BARI - “C’è una sola parola per definire la vicenda del novantenne restato in attesa 27 ore al Pronto Soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto: vergognosa. Se una persona si rivolge a una struttura della sanità pubblica, anche se bollinata frettolosamente da un codice azzurro, è perché evidentemente ne ha bisogno". Lo dichiara Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia.
"Tanto è vero che - prosegue Bellomo -, nel caso di specie, dopo le insistenze della fin troppo paziente figlia del paziente, l’anziano è stato finalmente ricoverato. Quando si è insediato l’assessore Palese, gli abbiamo anticipato che lo avremmo giudicato sui fatti. Mi auguro che su questa storia indegna di un Paese civile non si limiti a ricordarci la delibera, evidentemente insufficiente, che ha inviato ai direttori generali delle Asl pugliesi, ma che siano presi provvedimenti adeguati e individuate soluzioni perché casi come questo non abbiano a ripetersi. A Taranto, come in tutta la regione. Intanto, mi chiedo, e chiedo a chi può fornire risposte, quanti dei 15 medici in forza al Pronto Soccorso tarantino erano in servizio nei diversi turni durante le 27 ore di attesa del novantenne. Predisporre un’indagine interna è il minimo che si possa pretendere. Anche perché il concorso che è stato bandito, andato praticamente deserto, non può rappresentare la via d’uscita. A meno che non si voglia prestare ascolto a chi consiglia quando si ha bisogno del Pronto Soccorso, che non a caso si chiama pronto e si chiama soccorso, di fare prima una capatina su internet per capire in quali ospedali i medici non sono impegnati. E magari, perché no, anche su Waze GPS per scoprire dove c’è meno traffico. Uno scaricabarile, probabilmente involontario, ma non meno censurabile”.
"Tanto è vero che - prosegue Bellomo -, nel caso di specie, dopo le insistenze della fin troppo paziente figlia del paziente, l’anziano è stato finalmente ricoverato. Quando si è insediato l’assessore Palese, gli abbiamo anticipato che lo avremmo giudicato sui fatti. Mi auguro che su questa storia indegna di un Paese civile non si limiti a ricordarci la delibera, evidentemente insufficiente, che ha inviato ai direttori generali delle Asl pugliesi, ma che siano presi provvedimenti adeguati e individuate soluzioni perché casi come questo non abbiano a ripetersi. A Taranto, come in tutta la regione. Intanto, mi chiedo, e chiedo a chi può fornire risposte, quanti dei 15 medici in forza al Pronto Soccorso tarantino erano in servizio nei diversi turni durante le 27 ore di attesa del novantenne. Predisporre un’indagine interna è il minimo che si possa pretendere. Anche perché il concorso che è stato bandito, andato praticamente deserto, non può rappresentare la via d’uscita. A meno che non si voglia prestare ascolto a chi consiglia quando si ha bisogno del Pronto Soccorso, che non a caso si chiama pronto e si chiama soccorso, di fare prima una capatina su internet per capire in quali ospedali i medici non sono impegnati. E magari, perché no, anche su Waze GPS per scoprire dove c’è meno traffico. Uno scaricabarile, probabilmente involontario, ma non meno censurabile”.
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