BARI - "Venti giorni di guerra, folle, terribile, e più di due milioni e mezzo di ucraini in fuga. Sono per la maggior parte donne e bambini". Così la Presidente Loredana Capone commentando gli ultimi accadimenti del conflitto ai danni del popolo ucraino nella seduta odierna del Consiglio regionale.
"È di ieri - ha aggiunto - l’appello del cardinale del Papa in missione in Ucraina: “sono migliaia le donne che vengono rapite e costrette a prostituirsi nel nord Europa”. Donne costrette a rinunciare a tutto, da un giorno all’altro, per cui la fuga è la soluzione più prossima alla speranza di futuro che ogni madre nutre per i propri figli.
Da che mondo e mondo le guerre non hanno mai avuto vincitori, solo vinti, e morti innocenti.
Come la donna incinta che si teneva il ventre tra le macerie dopo il bombardamento all’ospedale pediatrico di Mariupol. La sua fotografia ha fatto il giro del mondo. In quell’attacco il suo bambino è morto e lei aveva detto ai dottori: “Uccidetemi ora!”.
Come il giornalista ucciso a Irpin, nella periferia di Kiev, un paio di giorni fa. Aveva 50 anni Brent Renaud ed era in Ucraina per raccontare le storie delle persone costrette ad abbandonare le proprie case dopo l’invasione russa. Una vita passata a documentare le cose più vicine, quelle di cui nessuno si accorge, e le più lontane, dove pochi vanno.
Un mestiere coraggioso quello degli inviati di guerra, che a dirla tutta non è un solo un mestiere ma una vera e propria missione. È grazie a loro se in queste settimane abbiamo potuto seguire le reali evoluzioni di questo orribile conflitto.
Ma consentitemi di ringraziare anche tutte e tutti i Pugliesi che in questi giorni si stanno danno un gran da fare per organizzare pullman e dare un’accoglienza calorosa, non solo dignitosa, a tutta quella povera gente. Ringrazio il Presidente Emiliano, il Presidente del Comitato regionale permanente Protezione Civile Maurizio Bruno, le Province, le Prefetture, le ASL, i Comuni, le associazioni, i tanti, tantissimi volontari.
Non c’è angolo della nostra regione che non si stia mobilitando per aprire le porte di ‘casa’ a chi fugge disperatamente dalla sua. È un orgoglio rappresentare questa terra, è un orgoglio sentirsi parte di questa immensa umanità".