Confindustria: la metalmeccanica cresce e recupera i livelli del '19, a Bari e Bat la crisi dell'automotive indebolisce la crescita


BARI - Nel corso del 2021 la produzione metalmeccanica italiana è cresciuta del 15,9% rispetto all’anno precedente e ha recuperato i livelli pre-pandemia. La produzione è stata spinta dalla ripresa dei consumi interni e, soprattutto, dalla crescita dell’export (+18,4%). A crescere nel 2021 è stata anche la produzione metalmeccanica di Bari e BAT, che tuttavia è risultata più fiacca, perchè indebolita dalla crisi del polo Automotive del capoluogo pugliese. Infatti solo 36 aziende su 100 hanno dichiarato un aumento produttivo contro il 49% del dato nazionale.
E’ questo in sintesi il quadro del settore metalmeccanico presentato oggi a Bari dal presidente della Sezione Meccanica, Elettrica, ed Elettronica di Confindustria Bari BAT Cesare De Palma nell’ambito della 161ma indagine congiunturale di Federmeccanica, in occasione della manifestazione I Giorni della Metalmeccanica.

Al momento le aspettative per il 2022 delle imprese metalmeccaniche intervistate dal Federmeccanica sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche del conflitto in Ucraina che inasprisce ulteriormente gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime. Meno coinvolto è invece l’export. L’incidenza del mercato russo sul totale export della meccanica italiana è 1l’,6%.

Pesa sulla Meccanica anche la crisi del comparto Automotive, alle prese in tutto il Paese con l’urgenza della transizione verso la mobilità elettrica. Il comparto ha infatti registrato in Italia nel 2021 una forte caduta della produzione del -13% (anno su anno). Le difficoltà del comparto automobilistico hanno pesato anche su tutta la produzione metalmeccanica italiana del quarto trimestre del 2021, che è risultata in calo dell’1,8% rispetto al trimestre precedente.

A frenare la crescita nel quarto trimestre 2021, vi è stato anche il caro-materie prime. Quasi tutte le aziende hanno registrato rincari dei prezzi delle materie prime ed è salita la percentuale di chi ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento. Nel 2021 l’aumento medio per il settore metalmeccanico italiano è stato di quasi l’8%. Nell’area di Bari e BAT le scorte di materie prime e prodotti in magazzino sono risultate in prevalenza stabili e non si sono sinora registrate tuttavia carenze legate all’aumento dei prezzi e a difficoltà di reperimento. La consistenza degli ordini è risultata per lo più stabile (42 per cento degli intervistati), ma il livello di soddisfazione degli imprenditori appare più basso rispetto a quello nazionale, segno che le aspettative sulla ripresa non sono state pienamente soddisfatte. Al momento le imprese si aspettano per il primo trimestre di quest’anno una situazione dell’occupazione stabile (70 imprese su 100) e una prevalente stabilità della produzione (54 imprese su 100) pressoché in linea con l’andamento del settore su scala nazionale, ma si avverte la mancanza di figure tecniche specializzate.

“L’incremento dei costi impatta molto negativamente sulla competitività delle imprese e sta ridimensionando molto i margini di profitto“, ha dichiarato Cesare De Palma che, illustrando l’andamento dell’industria Meccanica di Bari e BAT ha detto: “ Il mercato italiano gode di un naturale quanto prevedibile rimbalzo tecnico, alla luce del fatto che il periodo pandemico ha congelato investimenti e rinnovi di macchine, impianti e carpenterie pesanti. Nonostante fossero in vigore incentivi, le prospettive incerte del mercato hanno frenato le aziende. La provincia di Bari e BAT nel periodo pandemico ha registrato un calo minore rispetto a quello medio dell’Italia, dimostrando una certa tenuta. Oggi quindi le percentuali di crescita sono più basse della media italiana, perché non partivamo da valori di deficit molto negativi. Il Distretto Meccanico cresce, cerca risorse umane qualificate per consolidare la sua crescita e ma non riesce a soddisfare la domanda di prodotto non solo per la mancanza di materie prime e di componenti elettronici, ma soprattutto per la scarsità di risorse umane alle quali affidare montaggi, programmazione di sistemi informatici a bordo macchina, progettazione meccanica ed elettronica, gestione delle commesse, postvendita, service. Al di là della già conosciuta crisi dell’Automotive il sistema industriale con le multinazionali presenti sul territorio e le PMI locali gode di ottima salute, non è scevro da preoccupazioni per la situazione geopolitica, ma ad oggi registra un panorama dinamico. Osserveremo molto attentamente gli sviluppi nei prossimi mesi a causa della guerra. Stiamo agendo a livello locale con i sindacati, con il Politecnico di Bari e le Università per affrontare la crisi Automotive in linea con la strategia di Federmeccanica“.

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