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BRUXELLES - Il premier italiano sottolinea la necessità di agire subito sul fronte dell'energia. "L'Ue sta crescendo, sta diventando sempre più importante, sta diventando quell'istituzione a cui tutti i Paesi Ue guardano come una istituzione capace di dar loro stabilità e sicurezza", ha dichiarato Draghi in conferenza stampa a Bruxelles.
"Nell'area dell'euro, soprattutto a causa dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, le previsioni sono di un rallentamento un po' in tutti i Paesi. Noi siamo impegnati a proteggere e sostenere il potere d'acquisto degli italiani", ha detto il premier.
"Si è parlato di energia, di cosa fare per i prezzi così alti. L'Italia, per gli stoccaggi, sta andando molto bene e la dipendenza dal gas russo, che era il 40% l'anno scorso, oggi sta al 25%: le misure che abbiamo messo in campo iniziano a dare risultati". Bisogna "agire subito sui prezzi dell'energia perché sta succedendo che da un'inflazione che dipendeva sostanzialmente dall'energia ora dipende anche da altre cose. Questi aumenti si spargono e diventano aumenti di altre merci", ha aggiunto Draghi.
"C'è molta consapevolezza - ha aggiunto il presidente - rispetto alla serietà della situazione" sull'energia. "Si è parlato molto di coordinamento e sulla solidarietà, che certo ci deve essere e ci deve essere anche una risposta a controllare il prezzo del gas. L'obiezione che si fa al price cap è la paura che in risposta la Russia tagli le forniture, ma ormai in Germania stiamo al 50% del flussi. Putin incassa le stesse cifre e l'Ue ha difficoltà immense".
"Sui prezzi dell'energia i Paesi sono molto esitanti ad agire, ho un chiesto Consiglio straordinario sull'energia a luglio ma mi è stato fatto notare che non abbiamo ancora uno studio sul quale discutere. Ecco, ora nella risoluzione finale il Consiglio invita la Commissione a produrre questo studio entro settembre, per poi discuterne nel Consiglio di ottobre".
"Le misure che si stanno pensando" in Italia "assicurano che non vi sia emergenza durante l'inverno" ha sottolieato Draghi secondo cui "il quadro, grazie alla ricerca di altri fornitori, vede l'Italia in buona posizione". "Di un meccanismo di ristoro per chi è più colpito dalle sanzioni ne abbiamo parlato. Ci sono molte asimmetrie", su impegno militare, flussi di rifugiati o energie, spiega ancora Draghi. "Ma non sono asimmetrie a senso unico, non siamo solo noi colpiti da queste", aggiunge.
Intanto, la Turchia annuncia che c'è 'consenso generale" tra Kiev, il Cremlino e l'Onu per sbloccare le esportazioni del grano fermo nei porti in Ucraina.