BARI – La corsa delle bollette non si ferma e rischia di trasferirsi sui prezzi facendo schizzare l’inflazione al +5,6% prima della fine del 2022. ‘Tale aumento dei prezzi non si vedeva dall’inizio degli anni ’90 e potrebbe pesare gravemente sulla ripresa con un impatto di -8 miliardi di euro sul Pil nell’anno in corso’, spiega Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia.
Nonostante gli interventi straordinari del governo, nel primo trimestre del 2022 i costi di energia elettrica e gas per famiglie e piccole imprese sono in crescita rispettivamente del +131% e del +94% rispetto allo stesso periodo del 2021. ‘L’aumento corrisponde ad una spesa aggiuntiva di 765 euro all’anno per le utenze domestiche e a +12mila euro annui per i ristoranti. Se i prezzi degli energetici non caleranno assisteremo a conseguenze drammatiche’, lamenta Campobasso, il quale aggiunge: ‘un’utenza domestica che consuma 1.400 m3 di gas e 2.700 kWh di energia elettrica nel 2022 rischia di veder lievitare il conto delle due forniture rispettivamente di +458 e +307 euro. E per le imprese, gli aumenti sono ancora più elevati: un negozio di ortofrutta pagherà nel 2022 4.371 euro, 1.754 in più del 2021; un parrucchiere 8.108, per una maggiorazione di 3.307 euro sull’anno precedente; un bar 12.295 euro (+5.648 euro rispetto al 2021) e un ristorante 26.160 euro, con una spesa aggiuntiva vicina ai 12mila euro in più (+11.780)’.
Tale stangata va affrontata con misure di tutela per imprese e famiglie. La Confesercenti ha avanzato al ministro Stefano Cingolani alcune proposte per affrontare le sfide che il tema della riconversione sempre più “green” pone al nostro Paese: 1) incentivare i consorzi e gruppi di acquisto di piccole imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas, 2) creare un gruppo di lavoro sugli investimenti ‘green’ nelle piccole attività con i rappresentanti delle imprese, 3) agevolare – sul piano fiscale ma anche della semplificazione – le comunità energetiche in quei luoghi come i centri storici che, a causa della loro posizione e dei vincoli urbanistici, sono impossibilitati a realizzare interventi per utilizzare energia rinnovabile.
‘Le risorse ci sono e derivano anche dall’aumento dei prezzi dei carburanti che porterà nelle casse dello Stato 2,7 miliardi di euro in più di accise. Un tesoretto che dobbiamo utilizzare per tutelare le piccole imprese’, conclude.