VITTORIO POLITO - Come tutti sanno il mondo è per metà acqua e per l’altra metà è terra, per cui viene spontaneo sostenere che Bari e il mare hanno da parecchi secoli un rapporto molto stretto. Da qui il passo è stato breve per creare neologismi come baresità , che è ormai acquisito da tempo, e “maresità ”, coniato per il libro dello scrivente “Baresità e… maresità ” (Levante) anche con il contributo di Franz Falanga.
Franz Falanga (1933-2018), un estroso architetto, musicista, scrittore e dialettologo barese, trapiantato in quel di Treviso, si accorse che Bari ha una caratteristica fondamentale che è la propria baresità , così come i siciliani hanno la loro sicilianità , i napoletani la loro napoletanità e così via. Così è stato facile creare il vocabolo “maresità ” che unitamente alla baresità sono diventati sinonimi di Bari e il mare e di tutto quanto si lega al capoluogo pugliese ed all’elemento mare che la bagna interamente. E così per l’architetto fu facile cambiare la prima lettera “b” con un’altra lettera, la “m” e il gioco è fatto. Si, cari lettori, è venuta fuori la maresità , e così i baresi da questo momento, oltre alla baresità , hanno anche la maresità . Per cui, ora possiamo dirlo, la maresità fa parte del proprio DNA, se si considera lo sviscerato amore dei baresi per il mare e, soprattutto, per i prodotti del mare che consumano specialmente crudi.
E così, dal novembre del 2008 (anno di pubblicazione del testo), i baresi oltre ad annoverare fra le loro caratteristiche la propria baresità , ufficialmente annoverano anche la propria maresità , “alla faccia dei conservatori a tutti i costi di una genuinità che, se vogliamo salvarla, e bisogna farlo, la salveremo non mummificandola nel passato, ma rivitalizzandola nella continua mutazione che i linguaggi registrano quotidianamente da quando è nato l’uomo” (Falanga).
E in tutto questo bailamme fa bella mostra di sé il linguaggio dialettale del mare con due importanti pubblicazioni di Carlo Scorcia, esaurite da tempo: «Saggio di nomenclatura popolare barese» e «Pesca nel mare di San Nicola». Una sorta di vocabolari scritti in dialetto barese, con traduzione e chiarimenti in italiano e, ove possibile, con i corrispondenti nomi originali in latino e greco dovuti al grande naturalista Linneo, insieme a curiosità e leggende.
Scorcia consiglia come amare i valori autentici della nostra città , offrendo ai lettori il tesoro comune della nostra lingua, attraverso i termini dialettali di pesca, agricoltura e caccia, colmando una lacuna che altri autori non erano riusciti a fare. Più baresità e maresità di questa?
CuriositÃ
Nel Mediterraneo è presente il pesce San Pietro (Pèsce Sambìtte), ovverossia Zeus Faber, il cui nome deriva dalla leggenda secondo la quale San Pietro, dovendo pagare un balzello, prese dal mare un pesce, in bocca al quale trovò la moneta necessaria. Il pesce porta su ciascun lato due macchie nere che, secondo la leggenda, rappresentano le impronte delle dita del Santo. I greci lo chiamano “Pesce di Cristo”, gli spagnoli “Pesce San Martino”, comunque è una prelibatezza.