazione che richiedeva tempestività e non attesa di un’altra settimana per audire il dg Cassano, di qui: andiamo noi all’Arpal subito! Ma non sarà necessario, o meglio speriamo che non sia necessario: Cassano ha promesso che nei prossimi giorni avvierà procedure di rinnovo, ma 40 giorni sono già persi dal 21 dicembre. Speriamo non se ne perdano molti altri. A vantaggio di chi poi? Non certo dei cittadini che si rivolgono ai Centri per l’Impiego”, concludono.
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