VITTORIO POLITO - Hendrich de Man, uomo politico belga, sosteneva che “Ogni mestiere è un’arte”, per cui indirettamente esorta a custodirli gelosamente e, possibilmente, a tramandarli. Il mestiere, che è un lavoro a carattere prevalentemente manuale e appreso in genere con la pratica e il tirocinio, si esercitava quotidianamente a scopo di guadagno ed escludeva sia le libere professioni che le attività di carattere impiegatizio, commerciali e agricole. In sintesi erano tradizioni di famiglia che passavano di padre in figlio e che pian piano stanno scomparendo se si eccettua qualche rara testimonianza.
Onia Angiulli, poetessa e scrittrice, ha pensato bene di ricordare i mestieri scomparsi, i personaggi, le facezie e il folclore di Fasano (Br), pubblicando per la Faso Editrice il testo “Per amore del mio paese”, corredato anche da un CD che raccoglie dieci testi a carattere folclorico, ovviamente in dialetto fasanese, quasi tutti arrangiati dai fratelli Francesco e Nicola Rotondo che, da anni, si occupano di musica folk in ogni possibile declinazione ritmica.
L’autrice, come in un film, passa in rassegna non solo i vari mestieri quasi del tutto scomparsi, ma ricorda anche alcuni oggetti e personaggi che si sono succeduti nel tempo nella sua Fasano, come il medico di famiglia, il sacerdote don Carmelo Carparelli, la fasanesità di Dino Mola, la macchina da scrivere “Olivetti”, la Croce Rossa, l’icona del motociclismo fasanese Sèppetònne, la verve affabulatoria di Giuseppe Greco, le donne che rattoppavano le reti dei pescatori di Savelletri, i soprannomi, ecc.
Un ottimo lavoro quello di Onia Angiulli, arricchito con numerose poesie in dialetto fasanese e tante immagini che qualificano maggiormente il testo che non dovrebbe mancare nelle biblioteche pubbliche, in quelle dei fasanesi e dei cultori di storia e tradizioni.
La presentazione è firmata da Giuseppe Sannolla, mentre la copertina riporta l’immagine della Chiesa di Sant’Antonio (opera di Emanuele Schiavone).