(Tumisu/Pixabay) |
La premessa a questa teoria, che altri pensatori prima di lui si sono posti, è posta nel seguente interrogativo: viviamo nella finzione, in una realtà simulata? La risposta di Chalmers è quella classica: non possiamo saperlo, perché ogni prova del contrario potrebbe a sua volta essere simulata. «Se la simulazione nella quale stiamo vivendo è perfetta, non sapremo mai se ci siamo dentro», spiega il filosofo: «l'unica possibilità di scoprire se siamo degli avatar è che la simulazione sia imperfetta, o che i simulatori decidano di mostrarci il codice sorgente.»
Già il filosofo cinese Zhuāngzǐ, fondatore del taoismo, nel racconto Zhuāngzǐ sognò di essere una farfalla si domandò se lui stesso fosse una farfalla che sognava di essere un umano, o un umano che sognava di essere farfalla. Oppure Cartesio, nel suo Meditazioni metafisiche, si domandava se stesse vivendo in una sorta di sogno, ipotizzando l'esistenza di un demonio ingannatore.
Secondo Chalmers, quindi, una realtà simulata è in ogni caso una realtà reale: «È reale ciò che fa la differenza, ovvero che ha un potere causativo, ciò che non vive solo nella nostra mente, e ciò che non è un'illusione», afferma: «tutti gli oggetti di una realtà simulata sono dunque reali, perché in una simulazione abbiamo un corpo, vediamo degli oggetti e delle persone e interagiamo con loro: è tutto reale, solo che è digitale».
Il fatto stesso che la nostra realtà potrebbe essere una simulazione e che non sia possibile dimostrare il contrario, sottolinea il filosofo, è un'ulteriore prova che la realtà simulata è reale.