BARI – Performance ottima, nonostante le difficoltà della pandemia, in quasi la metà dei parametri valutati nell’anno 2021 dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La Asl Bari è stata valutata favorevolmente nel quadro del Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali, elaborato dal Laboratorio MeS – Management e Sanità della Scuola Sant’Anna di Pisa per fornire a ciascuna delle 12 Regioni monitorate una modalità di misurazione, confronto e rappresentazione del livello della propria offerta sanitaria attraverso il processo di condivisione e selezione di circa 450 indicatori volti a descrivere e confrontare le diverse dimensioni della performance del sistema sanitario.
Per la ASL Bari sono stati 35 gli indicatori di valutazione analizzati (128 quelli complessivi, comprendenti soprattutto indicatori di osservazione). In ben 16 indicatori – pari al 45,71% - l’azienda sanitaria barese ha raggiunto la fascia di punteggio più alta in una scala di valori che va da 0 (performance pessima) a 5 (performance ottima) passando per livelli intermedi crescenti (scarsa, media e buona).
Il punteggio massimo (5 punti) è stato ottenuto per i volumi di interventi chirurgici urgenti per tumore alla prostata, retto e mammella, ma anche per la crescita dei volumi per visite specialistiche di controllo fisiatriche, ginecologiche e urologiche. Valutazione massima anche per le visite di controllo di chirurgia vascolare, endocrinologica e ortopedica, così come per l’elevata percentuale di utilizzo di farmaci equivalenti con molecole a brevetto scaduto, una modalità che consente maggiori livelli di costo-efficacia nella spesa farmaceutica.
«Il valore dell’analisi condotta – commenta il Direttore Generale Antonio Sanguedolce – da un organismo indipendente come la Scuola Sant’Anna è duplice. Da un lato viene misurata e valutata favorevolmente la performance della nostra azienda, anche con punte di eccellenza, nel biennio in cui l’emergenza Covid19 ha messo a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale. Per un altro verso, ed è ciò che più importa, essa ci consente di avere un’ulteriore e immediata chiave di lettura rispetto alle criticità emerse in talune aree, in cui è necessario intervenire, correggere e quindi migliorare».
Tra gli altri indicatori che hanno ottenuto valutazione ottima (tra 4 e 5 punti) spiccano, inoltre, la bassa percentuale di assistiti over 65 in ADI con limitato accesso al Pronto Soccorso durante la presa in carico domiciliare, laddove tale percentuale indica una buona qualità di assistenza in grado di evitare il frequente ricorso al PS, e i volumi di visite di controllo pneumologiche e neurologiche. In evidenza anche la cospicua quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150, un indice di elevata appropriatezza, così come la bassa percentuale di parti operativi (con uso di forcipe o ventosa).
Passando alla fascia di valutazione buona (votazione fra 3 e 4), si segnalano le performance in tema di visita di controllo oncologica e il costo sanitario pro capite aziendale (1.870 euro per abitante). Valutazione buona si registra ugualmente nei parametri relativi alle percentuali di assistiti over 65 in RSA con ridotto accesso al Pronto Soccorso e il limitato ricorso al ricovero per assistiti in ADI over 65 durante la presa in carico domiciliare, entrambi valori che indicano una buona qualità dell’assistenza. Valutata favorevolmente è anche la percentuale di ricoveri in Hospice di malati con patologia oncologica con un tempo massimo di attesa, fra segnalazione e ricovero, uguale o inferiore a 3 giorni.
Nell’area di valutazione media rientrano, poi, i volumi di attività per visita di controllo cardiologica, gastroenterologica e dermatologica. Scendendo lungo la scala dei punteggi, lo studio del Laboratorio MeS individua alcune criticità, riguardanti in particolare gli accessi domiciliari effettuati il sabato, la domenica e nei giorni festivi, il trattamento socio-sanitario residenziale R3 (lungo-assistenza e mantenimento) e le dimissioni da ospedale a domicilio di ultra 75enni. Aree e prestazioni in cui gli effetti collaterali della pandemia hanno avuto un impatto evidente.
Per la ASL Bari sono stati 35 gli indicatori di valutazione analizzati (128 quelli complessivi, comprendenti soprattutto indicatori di osservazione). In ben 16 indicatori – pari al 45,71% - l’azienda sanitaria barese ha raggiunto la fascia di punteggio più alta in una scala di valori che va da 0 (performance pessima) a 5 (performance ottima) passando per livelli intermedi crescenti (scarsa, media e buona).
Il punteggio massimo (5 punti) è stato ottenuto per i volumi di interventi chirurgici urgenti per tumore alla prostata, retto e mammella, ma anche per la crescita dei volumi per visite specialistiche di controllo fisiatriche, ginecologiche e urologiche. Valutazione massima anche per le visite di controllo di chirurgia vascolare, endocrinologica e ortopedica, così come per l’elevata percentuale di utilizzo di farmaci equivalenti con molecole a brevetto scaduto, una modalità che consente maggiori livelli di costo-efficacia nella spesa farmaceutica.
«Il valore dell’analisi condotta – commenta il Direttore Generale Antonio Sanguedolce – da un organismo indipendente come la Scuola Sant’Anna è duplice. Da un lato viene misurata e valutata favorevolmente la performance della nostra azienda, anche con punte di eccellenza, nel biennio in cui l’emergenza Covid19 ha messo a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale. Per un altro verso, ed è ciò che più importa, essa ci consente di avere un’ulteriore e immediata chiave di lettura rispetto alle criticità emerse in talune aree, in cui è necessario intervenire, correggere e quindi migliorare».
Tra gli altri indicatori che hanno ottenuto valutazione ottima (tra 4 e 5 punti) spiccano, inoltre, la bassa percentuale di assistiti over 65 in ADI con limitato accesso al Pronto Soccorso durante la presa in carico domiciliare, laddove tale percentuale indica una buona qualità di assistenza in grado di evitare il frequente ricorso al PS, e i volumi di visite di controllo pneumologiche e neurologiche. In evidenza anche la cospicua quota di interventi per tumore maligno della mammella eseguiti in reparti con volume di attività superiore a 150, un indice di elevata appropriatezza, così come la bassa percentuale di parti operativi (con uso di forcipe o ventosa).
Passando alla fascia di valutazione buona (votazione fra 3 e 4), si segnalano le performance in tema di visita di controllo oncologica e il costo sanitario pro capite aziendale (1.870 euro per abitante). Valutazione buona si registra ugualmente nei parametri relativi alle percentuali di assistiti over 65 in RSA con ridotto accesso al Pronto Soccorso e il limitato ricorso al ricovero per assistiti in ADI over 65 durante la presa in carico domiciliare, entrambi valori che indicano una buona qualità dell’assistenza. Valutata favorevolmente è anche la percentuale di ricoveri in Hospice di malati con patologia oncologica con un tempo massimo di attesa, fra segnalazione e ricovero, uguale o inferiore a 3 giorni.
Nell’area di valutazione media rientrano, poi, i volumi di attività per visita di controllo cardiologica, gastroenterologica e dermatologica. Scendendo lungo la scala dei punteggi, lo studio del Laboratorio MeS individua alcune criticità, riguardanti in particolare gli accessi domiciliari effettuati il sabato, la domenica e nei giorni festivi, il trattamento socio-sanitario residenziale R3 (lungo-assistenza e mantenimento) e le dimissioni da ospedale a domicilio di ultra 75enni. Aree e prestazioni in cui gli effetti collaterali della pandemia hanno avuto un impatto evidente.