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Una boccata di ossigeno per il turismo che – sottolinea la Coldiretti – ha registrato un crack di oltre 10 miliardi di euro nel 2021 rispetto a prima della pandemia, con un parziale ritorno degli stranieri la cui mancanza era stata uno degli elementi di maggiore criticità . A beneficiarne è l’intera filiera a partire dai consumi di cibi e bevande ai quali è destinato secondo la Coldiretti circa 1/3 della spesa turistica.
Tra le destinazioni preferite le città d’arte, il mare, la montagna e la campagna con la primavera che rappresenta la stagione preferita dagli amanti della natura con il clima mite, le piante fiorite, il passaggio degli uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni e di semina.
Dopo le limitazioni legate alla pandemia, si registra peraltro anche a tavola – conclude la Coldiretti – il ritorno della convivialità con la voglia di stare insieme a parenti e amici nelle case, al ristorante, nei picnic all’aria aperta o in agriturismo dove alloggeranno in 300mila secondo Terranostra. Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere uno dei 25mila agriturismo italiani – conclude la Coldiretti – è anche la spinta verso un turismo di prossimità , con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.