BARI - “E’ fin troppo evidente che se ogni consigliere regionale ritiene di poter individuare quale sia la zona più adatta per l’installazione di un parco eolico offshore è perché siamo in assenza di una politica regionale univoca che sta portando solo tanta confusione e un inutile campanilismo che non fa bene alla politica, tanto meno alla Puglia.
“Apprezzo, anche se non condivido del tutto, l’entusiasmo e la passione con la quale il collega Pagliaro si batte per dire no all’installazione di fronte alle coste del Canale d’Otranto, ma questo non deve voler dire mortificare un altro territorio. Forse a qualcuno è sfuggito, ma nel Brindisino siamo tornati indietro di 20 anni: la Centrale Federico II di Cerano è nuovamente in funzione, a pieno regime, con il carbone dopo che la Regione ci ha riempito di belle parole e ci ha fatto innamorare della decarbonizzazione. La realtà è che oggi assistiamo a centinaia di camion che fanno la spola dalla centrale al porto carichi di carbone. Senza contare la presenza del Petrolchimico.
“Personalmente non sono contrario all’installazione di parchi eolici offshore, ma in una logica di scelta del luogo più idoneo per una questione di venti e per la conformità dei fondali, non perché il Salento è la Polinesia d’Italia e il Brindisino o il Tarantino sono la Cenerentola turistica della Puglia. Voglio solo ricordare a me, a Pagliaro e a tutti i consiglieri che Taranto, dove si è inaugurato il primo parco eolico offshore d’Italia, è la capitale della Magna Grecia e che a 20 chilometri da Brindisi esiste una delle riserve naturali più belle d’Italia, quella di Torre Guaceto.
“E allora finiamola con la politica del Nimby – ‘Non nel mio giardino’ perché è il più bello che ci sia -, finiamola con queste chiamate di popolo che ricordano tanto quelle dei sostenitori del NO TAP, il presidente Emiliano e gli assessori allo Sviluppo Economico, Delli Noci, e all’Ambiente Maraschio, stabiliscano una strategia unitaria sull’argomento scevra da populismi, campanilismi e fuori da ogni campagna elettorale. La Regione Puglia, per altro non competente in materia, si renda interlocutore serio sia del Governo centrale sia delle multinazionali e smetta di ammiccare a questo o quel consigliere con la speranza di fargli fare il salto della quaglia.”
“Apprezzo, anche se non condivido del tutto, l’entusiasmo e la passione con la quale il collega Pagliaro si batte per dire no all’installazione di fronte alle coste del Canale d’Otranto, ma questo non deve voler dire mortificare un altro territorio. Forse a qualcuno è sfuggito, ma nel Brindisino siamo tornati indietro di 20 anni: la Centrale Federico II di Cerano è nuovamente in funzione, a pieno regime, con il carbone dopo che la Regione ci ha riempito di belle parole e ci ha fatto innamorare della decarbonizzazione. La realtà è che oggi assistiamo a centinaia di camion che fanno la spola dalla centrale al porto carichi di carbone. Senza contare la presenza del Petrolchimico.
“Personalmente non sono contrario all’installazione di parchi eolici offshore, ma in una logica di scelta del luogo più idoneo per una questione di venti e per la conformità dei fondali, non perché il Salento è la Polinesia d’Italia e il Brindisino o il Tarantino sono la Cenerentola turistica della Puglia. Voglio solo ricordare a me, a Pagliaro e a tutti i consiglieri che Taranto, dove si è inaugurato il primo parco eolico offshore d’Italia, è la capitale della Magna Grecia e che a 20 chilometri da Brindisi esiste una delle riserve naturali più belle d’Italia, quella di Torre Guaceto.
“E allora finiamola con la politica del Nimby – ‘Non nel mio giardino’ perché è il più bello che ci sia -, finiamola con queste chiamate di popolo che ricordano tanto quelle dei sostenitori del NO TAP, il presidente Emiliano e gli assessori allo Sviluppo Economico, Delli Noci, e all’Ambiente Maraschio, stabiliscano una strategia unitaria sull’argomento scevra da populismi, campanilismi e fuori da ogni campagna elettorale. La Regione Puglia, per altro non competente in materia, si renda interlocutore serio sia del Governo centrale sia delle multinazionali e smetta di ammiccare a questo o quel consigliere con la speranza di fargli fare il salto della quaglia.”