Il caffè tra curiosità e proverbi
VITTORIO POLITO – Caffè, è il nome delle specie di piante appartenenti al genere Coffea della famiglia rubiacee, dai cui semi si ricavano i chicchi per la gradevolissima bevanda. Il caffè, torrefatto, può essere in chicchi o macinato, mentre la bevanda si può gustare amara, dolce, con latte, decaffeinata. Può essere corretta con il cosiddetto “sussurro”, ovvero l’aggiunta di qualche liquore, con il ghiaccio, ecc. Per ‘caffè’ si intende anche il locale pubblico (bar) nel quale la bevanda viene servita insieme ad altre, pasticceria, ecc.
Il caffè, bevanda seducente, a qualcuno fa pensare che nei suoi fondi si possa leggere il futuro, tanto che la Chiesa definì il caffè “bevanda del diavolo”, mentre da un’altra parte del mondo i sultani ne vietarono l’uso alle donne. E pensare che fu impiegato a lungo, tra i musulmani, nei riti religiosi: i ‘mistici sufi’ lo usavano per rimanere desti durante le veglie di preghiera. Allora, ecco intanto che cosa si fa del caffè, quella ricchezza ambita da re e imperatori, che oggi troviamo ovunque al mondo. Nel 1902, a Milano, nacque l’espresso, grazie all'invenzione dell’ingegner Luigi Bezzera: una macchina che sfruttava l’alta pressione per filtrare il macinato. Uno dei principali centri di smistamento e diffusione del caffè, fin dal XVI secolo, divenne Il Cairo, in Egitto, da dove mercanti e pellegrini lo esportarono in ogni direzione.
Nel XVIII secolo a Vienna il caffè, arrivato con i turchi, era di uso quotidiano, sia maschile che femminile, che erano soliti riunirsi per parlare di cultura. Forse, fu proprio questo consumo ad ispirare Johann Sebastian Bach a comporre tra il 1732 e il 1734, la Cantata del caffè (Kaffee-Kantate), una cantata dal carattere umoristico, che testimonia l’impegno del compositore verso la cultura della socialità e dell’intrattenimento, da eseguirsi presso il celebre caffè Zimmermann di Lipsia. La cantata, di argomento umoristico, vede un padre che rimprovera la figlia per essere dedita al terribile vizio caffè, ammonendola che se non smetterà di berlo, non le permetterà di sposarsi. La fanciulla ubbidisce all’ordine paterno, si sposa… ma nel contratto di matrimonio pone la clausola che, dopo essersi sposata, potrà bere tutto il caffè che vuole!
E i proverbi?
Il caffè è un lento veleno. Il caffè fa male senza che uno se ne accorga, come se col tempo avvelenasse. In realtà il caffè crea un’abitudine, una specie di dipendenza, invita a esagerare e quindi può diventare nocivo, in particolare per il cuore.
Il caffè deve essere amaro come il veleno, nero come l’inferno, caldo come la brace. Lo consigliano i napoletani e sono attendibili. Molti sostengono che il caffè si debba prendere senza zucchero. Secondo altri deve essere dolce, come sosteneva, pare, Talleyrand.
Il caffè e l’amore devono essere caldi. Caldo deve essere il caffè e appassionato l’amore.
Del caffè la cima e dei maccheroni il fondo. Il caffè è migliore e più forte il primo che esce; i maccheroni sono più saporiti quelli che restano in fondo al piatto, dove si raccoglie il sugo.
Curiosità
La Chiesa si oppose fortemente alla sua diffusione in Italia, chiamata “La bevanda del diavolo”. La sua colpa era evidente: rendeva più disinibiti anche gli spiriti più calmi e morigerati e quindi conduceva alla perdizione e all’abbandono dei sensi. La bevanda essendo stata per secoli consumata dai musulmani era chiamata anche ‘Vino d’Arabia’. Fu Papa Clemente VIII che riabilitò il caffè pronunciando la fatidica frase “Questa bevanda di Satana è talmente buona che sarebbe un peccato farla bere solo agli infedeli”.
Dal 1° ottobre 2015, viene celebrata la “Giornata Internazionale del Caffè”, concordata dall’International Coffee Organization. Lanciata a Milano con una serie di eventi dedicati al mondo del caffè durante l’Expo 2015. Tutti i paesi produttori di caffè da sempre dedicano una giornata dell’anno alla celebrazione di questa insostituibile bevanda.
Un’altra curiosità interessante. Durante il suo soggiorno in Brasile nel 2013, Papa Francesco, assaporò il caffè bahiano ‘Natura Gourmet’, ma per lui non è stata una novità (né lo sarebbe stata per Benedetto XVI), visto che il caffè citato, prodotto a Ibicoara, è consumato in tutto il Vaticano già dal 2010.
E ricordate che il caffè non sia un abuso, poiché può diventare un eccitante e… un veleno!
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