Si sono aperti alle 7 i seggi elettorali per il voto per le elezioni comunali e per i referendum. I municipi in cui si aprono i seggi sono in tutto 971, per un numero complessivo di elettori che sfiora quota 9 milioni. Si tratta di un election day perchè oltre ai cinque quesiti referendari si vota in oltre 900 comuni italiani, tra cui 26 capoluoghi di provincia: le votazioni si svolgono in una sola giornata e i seggi sono aperti sino alle 23.
Tra le città in cui si andrà al voto Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L'Aquila, Barletta, Taranto, Catanzaro, Palermo, Messina e Oristano. Dei capoluoghi di provincia al voto quattro sono commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco.
I quesiti referendari - su cui potranno esprimersi 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all'estero - sono cinque e riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Csm e le valutazioni dei magistrati.
I cinque referendum proposti da Lega e Radicali sono abrogativi: quindi, chi vuole mantenere in vigore le norme che i singoli referendum si propongono di cancellare sulle schede deve votare ‘No’. Chi invece è d’accordo con i promotori deve votare ‘Si’ in modo che non abbiano più valore di legge. Affinché la legge oggetto del quesito sia abrogata, ovviamente la maggioranza dei voti espressi deve essere un sì. Trattandosi di referendum abrogativi è necessario raggiungere il quorum che è fissato al 50% più uno degli elettori: quindi per ognuno dei 5 referendum abrogativi sulla giustizia il 12 giugno 2022 dovrà andare a votare almeno la metà più uno degli italiani che ne hanno diritto, perché il risultato delle urne risulti valido.
Tra le città in cui si andrà al voto Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L'Aquila, Barletta, Taranto, Catanzaro, Palermo, Messina e Oristano. Dei capoluoghi di provincia al voto quattro sono commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco.
I quesiti referendari - su cui potranno esprimersi 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all'estero - sono cinque e riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Csm e le valutazioni dei magistrati.
I cinque referendum proposti da Lega e Radicali sono abrogativi: quindi, chi vuole mantenere in vigore le norme che i singoli referendum si propongono di cancellare sulle schede deve votare ‘No’. Chi invece è d’accordo con i promotori deve votare ‘Si’ in modo che non abbiano più valore di legge. Affinché la legge oggetto del quesito sia abrogata, ovviamente la maggioranza dei voti espressi deve essere un sì. Trattandosi di referendum abrogativi è necessario raggiungere il quorum che è fissato al 50% più uno degli elettori: quindi per ognuno dei 5 referendum abrogativi sulla giustizia il 12 giugno 2022 dovrà andare a votare almeno la metà più uno degli italiani che ne hanno diritto, perché il risultato delle urne risulti valido.