VITTORIO POLITO - Solitamente per guerra si intende un conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi, ecc., che con l’uso di armi diventa bellica o militare o, senza armi, psicologica, guerra dei nervi, di propaganda, intesa a scuotere il morale dell’avversario, di religione, a causa di divergenze in materia di fede, contesa commerciale (conflitti tra paesi produttori di prodotti simili), chimica (nel caso di uso di aggressivi chimici), batteriologica (con l’uso di agenti patogeni). In sostanza un complesso di azioni ostili politiche, diplomatiche o di propaganda tra Stati, o gruppi rivali.
Dai conflitti di vario genere derivano una serie di azioni conseguenziali: conquistare, vincere, perdere, liberare, movimenti, prigionieri, munizioni, bombardamenti, ecc., ma nascono anche espressioni come: criminali di guerra, anni di guerra, danni patrimoniali, economia di guerra, guerra batteriologica con l’uso di virus o microrganismi patogeni o, infine, guerra atomica (speriamo mai), con l’uso di armi nucleari.
In questi giorni a causa del conflitto bellico tra Russia e Ucraina, a dire dei numerosi commentatori politici e militari, trattasi di una vera e propria aggressione della Russia per annettersi l’Ucraina, che sta utilizzando armi di ogni tipo finalizzati alla distruzione ed alla annessione di un Paese sovrano.
A nulla sono valse intermediazioni diplomatiche, incontri di capi di Stato e di Governo nel tentativo di evitare il conflitto, che non sono serviti a nulla: la guerra è partita con le conseguenze che stiamo seguendo quotidianamente dai nostri schermi. È stata colpita anche una delle più grandi centrali nucleari dell’Europa che, dicono, non sono state coinvolte le testate nucleari.
Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite ha adottato una risoluzione per l’urgente istituzione di una Commissione internazionale d’inchiesta indipendente sulle violazioni dei diritti umani nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina.
Il nostro presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha condannato l’attacco scellerato da parte della Russia alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Un attacco contro la sicurezza di tutti. L’Unione Europea deve continuare a reagire unita e con la massima fermezza, insieme agli alleati, per sostenere l’Ucraina e proteggere i cittadini europei.
In contrapposizione alla guerra, c’è la pace, condizione di assenza di guerre e conflitti, sia all’interno di un popolo, di uno stato, di determinati gruppi, sia all’esterno, con altri popoli, altri stati, altri gruppi. La pace è benefica per tutti, poiché dona tranquillità, benessere, lavoro, al contrario della guerra, che semina dissidi, lutti, distruzioni, povertà e dolori.
E ora, tanto per stemperare la gravità dell’argomento, vediamo che dicono le massime della saggezza popolare.
La guerra nasce dal mio e dal tuo. Cioè da contese che derivano dal desiderio di possesso.
Dove è terra è guerra. Dove c’è terra da possedere, di cui appropriarsi, nascono le contese e le guerre.
La guerra stringe le città e allarga l’inferno. Fa molte vittime e quindi restringe il perimetro delle città che si spopolano; nello steso tempo essendo molti coloro che muoiono nell’ira e nel peccato, aumenta il numero dei dannati.
La guerra è giusta quando necessaria. Antico principio di legittimazione della guerra (deriva da un passo di Tito Livio). Non è il caso dell’Ucraina (N.d.A.).
La fine è la parte migliore della guerra. L’unica parte bella della guerra è per tutti la sua fine, poiché per nessuno ha momenti esaltanti che non siano ripagati con lutti, rovine e dolori.
Meglio una certa pace che una sperata vittoria. Bisogna preferire una pace che dà sicurezza ad una vittoria probabile ma non assicurata.
Chi porta la pace è messaggero di Dio. Perché Dio vuole che gli uomini si amino e vadano d’accordo. “Pace agli uomini di buona volontà”, cantavano gli Angeli nella notte della nascita del Signore.
Chi vive in pace dorme in riposo. Colui che non ha nemici vive tranquillo, gode del bene del sonno, non ha ansie né angustie.
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