VITTORIO POLITO - Nella religione cristiana, specie cattolica, si definisce santo chi è venerabile e oggetto di culto. L’espressione “non sapere a che santo votarsi” significa non sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno o come risolvere una situazione difficile, ed allora si ricorre ai Santi come ultima speranza di guarigione.
Vi sono santi che erano medici, i Santi Medici, o il santo napoletano Giuseppe Moscati, meglio conosciuto come il “medico santo” che curava gratis e dava anche farmaci gratis ai bisognosi. A Napoli quest’ultimo Santo è veneratissimo nella Chiesa del Gesù Nuovo, ove migliaia di quadretti votivi ricordano le suppliche rivolte per guarigioni o altro e sono anche tanti coloro che si recano a venerarlo.
Mi piace ricordare che molti sono i Santi a cui viene riconosciuto il potere taumaturgico, da San Vito (patrono e protettore dei danzatori), a San Biagio (protettore della gola e degli otorinolaringoiatri), ai Santi Medici, detti anàrgiri perché curavano gratis. L’iconografia di questi ultimi ce ne mostra solo due: Cosma e Damiano, mentre in realtà furono cinque con Antimo, Euprepio e Leonzio. Si narra, infatti, che questi ultimi furono oscurati dalla fama dei primi due. Per non parlare del nostro San Nicola, taumaturgo per eccellenza, a cui tutto il mondo fa riferimento. I suoi miracoli, a parte le leggende, non si contano e sono molto noti (il maritaggio, i tre bambini in salamoia, il miracolo del grano, la Santa manna, ecc.).
SANTI MEDICI E MOSCATI
Il Santo per antonomasia è considerato sant’Antonio da Padova, il santo dei miracoli; San Francesco d’Assisi è invece il santo dei poveri e degli umili, Santa Rita da Cascia, rappresenta la santa degli impossibili, nel senso che si attribuiscono interventi miracolosi nei casi più disperati. Sant’Anna ha il potere di sconfiggere la sterilità, mentre a San Cataldo spetta quello di curare l’ernia inguino-scrotale; San Cono, protettore del naso e dei rinologi è anche il Santo patrono di Naso, ridente cittadina di 4000 anime, situata a 500 mt sopra il livello del mare in provincia di Messina. San Michele Arcangelo oltre che protettore della Polizia di Stato, è protettore di molte altre categorie di lavoratori: farmacisti, doratori, commercianti, fabbricanti di bilance, giudici, radiologi, ecc. Santa Lucia è invocata per la cecità e le malattie degli occhi, San Lorenzo per le ustioni. San Calimero viene implorato per la siccità.
SAN BIAGIO E SAN CONO
Infine vi sono i Santi invocati per la pandemia del Covid-19. Si tratta di Santa Rita da Cascia che, come detto, risolveva i casi impossibili, San Rocco che cancellava la peste col suo energico incedere e San Sebastiano, con il torace segnato da ferite che simbolicamente ricordavano i bubboni del terribile morbo. Sono loro gli invocati per la pandemia. Sono trascorsi due anni da quando il coronavirus ha costretto il mondo a misurarsi con contagi e quarantene, come una sorta di “peste moderna”. La prima reazione di fronte a una malattia sconosciuta, senza cura né vaccino, è stata quella di trovare conforto nel santi protettori.
E i proverbi che dicono?
Ogni santo ha la sua festa. A ciascuno deve essere tributato onore; a ciascuno deve essere dato il giusto riconoscimento dei meriti e delle competenze.
Ogni santo vuole la sua candela. Non bisogna trascurare nessuno, anche se di poca importanza, se non si vogliono intralci nella vita, causati da sdegno, risentimento di chi si sente offeso o trascurato.
Avere qualche santo in Paradiso. Amicizie tra le persone “che contano” e che agevolano il raggiungimento di posizioni di prestigio.
Non si crede al santo finché non ha fatto il miracolo. Ci si arrende solo all’evidenza dei fatti, non ci si contenta delle parole, non si crede alla capacità o al potere di qualcuno se non a ragion veduta.
Ognuno ha il suo santo in Paradiso. Ognuno ha chi lo protegge, un potente al quale si raccomanda, un forte che lo assiste o almeno crede di averlo.
Non essere uno stinco di santo. Non essere una persona del tutto onesta.