Omicidio di Laura Ziliani: confessa il fidanzato di una delle figlie

BRESCIA - Il compagno di una delle tre figlie dell'ex vigilessa ha confessato l'omicidio della donna durante un lungo interrogatorio in carcere. La 56enne era scomparsa un anno fa ed era stata ritrovata morta a Temù, in provincia di Brescia.

Il medico legale che ha eseguito l'autopsia stabilisce che "la causa del decesso è asfissia meccanica da chiusura delle aperture aeree, in un soggetto sotto l'influenza di benzodiazepine". Laura Ziliani sarebbe quindi stata prima stordita con tranquillanti - a base di benzodiazepine - e poi, soffocata con un "oggetto soffice, come un cuscino".

E infine sepolta "in prossimità dell'argine del fiume Oglio e - scriveva il medico legale nel suo referto - ricoperta da materiale sabbioso con il disseppellimento del cadavere avvenuto a seguito di un'onda, circa tre giorni prima del rinvenimento". Il fiume aveva restituito il corpo della donna.

Una storia torbida, secondo la Procura, in cui le due figlie, assieme al compagno di una delle due, Mirto Milani appunto, avrebbero ucciso la Ziliani "per mettere le mani sull'importante patrimonio immobiliare della donna", così il giudice per le indagini preliminari, nell'ordinanza di custodia cautelare. Dal giorno dell'arresto i tre si erano chiusi nel silenzio, a partire dall'interrogatorio di garanzia, quando davanti al Gip decisero di avvalersi della facoltà di non rispondere. Oggi, la confessione dell'uomo.

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