MILANO - La musica e il teatro le hanno letteralmente salvato la vita. La malattia diagnosticata da bambina e le difficoltà incontrate nel suo percorso di vita, non hanno mai abbandonato in lei la voglia di continuare a sognare. “L’arte è quella cosa che non mi ha fatto mai sentire esclusa, quella cosa che è sempre a favore della nostra unicità e che ci mette a nudo nella nostra vulnerabilità, senza la paura del giudizio e del diverso, dove si può solo essere se stessi'' - ci dice Giorgia Testa, giovane artista e scrittrice, nata con una malattia congenita chiamata atresia polmonare a setto intatto.
Ha affrontato e sconfitto la morte più di una volta. Il segno di queste battaglie le è rimasto impresso sulla pelle con delle cicatrici e nel cuore, grazie a tutte le persone che in questo viaggio l’hanno aiutata e cambiata dentro.
Nel 2007, superato il suo ultimo intervento, incontrò Leonardo un ragazzino che le cambiò la vita, Dopo la sua morte, da quel giorno Giorgia se lo impose come scopo di vita: quello di aiutare gli altri a sognare, come lui ha aiutato lei ad imparare a non rinunciare mai.
Dopo anni di silenzio e con la voglia nel cuore di dedicare la sua associazione all’ amico, Giorgia riesce a rimettersi in contatto con i genitori del ragazzo Nicola e Olga coinvolgendoli nel progetto. Da qui nasce ''La Musica del Cuore'' l'associazione nata con l'obiettivo di aiutare bambini e ragazzi che, come lei, faticano ad accettare il proprio corpo ad amarsi tramite l’arte recitativa e la musica.
Rappresenta un po’ la mia accettazione. Penso che per essere in grado di aiutare gli altri, si debba aiutare prima se stessi. Ho finalmente accettato tutto quello che mi è successo e chi sono ora. Amo la mia vita anche quando vorrei che fosse diversa, ripenso a chi sono e al fatto che se avessi fatto le cose diversamente forse non sarei qui. Il donare quella parte di me che sente il bisogno costante di aiutare i più deboli, rappresenta l’essere la persona che avrei voluto ci fosse per me.
Ci sarà anche un libro. Cosa ci puoi anticipare?
Il libro si concentra sul rapporto di amicizia che durante il mio ultimo intervento è nato tra me e Leonardo, un ragazzino vivace e pieno di vita che purtroppo ci ha lasciati quando avevamo solo 15 anni. Quello è stato il periodo più bello e più brutto della mia vita. Il momento che mi ha cambiata e che mi ha portata a dove sono oggi. Leo è stata la prima persona nella mia adolescenza ad essere come me. Non ero più sola. Parlo sì, dei giorni in ospedale, ma anche del mio trasferimento negli Stati Uniti e dei magnifici progetti che sono riuscita a fare fino ad oggi. Voglio dare speranza condividendo la sofferenza e la tristezza, che hanno portato poi tanta felicità e sicurezza.
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