VITTORIO POLITO – Le tasse solitamente sono pagate dal privato agli enti pubblici per l’utilizzazione di servizi istituzionali come la scuola, la giustizia, la sanità, ecc. La tassa è cosa diversa dall’imposta che invece è dovuta in proporzione al reddito personale.
E, dal momento che la vita di San Nicola è ricca di fatti, curiosità, leggende e miracoli, si annovera tra questi anche il suo intervento per la riduzione delle tasse, come ricorda Maria Teresa Bruno nel libro da lei curato «S. Nicola nelle fonti narrative greche», pubblicato nel 1985 per la collana della Biblioteca del Centro Studi Nicolaiani di Bari.
L’imperatore Costantino impose il pagamento alla città di Myra di diecimila monete e incaricò un suo addetto di recarsi in quella città con lo scopo di incassare l’iniqua imposizione, umiliando il popolo con terribili oltraggi, costringendoli alla fame e alla miseria. Il popolo si rivolse a padre Nicola, prostrandosi ai suoi piedi e pregandolo di scrivere all’Imperatore informandolo della povertà del popolo e dei guai a cui andavano incontro.
San Nicola, testimone della povertà e dell’angoscia che si abbatteva sulla città, offrì loro il suo aiuto, dicendo: «Figli miei amati, non solo vi aiuterò scrivendo, ma andrò io stesso, di persona, dal nostro imperatore, per questa faccenda di vitale importanza. E non cesserò di scongiurarlo, blandendolo con dolci parole, di por termine, con un suo ordine, a tale sciagura che ci hanno imposto di sopportare, maltrattandoci con odio e ciance”».
Intraprese così il viaggio, fermandosi al santo tempio di Blacherna per pregare insieme al vescovo del luogo ed ai monaci, affinché il Signore Iddio, addolcisse il cuore dell’Imperatore. Giunto al Palazzo dell’Imperatore, salì sopra quando i raggi del sole entrarono attraverso le finestre, l’imperatore si sedette e gettò il suo mantello su un raggio di sole e il mantello rimase sospeso su di esso. Costantino, quando vide il miracolo, impaurito, si alzò e fece dimostrazioni di affetto al nostro Santo e lo invitò a sedersi insieme a lui chiedendogli «Chi ha spinto il nostro Santo padre Nicola ad accusare la nostra vile condotta?». San Nicola rispose: «Sire, imperatore, siccome alcuni, nonostante il borbottare e la nostra opposizione, sia mia che di qualche altro cittadino, hanno aumentato le imposte della città di Myra fino a diecimila monete, tutto il popolo è giunto ad una miseria estrema e la gente è morta e continua a morire di fame fino ad oggi, incalzata e sollecitata dal servo dell’imperatore. Ma essa non può pagare. Per questo cerco di piegare la tua maestà».
L’Imperatore, dopo aver ascoltato il Santo, chiamò Teodosio, notaio e archivista, si fece portare carta e penna e chiese a Nicola: «Quando vuoi che prenda di tributo, padre?» Quello rispose «Scrivi cento monete». L’imperatore scrisse e consegnò la carta al Santo che, dopo aver pregato, se ne andò dal palazzo e trovata una canna legò ad essa la carta e la gettò in mare. Per disposizione di Dio, in quel momento la canna con la carta giunse ad Andriake, porto della città di Myra, ed alcuni pescatori la trovarono e la portarono ai cittadini più in vista della città e la mostrarono al governatore, il quale vedendo il sigillo dell’imperatore la prese e la pose nell’archivio. Ma alcuni uomini si recarono dall’imperatore, ricordandogli che la maggior parte dei tributi provenivano proprio dalla città di Myra, così facendo, dissero, hai sottratto ai tuoi proventi la maggior parte del contributo. Il pio Imperatore richiamò San Nicola chiedendogli la restituzione della carta, ma il Santo disse: «Sire, imperatore, mandai un angelo in città col tuo ordine; e se non è come ho detto, avvenga ciò che ordina la tua regia volontà». L’imperatore mandò a Myra un suo incaricato per accertarsi che quanto diceva Nicola corrispondeva al vero, cosa che fu accertata. Il messaggero ritornò quindi dall’Imperatore, assicurandolo che il foglio da lui firmato giunse a Myra nello stesso giorno e così l’Imperatore disse: «Sia convalidato l’ordine secondo la carta del Santo, così come la stilammo allora». E così, grazie all’intelligenza ed all’intercessione di San Nicola fu convalidata la disposizione ottenuta tramite la sua intercessione. Ritornato a Myra fu glorificato e lodato da tutti gli abitanti della città per averli liberati dalla iniqua tassa che li portava alla miseria e alla fame.