Gas e crisi, Amati: “Rigassificatore a Cerano o Capobianco? Impossibile. Credibile ipotesi attigue a molo petrolchimico. Dovere concretezza”


BARI - “È impossibile che a Cerano possa installarsi un rigassificatore, così come è impossibile spostare in quel sito il serbatoio GNL. E pure l’ipotesi del rigassificatore a Capobianco non è plausibile, perché eliminerebbe lo spazio utile all’unico grosso investimento in arrivo, cioè quello per la realizzazione dei parchi eolici offshore al largo di Brindisi e Lecce. Salvo che i tecnici non avanzino proposte plausibili, cerchiamo di non inquinare il dibattito pubblico con false illusioni.
Abbiamo il dovere della concretezza, per cui un rigassificatore a Brindisi sarebbe credibile solo in un’area attigua al molo del petrolchimico, che però va raddoppiato al più presto. Ne deriverebbero senza grosse complicazioni tre effetti positivi: lo spostamento del GPL da Costa Morena, la salvaguardia dell’investimento per i parchi eolici offshore e l’accoglienza di un nuovo investimento di rigassificazione. E tutto ciò nello schema di una Brindisi che ha voglia di ripartire dando le spalle alle parole vane”. Lo dichiara il presidente della Commissione bilancio e programmazione Fabiano Amati.

“Dopo la notizia sulla riconversione del sito Enel di Cerano - prosegue Amati - è partito un dibattito pubblico sul futuro che se non centrato sui profili tecnici rischia di prendere improduttive pieghe polemiche. Come al solito.
Il sito di Cerano è troppo lontano dai moli esistenti nel porto di Brindisi - tra i 14 e 20 km - per poter pensare sia alla realizzazione di un rigassificatore in quell’area che allo spostamento del serbatoio GNL. L’unica possibilità per rendere possibile tale ipotesi sarebbe quella di costruire un nuovo molo accostato al sito di Cerano per l’approdo delle navi gasiere, però con tutto il suo carico d’impatto ambientale a fronte di ipotesi alternative meno impattanti.
Neppure il sito di Capobianco mi sembra allo stato plausibile, perché interessato dalla zona franca doganale e destinato all’unico grosso investimento di cui si sta parlando con concretezza e che speriamo non sia sabotato dalla politica del no-a-tutto: la realizzazione dei parchi eolici offshore al largo della costa di Brindisi e del sud Salento.
Se dunque le condizioni geo-politiche attuali, con tutto il loro carico di terrore, ci stanno portando finalmente a valutare i rigassificatori come nuova prospettiva industriale per fronteggiare anche le crisi occupazionali in corso, non resta che studiare l’ipotesi di realizzazione dell’impianto di rigassificazione nelle aree attigue al molo del petrolchimico, cominciando da subito il procedimento del suo raddoppio peraltro già programmato per le attuali iniziative economiche e per la delocalizzazione dalla banchina di Costa Morena del deposito GPL.
Tale iniziativa progettuale, a mio parere degna di un dibattito pubblico privo di ideologie e fondato su idee tecnicamente plausibili, comporterebbe nel giro di due-tre anni un grosso rilancio economico, connotato nel suo complesso dal seguente scenario: raddoppio del molo del petrolchimico; realizzazione di un serbatoio GNL a Costa Morena; delocalizzazione da Costa Morena del deposito GPL a tutto vantaggio del potenziale crocieristico del porto medio; insediamento a Capobianco del cantiere per la realizzazione dei parchi eolici offshore di Brindisi e Lecce; rigassificatore nelle aree attigue alle infrastrutturazioni portuali servite dal molo del petrolchimico.
Un programma che se realizzato terrebbe assieme tutte le esigenze e tutte le possibilità che allo stato il mondo industriale moderno offre, compresa l’industria del turismo, in piena compatibilità con la transizione energetica e il desiderio di emanciparsi da un passato purtroppo connotato dalla congiunzione mortifera tra inquinamento e progresso, che a questo punto della storia solo l’inerzia, l’ideologia e le relative chiusure mentali ci potranno costringere a sopportare anche per il futuro”, conclude.

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