BARI - L’innovativo intervento è stato effettuato per la prima volta in Puglia dal team multidisciplinare del Mater Dei Hospital di Bari.
Il paziente, un uomo di 47 anni con esiti di emorragia cerebrale, ricoverato per insufficienza respiratoria insorta dopo infezione da COVID 19 e in Terapia Intensiva per circa 4 mesi, a seguito della tracheostomia praticata per la necessaria ventilazione meccanica, ha avuto come conseguenza la formazione una fistola tracheo-esofagea (comunicazione anomala tra trachea ed esofago).
A causa delle condizioni generali e per la complessità delle comorbilità non sarebbe stato possibile effettuare l’intervento chirurgico di resezione tracheale e chiusura della fistola esofagea. Si è scelto un metodo conservativo endoscopico, possibile grazie alla presenza di un team multidisciplinare in sala operatoria a paziente in narcosi.
La procedura deriva da esperienze di operatori giapponesi, utilizzata per la prima volta in Italia quest’anno da una equipe dell’Ospedale “Gemelli” di Roma.
“La nostra esperienza rappresenta il secondo caso eseguito con successo in tutta Italia – dichiara il dott. Silvio Orlando chirurgo toracico del Mater Dei Hospital - il device utilizzato è stato un Amplatzer septal occluder, dispositivo utilizzato in cardiologia interventistica nelle procedure di chiusura del forame ovale cardiaco pervio”.
L’intervento è stato eseguito dagli endoscopisti dott. Martino Martellotta e dott. Donato Piglionica, dai chirurghi toracici dott. Fabio Fatone e dott. Silvio Orlando, ed infine dal cardiologo interventista, dott. Vincenzo Pestrichella, che ha introdotto un filo guida attraverso il canale operatore del gastroscopio. Verificato il corretto passaggio della guida dalla via esofagea a quella tracheale, è stato fatto avanzare lungo il filo guida un Amplatzer septal occluder n° 4. Il dispositivo è stato aperto da ambo i lati sotto guida visiva, ed al termine della procedura la fistola si presentava chiusa e senza leak evidenti.
Il paziente, un uomo di 47 anni con esiti di emorragia cerebrale, ricoverato per insufficienza respiratoria insorta dopo infezione da COVID 19 e in Terapia Intensiva per circa 4 mesi, a seguito della tracheostomia praticata per la necessaria ventilazione meccanica, ha avuto come conseguenza la formazione una fistola tracheo-esofagea (comunicazione anomala tra trachea ed esofago).
A causa delle condizioni generali e per la complessità delle comorbilità non sarebbe stato possibile effettuare l’intervento chirurgico di resezione tracheale e chiusura della fistola esofagea. Si è scelto un metodo conservativo endoscopico, possibile grazie alla presenza di un team multidisciplinare in sala operatoria a paziente in narcosi.
La procedura deriva da esperienze di operatori giapponesi, utilizzata per la prima volta in Italia quest’anno da una equipe dell’Ospedale “Gemelli” di Roma.
“La nostra esperienza rappresenta il secondo caso eseguito con successo in tutta Italia – dichiara il dott. Silvio Orlando chirurgo toracico del Mater Dei Hospital - il device utilizzato è stato un Amplatzer septal occluder, dispositivo utilizzato in cardiologia interventistica nelle procedure di chiusura del forame ovale cardiaco pervio”.
L’intervento è stato eseguito dagli endoscopisti dott. Martino Martellotta e dott. Donato Piglionica, dai chirurghi toracici dott. Fabio Fatone e dott. Silvio Orlando, ed infine dal cardiologo interventista, dott. Vincenzo Pestrichella, che ha introdotto un filo guida attraverso il canale operatore del gastroscopio. Verificato il corretto passaggio della guida dalla via esofagea a quella tracheale, è stato fatto avanzare lungo il filo guida un Amplatzer septal occluder n° 4. Il dispositivo è stato aperto da ambo i lati sotto guida visiva, ed al termine della procedura la fistola si presentava chiusa e senza leak evidenti.