Martina Franca: la sua parlata, le sue tradizioni, la sua storia
TERESA GENTILE - Grazie all’Accademia della Cutizza di Martina Franca, presieduta dal noto aedo popolare Giovanni Nardelli, è in atto il prestigioso e avanguardistico progetto culturale “Martina Franca la mia città, la sua parlata, le sue tradizioni, la sua storia” che vede insieme tale operosa Associazione, i poeti del Salotto Recupero, esperti della parlata locale e i docenti dell’Istituto Comprensivo Giuseppe Grassi e del Plesso Scolastico rurale di San Paolo.
Nei giorni 17 e 19 maggio sono state organizzate due escursioni scolastiche tra i romantici e fioriti vicoli dello splendido borgo antico di Martina e i ragazzi sembravano raggi di sole con i loro deliziosi e beneauguranti cappellini colorati. Era evidente come osservassero “con occhi diversi” tanta bellezza grazie ai loro docenti che si sono rivelati guide esperte, colte e innamorate di Martina e dei suoi tesori artistici. Era palpabile la sincera voglia manifestata dagli studenti di apprendere, osservare, restare estasiati al cospetto di bellezze architettoniche create da gente spesso analfabeta ma che istintivamente aveva sogni di bellezza e riusciva a renderli tangibili, realizzando opere mirabili e incidendo scritte latine su palazzi nobiliari. Concretizzavano questo grazie a una notevole dose di creatività strettamente connessa alla sapienza delle mani. Del resto è questo l’unico metodo atto anche ad educare al rispetto nei confronti d’ogni cosa bella e far nascere il desiderio di recuperare anche opportune conoscenze di lavori artigiani che non meritano d’essere dimenticati poiché costituiscono parte integrante di una sintonia operativa volta a creare e serbare nel tempo il crisma del bello.
Con il progetto DIALETTO, che fa onore all’Istituto Comprensivo Giuseppe Grassi di Martina Franca, stanno collaborando attivamente i poeti vernacolari Giovanni Nardelli e Antonio Martino Fumarola, insieme ai docenti Francesca Caramia e Laura Zizzi (5ªC), Rosangela Bello, Vittoria Ditoma, Maria Grazia Ippolito (5ªA), Lilia Vinci, Doriana Nigri, Angelica Gianfreda (4ª e 5ª) San Paolo “Simonetta Seclì” ed il Prof. Stefano Russano 2ªA e 2ªC Scuola Media, IC “Grassi” sede centrale.
Con l’aiuto dei due poeti citati, gli studenti hanno riscoperto e saputo scrivere antichi toponimi che ancor oggi identificano luoghi caratteristici e in essi hanno affisso cartelloni riportanti il toponimo scritto in dialetto martinese da loro stessi. Tale esperienza è stata importante e degna d’essere ricordata per tutta la vita perché solo chi è orgoglioso della grandezza e bellezza delle proprie radici identitarie si sente sollecitato a realizzare altri personalissimi ideali di bellezza ed edificare un futuro migliore.
Tali escursioni hanno contrassegnato il top di tale progetto suscitando vive curiosità, voglia di saperne di più, di apprendere altre notizie storiche relative a costumi, tradizioni, monumenti, quartieri caratteristici, manufatti degni di rispetto. Hanno fatto questo attraverso una conoscenza sempre più approfondita della parlata dei nostri avi. Antonio Martino Fumarola e Giovanni Nardelli li hanno contagiati con il loro stesso desiderio di salvare dall’oblio la parlata dei nostri avi.
Tali poeti stanno dimostrando come la parlata popolare abbia pieno diritto di cittadinanza anche nelle scuole proprio perché è sintesi di storia, saggezza, valori, identità, filosofia di vita, poesia, fede e si rivela voce di belle tradizioni, storia, espressione dell’autentica Anima del popolo ricca di profonda umanità e specchio fedele d’un linguaggio primigenio, che ben conosce la via che porta al cuore e rende migliori. Una intuizione questa che è pienamente condivisa dal prof. Vincenzo Greco, dinamico dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Grassi”, che essendo una persona molto dinamica ed appassionata dei dialetti, per primo ha avuto l’intuizione di creare una opportuna connessione operativa tra presente e passato per garantire la sopravvivenza di salde radici identitarie collegate a storia e conoscenze operative.
Il prof. Stefano Russano, appassionato studioso di storia, arte, tradizioni popolari, vita e iconografia dei santi, culti devozionali, in particolare, di Puglia e Basilicata. Ci congratuliamo con i due poeti, i docenti, il prof Russano ed anche con il dinamicissimo dirigente scolastico Vincenzo Greco, poiché hanno intuito come il nuovo debba necessariamente affiancarsi e non distruggere il vecchio proprio come ogni germoglio ha bisogno di trarre linfa vitale dalle radici che gli appartengono. Del resto, solo chi dimentica le radici identitarie non può trovare in se stesso l’energia atta a dar vita a un futuro migliore.
Il prof. Stefano Russano, appassionato studioso di storia, arte, tradizioni popolari, vita e iconografia dei santi, culti devozionali, in particolare, di Puglia e Basilicata. Ci congratuliamo con i due poeti, i docenti, il prof Russano ed anche con il dinamicissimo dirigente scolastico Vincenzo Greco, poiché hanno intuito come il nuovo debba necessariamente affiancarsi e non distruggere il vecchio proprio come ogni germoglio ha bisogno di trarre linfa vitale dalle radici che gli appartengono. Del resto, solo chi dimentica le radici identitarie non può trovare in se stesso l’energia atta a dar vita a un futuro migliore.