NICOLA ZUCCARO - Dai 30 anni dalle stragi di Capaci e di via d'Amelio del 1992, passando per i 40 anni dall'omicidio del Generale Dalla Chiesa, ai 100 anni dalla marcia su Roma. Chi fra i maturandi del 2022 - studente appassionato di Storia - si aspettava una traccia storica su uno degli avvenimenti precedentemente menzionati, sarà rimasto deluso e incredulo per l'assenza del tema storico nella prova scritta di italiano dell'esame di maturità svoltasi il 22 giugno.
Al suo posto, e inspiegabilmente, due tracce quali la Costituzione della terra e l'interconnessione (più confacenti ad un laureato in Giurisprudenza piuttosto che a un prossimo diplomato), due di carattere letterario su testi di Verga e Pascoli e altrettante "argomentative", aventi per oggetto un saggio scritto da Liliana Segre e da Gherardo Colombo e il discorso tenuto tempo fa dal Premio Nobel Giorgio Parisi alla Camera dei Deputati.
Perchè la traccia storica è stata esclusa? E' la domanda da girare al Ministero della Pubblica Istruzione che, pur proponendo tracce che si collegavano indirettamente con essa, ha negato l'irripetibile occasione e possibilità al singolo maturando di potersi cimentare nell'analisi critica di un determinato avvenimento o fenomeno storico. Paura di generare delle ulteriori contrapposizioni nella perdurante guerra civile che coinvolge l'opinione pubblica italiana?
Se questa ipotesi dovesse essere confermata, si impedirebbe la rigenerazione di una classe intellettuale composta anche da Storici ed il cui compito è quello di accostarsi all'analisi storica con un atteggiamento laico e senza del quale rischierebbero di cadere in quella faziosità, letale, sia per il pluralismo che per il libero esercizio del proprio intelletto.
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