VITTORIO POLITO - Con il termine “legge” si possono indicare due cose diverse, a seconda del linguaggio che impieghiamo, tecnico e specialistico in un caso, e comune e generico nell’altro. In questo secondo caso, esso sta per diritto e indica tutte le regole giuridicamente obbligatorie che vigono in un determinato Stato.
Secondo il Vocabolario Treccani la “legge” «è in generale, ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà naturale o umana, e che nello stesso tempo si ponga come guida di comportamenti in armonia con tale realtà».
Vi sono leggi emanate dagli organi che esercitano il potere legislativo (Parlamento); quella naturale, l’insieme dei principî e sentimenti di giustizia che si ritiene che l’uomo abbia in sé connaturati; vi è quella morale, regola d’azione che l’uomo trova nella propria coscienza e che gli serve da guida per discernere il bene dal male; quella divina, la somma dei principî religiosi dati da Dio all’uomo mediante la Rivelazione; la legge umana, in senso generico, il complesso delle norme stabilite dagli uomini per la conservazione e l’ordine della società civile.
Abbiamo vari tipi di legge: costituzionale, che si riferisce agli istituti fondamentali dell’ordinamento dello Stato e che, secondo la Costituzione vigente in Italia, può essere emanata, modificata o abrogata soltanto con particolari procedure; la legge delega, con cui il parlamento incarica il governo di definire una data materia; la legge eccezionale, destinata a restare in vigore per un periodo limitato di tempo; la legge elettorale, che indica le modalità di svolgimento delle elezioni; la legge finanziaria, che definisce anno per anno le entrate e le uscite del bilancio dello stato; la legge ordinaria, che può essere modificata o abrogata da una legge successiva; la legge ponte, che tratta una determinata materia in modo provvisorio (in attesa, cioè, di una legge definitiva); la legge provinciale, emanata da una provincia; la legge quadro, che definisce una determinata materia in termini generali; la legge regionale, emanata da una regione ecc.
Infine c’è la “giurisprudenza” che è la scienza del diritto. La Facoltà universitaria in cui tale materia viene studiata finalizzata a conoscere l’insieme delle leggi e delle sentenze degli organi giurisdizionali di uno Stato.
E i proverbi cosa dicono?
La legge è legge. Dalla legge non si può derogare: la legge, infatti, presuppone il principio secondo il quale deve essere rispettata sempre e comunque, pena una sanzione, altrimenti non si configura come legge ma è solo un consiglio.
Dura lex, sed lex. “Legge dura, ma legge”. Espressione tuttora molto viva per mettere l’interlocutore di fronte ad una necessità, di qualsiasi natura, che non ammette altra soluzione. Si usa anche per schiacciare la resistenza e la protesta di chi deve sottomettersi senz’altro alla volontà e comunque alla sopraffazione.
La legge è una strada dritta e storta. La legge è una indicazione chiara e semplice, ma nell’interpretazione e nella sua applicazione può avere vie oblique e tortuose che permettono di fare una cosa e il suo contrario, stravolgendone il significato, il senso e lo spirito.
Meglio cattiva legge che nessuna legge. Meglio una legge, anche di scarsa efficacia, piuttosto che l’arbitrio: è comunque una regola di riferimento.
Fatta la legge, trovato l’inganno. Non appena si promulga una legge, cercando di eliminare un abuso, subito si trova il modo di eluderla, la scappatoia per aggirarla.
Legge senza pena, campana senza battacchio. La legge che non commina una sanzione per chi non l’osserva è un semplice consiglio di nessuna efficacia.
Curiosità
Nel mondo vi sono anche leggi strane e assurde: eccovene alcune.
In Inghilterra, apporre un francobollo capovolto sopra una lettera è considerato tradimento. Quindi per spedire una cartolina con “baci da Londra” bisogna essere attenti e precisi.
In Francia, non puoi chiamare il tuo porcellino Napoleone.
Nel sud-est del Brasile vige l'obbligo di far indossare al proprio animale da soma un pannolino, quando si passa con il bestiame in città.
Nel Kansas è vietato bere vino in una tazza da tè al posto del calice.
Gli abitanti del Colorado sono tenuti alla pulizia e all’ordine: è infatti illegale avere erbacce nel proprio prato.
Nello Stato del Sud-Africa è vietato sculacciare (anche delicatamente) il proprio bambino quando fa i capricci.
A Singapore nel 1992 è stata promulgata una legge che proibisce la vendita e il consumo di gomme da masticare, perché causava danni all’ambiente e ai cittadini. Quindi è meglio se ti porti delle caramelle o degli snack anziché il solito pacchetto di gomme.
Nel Parlamento britannico è proibito morire. Se ti capitasse di morire lì, ti dovrebbero seppellire con tutti gli onori, come se fossi un membro della famiglia reale.
(hergueux/Pixabay) |
E in Italia che succede?
L’articolo 121 del T.U.P.S. del 18 giugno 1931, terzo comma, vieta il mestiere di ciarlatano.
In Veneto e precisamente ad Eraclea, in provincia di Venezia, non si può vagare per la spiaggia senza maglietta, non si può neanche costruire castelli di sabbia, raccogliere conchiglie e prelevare sabbia.
A Lerici (Spezia) non si può circolare per la cittadina indossando esclusivamente un costume, anzi questo scandaloso abbigliamento non può essere sfoggiato neanche per stendere gli asciugamani fuori dai balconi e dalle finestre.
A Sirolo, un meraviglioso borgo della Riviera del Conero nelle Marche, non si occupa il posto in spiaggia lasciando un asciugamano, non solo perché non è buona educazione ma anche perché si rischia di essere totalmente fuori legge.
Chi pensava di mangiare un panino o di calzare un paio di zoccoli a Capri o a Positano deve toglierselo assolutamente dalla testa. Non è possibile!
A Sorrento, un’ordinanza vieta di sostare nello stesso posto per più di quindici minuti: 500 metri più in là sono sufficienti.
A Brescia sulle gradinate dei monumenti storici non si può sostare. Qualche turista ha già subito le conseguenze per aver osato sostare sui gradini: multe salatissime.