BARI - “L’invasione dell’Ucraina ad opera della Russia ha riaperto il dibattito sull’approvvigionamento energetico ed a tal proposito in Puglia si torna a parlare della realizzazione di rigassificatori. L’argomento è stato affrontato nel corso della Commissione Bilancio con le audizioni dei presidenti delle Autorità portuali pugliesi, Patroni Griffi e Prete". Così il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd).
"Discutere - prosegue - è sempre positivo, ma è altrettanto utile non dimenticare quanto avvenuto in passato. I colpi di spugna non servono, ma anzi è necessaria la massima consapevolezza e conoscenza di quanto la nostra Regione ha già discusso e deliberato. Taranto e la Puglia, infatti, negli anni scorsi hanno sonoramente bocciato la possibilità di costruire impianti di rigassificazione per cui, a mio avviso, questo dibattito va fermato subito. In ogni caso, Taranto ribadisce il suo NO ad ogni ipotesi vecchia e nuova di rigassificatore, anche offshore. Non è un pregiudizio, né un rifiuto ideologico, ma il frutto di un ragionamento in difesa di un territorio gravato da presenze industriali ad elevato impatto ambientale e sottoposto alla direttiva Seveso. Sarebbe folle (ri)proporre di costruire a Taranto un altro impianto a rischio di incidente rilevante. Significherebbe condannare un’intera comunità ad un’esistenza segnata dal pericolo di innesco di un terrificante effetto domino per la contestuale presenza della raffineria Eni, delle centrali ex Ilva, di alcuni impianti dello stesso centro siderurgico ad elevato rischio. Ricordo a quanti oggi ripropongono questa ipotesi, che la stessa la Regione Puglia, a suo tempo, bocció il progetto di costruzione del rigassificatore a Taranto. Nel 2008, presidente Vendola, assessore all’Ambiente Losappio, la giunta regionale espresse parere sfavorevole alla VIA sul progetto di Gas Natural richiamando pesi e rischi che già all’epoca incombevano sul territorio ionico. C’è da aggiungere che dal 2008 ad oggi i rischi di incidente rilevante, con tutta probabilità, sono aumentati a seguito della maggiore produzione degli impianti Eni per lo stoccaggio e la raffinazione del greggio estratto a Tempa Rossa. Per quanto mi riguarda, quindi, la discussione sul rigassificatore a Taranto è già chiusa e non permetterò ad alcuno di farsi scudo dell’emergenza energetica per far rientrare dalla finestra ipotesi sonoramente e ripetutamente bocciate da Taranto e dalla Puglia”, conclude Di Gregorio.
"Discutere - prosegue - è sempre positivo, ma è altrettanto utile non dimenticare quanto avvenuto in passato. I colpi di spugna non servono, ma anzi è necessaria la massima consapevolezza e conoscenza di quanto la nostra Regione ha già discusso e deliberato. Taranto e la Puglia, infatti, negli anni scorsi hanno sonoramente bocciato la possibilità di costruire impianti di rigassificazione per cui, a mio avviso, questo dibattito va fermato subito. In ogni caso, Taranto ribadisce il suo NO ad ogni ipotesi vecchia e nuova di rigassificatore, anche offshore. Non è un pregiudizio, né un rifiuto ideologico, ma il frutto di un ragionamento in difesa di un territorio gravato da presenze industriali ad elevato impatto ambientale e sottoposto alla direttiva Seveso. Sarebbe folle (ri)proporre di costruire a Taranto un altro impianto a rischio di incidente rilevante. Significherebbe condannare un’intera comunità ad un’esistenza segnata dal pericolo di innesco di un terrificante effetto domino per la contestuale presenza della raffineria Eni, delle centrali ex Ilva, di alcuni impianti dello stesso centro siderurgico ad elevato rischio. Ricordo a quanti oggi ripropongono questa ipotesi, che la stessa la Regione Puglia, a suo tempo, bocció il progetto di costruzione del rigassificatore a Taranto. Nel 2008, presidente Vendola, assessore all’Ambiente Losappio, la giunta regionale espresse parere sfavorevole alla VIA sul progetto di Gas Natural richiamando pesi e rischi che già all’epoca incombevano sul territorio ionico. C’è da aggiungere che dal 2008 ad oggi i rischi di incidente rilevante, con tutta probabilità, sono aumentati a seguito della maggiore produzione degli impianti Eni per lo stoccaggio e la raffinazione del greggio estratto a Tempa Rossa. Per quanto mi riguarda, quindi, la discussione sul rigassificatore a Taranto è già chiusa e non permetterò ad alcuno di farsi scudo dell’emergenza energetica per far rientrare dalla finestra ipotesi sonoramente e ripetutamente bocciate da Taranto e dalla Puglia”, conclude Di Gregorio.