LIVALCA - Vi è una frase attribuita a Montanelli: «Strano paese il nostro: colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo», che ritengo ben si adatti allo spirito di coloro che hanno condotto il loro percorso professionale con lo ‘sguardo’ sempre calato nella realtà, poco incline a cedere alle lusinghe della missione denominata ‘fumo negli occhi’.
Ora potrei anche dirvi che secondo mio padre lo sconforto-avvilimento-disperazione era una forma di pigrizia, ma non posso affermarlo perché il sottoscritto, ancor oggi, soffre di crisi di avvilimento. Penso si sia capito che più che avallare «La disperazione è il dolore dei deboli», sono per il percorso di La Fontaine «Il colmo della disperazione consiste nel non osare disperarsi» per cui quel famoso luglio del 2018 fui contento quando il sindaco Antonio Decaro affidò il titolo sportivo della nostra Bari al Gruppo De Laurentiis-Filmauro…anche perché ero convinto si potesse trovare qualche cavillo legale - sapevo che l’esperto avvocato di diritto sportivo Mattia Grassani risultava essere anche avvocato di fiducia della Filmauro - per farci partire almeno dalla serie C. Molti miei amici, tra cui il supertifoso Angelo Favia, non erano dello stesso parere e parteggiavano per una possibile cordata locale…che, a mio avviso, aveva perso ‘autobus’ importanti negli anni precedenti.
La non troppa ingenua visione era che vi era stato tutto il tempo per salvare il Bari da quello che resta un affronto subito con bizzarra negligenza….il mio pensiero correva a quel maggio del 2014 quando l’ex arbitro Gianluca Paparesta, con indomito coraggio, prelevò la squadra da un’asta fallimentare chiamandola Football club Bari 1908 srl e ponendo nell’oblio i 37 anni della famiglia Matarrese e di quella ‘poesia’ di cui ricordo con nostalgia la voce di Quirino Sforza… Associazione Sportiva Bari: Spalazzi, P. Loseto, Diomedi, Colautti, Spimi, Muccini, Canè, Furlanis, Toffanin, Pienti, Spadetto, allenatore Oronzo Pugliese; Roma….allenatore Helenio Herrera.
Paparesta allontana Alberti, Zavettieri e Angelozzi e chiama Devis Mangia come allenatore e Stefano Antonelli come direttore sportivo. Diciamo che Mangia non possedeva un curriculum strepitoso, pur avendo allenato qualche anno prima gli ‘azzurrini’ mentre attualmente allena la nazionale di Malta: un uomo davvero simpatico, generoso, molto cordiale che dovette scontrarsi con dei tifosi delusi dagli ultimi accadimenti. Riuscì nell’impresa di resistere quasi 15 giornate prima di lasciare il campo a Davide Nicola, il quale aveva dalla sua un passato, ancora recente, di ottimo difensore. Nonostante i dieci gol di Francesco Caputo finimmo fuori dalla zona playoff e ci consolammo con i quasi 40.000 spettatori di Bari Bologna.
Consentitemi il mio consueto volo non ‘pindarico’ ma pugliese per Francesco Caputo.
Ciccio ha il grande merito di essere nato il 6 agosto, come il sottoscritto ma di parecchi anni dopo, e di essere nato ad Altamura e prelevato, su consiglio di un mio amico, dal Noicattaro nel 2008. Mandato in prestito nel 2009 alla Salernitana, poi al Siena e quindi finalmente in campo con il Bari, nel 2015 viene prima prestato e poi ceduto alla Virtus Entella per la classica ‘insalata’. Chi ha operato perché tale operazione fosse portata a termine potrà essere perdonato solo ammettendo che non sapeva quello che stava facendo. Caputo se vuoi un giorno posso aiutarti a scrivere una storia tipo solo ‘sapendo il passato, si può programmare l’avvenire”. Caputo gioca e segna ancora in serie A ed a chi non ignora il calcio, pur essendo ‘ignorante’ come il sottoscritto, posso consigliare di vedere una partita di serie A e poi una di C di qualsiasi girone.
Nel 2015-16 si parte con Nicola allenatore, cui subentra alla ventiduesima partita Andrea Camplone. Pensate era il 44 campionato di serie B disputato dal Bari e perdemmo ai playoff - eravamo arrivati al quinto posto - per 4-3 con il Novara a Bari. Partita da non credersi: bella e impossibile, con Gonzales che fece tre gol, di cui uno sontuoso con un tiro al volo, e nonostante la curva nord fischiasse alla fine del primo tempo i galletti che erano sotto di due reti. Il Bari perse Maniero e Tonucci per infortunio e, posso dirlo con 88 probabilità su cento, con loro avremmo vinto. I tempi regolamentari erano finiti 3-3 e nei supplementari Galabinov fece un gol di testa che forse il fratello di Livalca avrebbe evitato: Micai, portiere biancorosso, con Rosina, autore di una doppietta, furono i migliori in campo…questo è il calcio. Provai dispiacere per il presidente Paparesta che, incurante dell’insidie del momento andò sotto la curva dei tifosi per scusarsi, con un atto di grande umiltà…lui innocente fra gli innocenti, lui che aveva ventilato investimenti indiani e russi.
Il 24 novembre 2015 il presidente Paparesta aveva ideato il 1° Trofeo San Nicola - lo scudetto era stato vinto per la 31 volta dalla Juve - e il triangolare vide scendere in campo Bari, Inter e Milan: vinse il Milan (Milan-Bari 1-0, Inter-Bari 2-0, Milan-Inter 1-0). Quel giorno vidi padre Ciro Capotosto - all’epoca nono priore della Basilica di San Nicola - sul terreno di gioco mentre si faceva immortalare dai fotografi con il presidente Paparesta, con il portiere del Milan Abbiati e con l’ex biancorosso Ranocchia e mi sfiorò il sospetto che non mi avesse detto niente per paura di dovermi… invitare e magari ‘supportare’ (lui che fa parte del gruppo ‘Amici di San Nicola’ solo per una deroga introdotta in corso d’opera, dal momento che non erano previsti ‘religiosi’ di professione). Perdono Ciro da San Severo perché ormai, con l’avvento di Polito direttore sportivo del Bari, i Ciro sono merce rara e ricercata.
Padre Ciro Capotosto nasce a San Severo il 2 ottobre del 1968 e diventa il nono priore della Basilica di San Nicola nel 2014, succedendo a P. Lorenzo Lorusso, e cedendo il posto nel 2017 al ritorno di P. Giovanni Distante. Grande appassionato di medicina, facoltà che ha frequentato per due anni a Bari, ancor oggi i suoi migliori amici sono gli specialisti che hanno la ‘fortuna’ di essere ammessi a ‘consulto’. L’apparente aria da ‘bonaccione-pacioccone’ nasconde una dedizione assoluta e un totale rigore ai temi teologi, come ben sanno gli allievi dell’Istituto Teologico Santa Fara della Facoltà Teologica Pugliese, dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Sabino e dell’Istituto di Teologia Ecumenica San Nicola dove insegna lingue bibliche ed esegesi dell’Antico Testamento.
Padre Capotosto martedì 19 aprile 2022 festeggerà il XXV anniversario della sua ordinazione presbiteriale. Per consentire a tutta la Comunità Domenicana di San Nicola di omaggiarlo, con l’affettuosità che merita, insieme a parenti, amici e fedeli si è deciso di spostare a sabato 30 aprile 2022 alle ore 18,30 la cerimonia dell’eucaristia di ringraziamento.
Amici tifosi prima domenica 24 aprile alle ore 17,30 sistemiamo al San Nicola la pratica Palermo, poi ci riposiamo e sabato 30 rendiamo omaggio a padre Ciro, magari con una rappresentanza autorevole della squadra del Bari: il priore padre Giovanni Distante capirà e, con il sindaco Decaro in testa, penserà alle ‘caramelle’.
Mentre Ciro Capotosto a fine 2015 era sul prato del San Nicola per la prima volta ad assistere ad una partita di calcio - non lo diciamo ma anche in quella specifica occasione non ha visto l’incontro, oberato da altri impegni, ha solo premiato gli atleti - l’altro Ciro del nostro racconto, Polito, concludeva la sua carriera di portiere a Castellamare di Stabia e diventava direttore sportivo proprio della Juve Stabia.
Polito, come portiere, vanta una discreta carriera che lo ha portato tra il 2011 e il 2014 ad essere il secondo di Consigli nell’Atalanta, quando l’orobico faceva parte del giro della nazionale di Prandelli. Col Catania in serie A ha disputato una trentina di partite e dopo una parentesi a Pescara, rientrato al Cibali si trovò mister Zenga come allenatore che gli preferiva puntualmente Bizzarri. Se posso dargli un consiglio, largamente interessato, lui nato a Napoli ma profondo conoscitore dei problemi della Salernitana, potrebbe attingere da quella squadra buoni elementi per il nostro Bari. Si tratta di gente che ambirebbe ad una squadra ed uno stadio che poche società, anche di A, hanno e bramerebbero avere.
Torniamo al Bari: nel 2016-17 diventa presidente Cosmo Antonio Giancaspro e come allenatore arrivava Stellone, ma dopo 13 giornate subentrava Colantuono che restava fino al termine e terminavamo in dodicesima posizione. Il massimo degli spettatori si verificava con il Brescia, circa 22.000.
Nella stagione 2017-2018 - quella che definire ‘tragica’ è puro eufemismo - il presidente Giancaspro portava a Bari come allenatore Fabio Grosso (l’uomo del rigore decisivo che ci ha donato il quarto titolo mondiale della nostra storia… il possibile quinto interrotto da una ‘Macedonia’ indigesta lo scorso mese) e dopo 16 giornate di campionato eravamo primi in classifica. Finivamo al sesto posto, pronti a giocarci i playoff con il Cittadella e nel derby con il Foggia sfioravamo i 35.000 spettatori. Inaspettatamente - questo è un falso storico perché le voci correvano da tempo in città e le persone normali si preoccupavano e quelle che ‘sapevano’, per quel spesso errato concetto di baresità, ‘gioivano’…non è illazione di chi scrive - il 25 maggio 2018 giungeva la cosiddetta ‘doccia fredda’: il Bari veniva penalizzato di due punti per ritardo nei pagamenti di IRPEF e INPS, la qual cosa comportava che non dovessimo più giocare al San Nicola, ma al Tombolato con il Cittadella.
La partita al 90° terminava 2-2 grazie a ‘San Alfonso’ che vestiti i panni del portiere del Cittadella - questo signore di cognome Alfonso e di professione estremo difensore ci regalava il pareggio con una ‘topica’ che nel calcio ci può stare, senza scomodare l’ufficio…inchieste, vero Donnarumma! - si ricordava che doveva qualcosa a San Nicola. Grosso, a mio avveduto e non modesto parere, ci metteva del suo togliendo Sabelli, mentre Brienza si faceva espellere e…
Il pareggio finale premiava il Cittadella che, essendo meglio piazzato di noi per colpa della penalizzazione dei due punti, continuava la corsa per la A.
A questo punto, oggi 8 aprile, non ho potuto fare a meno di pregare l’amico Angelo Favia di riportarmi la sua copia del libro di Gianni Antonucci «Leggenda biancorossa. “La Bari” e i suoi protagonisti. Almanacco 1908-2015», Adda Editore 2015, euro 20,00.
Angelo, come scrissi quando ho recensito il libro, acquistò dalla libreria Roma di Renato Gagliano due copie…la mia è sempre nelle mani dell’amico Vincenzo Schino che me la restituirà quando il Bari tornerà in A.
Il libro di Antonucci passa in rassegna i presidenti del Bari a partire dal 1928 e si ferma al 2015 con il dott. Gianluca Paparesta. Antonucci, da tifoso lucido e disincantato che ha masticato per tutta la vita consulenza fiscale mista a consulenza calcistica, diritto tributario a diritto biancorosso, ci regala un pensiero di Andrea Abodi, all’epoca presidente nazionale Lega professionisti serie B e consigliere federale FIGC, espresso ad agosto 2015: «Bari è una piazza importante. Soprattutto dal momento in cui è stata presa in mano da Paparesta, ha recitato un ruolo protagonistico non soltanto sul campo. Ha riallacciato i rapporti col territorio grazie a tante idee, prendendosi la responsabilità di vere e proprie iniziative sociali. Considero il Bari attuale una delle società modello e per di più sono state fatte scelte importanti a livello tecnico e nella selezione delle persone. Il capitale umano è sempre decisivo, proprio per evitare situazioni di malaffare».
Mi sento solo di affermare che la gestione della società sportiva Bari da parte del presidente Luigi De Laurentiis, da subito, è stata improntata alla massima trasparenza, senza immettere ‘fumo negli occhi’ (per esempio è indubbio che nei due anni precedenti vi siano stati degli errori di valutazione, ma si è ripartiti con modestia e risolutezza con l’obiettivo di centrare il risultato prefissato) e facendo capire che non siamo venuti per fare ‘beneficenza’, ma per ‘lavorare’ intensamente. Mi è piaciuto il comportamento della società Filmauro nel campionato in corso di serie A verso il giocatore Insigne: sembra un ‘copione’ già sperimentato da Donnarumma.
Queste tre giornate di campionato da terminare sono l’ideale per programmare il futuro e magari ‘ascoltare’ i componenti della rosa cercando di far coincidere le esigenze del Bari con i legittimi interessi dei calciatori tesserati. Buon lavoro direttore Ciro Polito.
L’Amico padre Ciro Capotosto che ho inserito come modello di persona proba ma rigorosa e Ciro Polito, esempio che da Napoli si può partire per ritagliarsi un proprio posto nel mondo e da cui attendiamo un mercato che ci lasci senza…fiato e con poco ‘fumo’, sono i due Ciro che daranno sostanza a quella leggenda biancorossa che il team Adda-Antonucci (ordine alfabetico) sta aggiornando non senza difficoltà. Diamo atto al sindaco Antonio Decaro di essere stato un ottimo ingegnere dei trasporti e, dati ‘i trascorsi’, non tutto era ‘scontato’. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA cercasi, non in un baleno, ma non più tardi del… 2023!
*Nella foto: il presidente Paparesta, il priore all’epoca della Basilica di San Nicola Capotosto ed il portiere del Milan Abbiati (Bari 24 novembre 2015, stadio San Nicola)