BARI - Venerdì 3 giugno nella sala delle Muse del Circolo Unione ha avuto luogo il Simposio dall’emblematico titolo “Nel segno dell’Umanità. Diventando artigiani della gioia e del positivo per la tutela dell’ambiente, della salute, della vita promuovendo l’equità“, ideato e promosso dall’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus Sezione di Bari d’intesa con la Associazione Nazionale Medici Cattolici e la Federazione Europea medici cattolici. Il moderatore, dott. Renato Piccoli, giornalista di Rai 3, dopo sua breve introduzione e il saluto a tutti gli intervenuti, Autorità Civili e Militari e Presidenti delle Associazioni che hanno patrocinato il Simposio ha invitato il Maestro Francesco Schirò ad eseguire il brano da lui composto e dedicato alle Crocerossine d’Italia Onlus pubblicato insieme ad altri brani musicalmente arrangiati e composti dalla prof.ssa Adriana De Serio nel libro interculturale “Le mani delle madri”, a cura di Santa Fizzarotti Selvaggi con la collaborazione Grazia Andidero e Nadine Vadjo Akré, edito dai tipi di Schena per l’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus Sezione di Bari.
Subito dopo sono intervenuti per un breve saluto il Dott. Giacomo Tomasicchio, Presidente CIRCOLO UNIONE, la Delegata del Sindaco D.ssa Loredana Battista – consigliera per le politiche di contrasto all’emergenza sanitaria trasfusionale e la promozione della donazione, la Prof.ssa Maria Candela, Prorettore, Delegata del Rettore, il Dott. Franco Vavalle – Delegato della FNOMCeO, nonché Vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari.
E’ poi intervenuta Santa Fizzarotti Selvaggi, Vice Presidente nazionale dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus, su “Le ragioni del Simposio” porgendo al foltissimo pubblico il saluto della Presidente Nazionale Mila Brachetti Peretti e di tutti i Soci e le Socie. Così si è espressa “Forse avremmo dovuto intitolare il Simposio “Il mosaico della felicità” o della “gioia” che non è certo un concetto borghese. Questo Simposio “Nel segno dell’Umanità è fondato su quattro parole chiave: ambiente, salute, equità, vita. In questa realtà assai complessa in cui si tende purtroppo non solo al pensiero unico ma al pensiero binario “l’impegno di un singolo individuo può fare la differenza”. Ma il nodo della questione, nel nostro tempo, riguarda le nuove istanze delle varie e complesse realtà sociali e culturali e, dunque, la possibilità di “fare la differenza” all’interno di una visione altra della “differenza” come tale.
Oggi, infatti, con più raffinati e sofisticati strumenti, le «sofferenze che l’essere umano provoca al suo simile» sono infinite e talvolta indicibili… L’Umanità è il principio unificatore che tende a far sì che l’uomo diventi Uomo, a trascendere la sua stessa natura. Noi, invero, abbiamo per quanto possibile il compito di illuminare le forze inconsce che sottendono la Storia dell’Uomo per facilitare lo sviluppo della Coscienza. È fondamentale, dunque, ricostruire un ponte fra gli eventi della storia e l’humanitas: il terreno fecondo dell’incontro, fra esseri umani, fra un Io e un Tu.La Solidarietà, infatti, si nutre dell’Umanità, dell’humus materno, vale a dire della condivisione, di un fare efficace, del formare, del creare e nascere insieme all’Altro: una “Poiesis” che genera la luce del mondo all’interno della quale ognuno cerca se stesso. Ed è così che dalla sofferenza può nascere la gioia facilitando il sentimento di un’epoca di avvento, foriero dell’inedito che può cambiare il corso della storia umana.
Il moderatore cede dunque la parola a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Satriano salutando e ringraziando per aver accolto l’invito a tenere la Lectio Magistralis. Si è trattato di una Lectio colma di contenuti di una straordinaria profondità di pensiero che ha messo a fuoco la relazione tra gli esseri umani. Padre Arcivescovo ha sottolineato la necessità di essere custodi del Creato, tutelando la salute, la vita, l’ambiente. E, citando San Paolo, ha affermato la necessità di vivere l’esperienza dello Spirito, di lasciarsi pervadere dall’amore di Dio. La gioia è segno della presenza del divino nella vita dell’uomo, come scritto anche da Papa Francesco. Si è poi soffermato “sullo sguardo di Gesù ricco di tenerezza materna che va a cogliere la stanchezza dei suoi che spesso è la stanchezza di tutti noi. Per Lui viene prima di tutto la persona, a Lui interessa ciò che siamo, e chiede ai suoi Apostoli di prendersi un po’ di tempo tutto per loro: il tempo per vivere! Li vuole felici, come suggerisce l'omonimo testo poetico di Pablo Neruda. Prendersi del tempo per vivere e per pregare". Sono stati quaranta minuti pieni di saggezza, di profonda e intensa religiosità che lega tutti noi al Cielo lungo la via della gioia e della speranza.
Il Crest dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus Sezione di Bari è stato consegnato a Padre Arcivescovo dalla piccola Angela Brescia.
E’ poi intervenuto il noto P.M .Dott. Michele Ruggiero che ha sottolineato l’importanza del Coraggio in questa epoca difficile in cui la crisi bellica e finanziaria sta impoverendo le famiglie con una inflazione simile a quella di trenta anni addietro. Una crisi che sta generando sfiducia dei cittadini nello Stato, nella politica. Perché “ci sia una palingenesi, - afferma il Dott. Ruggiero, e cioè una rinascita occorre essere capaci di dirsi le cose come stanno: a partire dal fatto che le politiche praticate a livello planetario non hanno al centro l’ interesse dell’uomo e per l’uomo, gli interessi economici e finanziari di alcuni uomini, ma di alcuni Paesi portati a egemonizzare altri Paesi. Nei settori strategici per la sopravvivenza stessa dell’uomo - quali l’approvvigionamento di energia, la tutela dell’ambiente, i sistemi sanitari - stentano a decollare politiche centrate sull’uomo, prevalendo sempre e su tutto le ragioni della produzione.
Renato Piccoli ha invitato il Prof Filippo M. Boscia, Presidente Nazionale AMCI che così si è espresso ”Penso che non si debba restare in silenzio o disertare il dibattito sui temi che caratterizzano questo profondo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. Come cittadini di uno stato democratico, partecipi della vita civile e fedeli interpreti di regole giuste ed equilibrate, dobbiamo dar risposta ad ogni vita fragile, ad ogni vita che ci sollecita l’adempimento della “Custodia, nel segno dell’umanità”. Essere artigiani della gioia e del positivo per la tutela dell’ambiente, della salute, dell’ambiente dovremmo innanzitutto essere presi dalla con-passione. Chi soffre va aiutato a ritrovare le ragioni di vita, ma il mondo intero rivendica il diritto di essere custodito e se saremo capaci di custodire gli altri, saremo in grado anche di custodire il Creato. La pandemia ci ha profondamente colpito e ferito ed ha esasperato situazioni di povertà e fragilità, creando instabilità sul nostro esistere, sbugiardando le nostre tante insicure convinzioni. Il virus ha sferzato ogni humus vulnerabile e oggi ci fa molto riflettere sui nostri stili di vita, ma soprattutto su quei perniciosi atteggiamenti che ci pongono in concorrenza, spesso sleale, gli uni con gli altri. La verità fondamentale che dobbiamo tener presente è che non siamo creatori di noi stessi e del nostro habitat ma siamo creature”.
Successivamente il Dr. Vincenzo De Filippis, presidente Federazione Europea Associazioni Medici cattolici ha evidenziato” il valore della compassione nel processo di umanizzazione. La compassione è lo stile di Dio e, quindi, dovrebbe essere lo stile di ogni credente: nel ribadire i valori cristiani bisogna sempre aggiungere uno sguardo di compassione, che diventa prossimità, condivisione, accompagnamento, sguardo che si specchia nell’altro. La compassione restituisce dignità a chi ha sbagliato (parabola del figlio prodigo), cura e si prende cura senza distinzioni (parabola del buon samaritano), va oltre e talora viola le consuetudini (parabola del lebbroso guarito), offre riflessioni e letture nuove (parabola di Gesù che insegna alla folla che appariva £gregge senza pastore”). La compassione è la esplicitazione di vita della fratellanza universale (Cfr. Enc. Fratelli tutti) e dell’appartenenza all’unico Padre, che è misericordioso con ciascuno di noi. Nella compassione lo stile, quindi, per riumanizzare le relazioni tra le persone, il creato, il presente ed il futuro dell’umanità”.
Padre Mariano Bubbico - cappuccino e psicologo della Comunità Francescana di Bari. ha detto “ Questo titolo mi commuove, penso all'umanità e vedo dove si trova questa umanità oggi: Ci dobbiamo scoraggiare? NO, Credere, sperare e agire aspettando dei profeti che possono amare le persone e la natura tutta. Francesco, dopo l'esperienza con il Cristo Crocifisso di San Damiano e l'incontro con il lebbroso rivoluziona la teologia della creazione: sente dentro il suo cuore il senso dell figliolanza divina e si sente fratello di Gesù, fonda la vita in fraternità con i primi compagni, e conoscendo Chiara si sente fratello con lei e con le sue consorelle. Con il tempo si sente fratello di uomini e e donne che incontra nel suo cammino esistenziale. Cammin facendo questo senso di fratellanza lo estende agli animali, alle piante, alla natura tutta. Francesco, dopo una notte di sofferenze per le notevoli sofferenze agli occhi e all'intestino, al mattino invece di lamentarsi, chiamò il frate Leone e gli suggerì il Cantico DELLE CREATURE. Il Cantico delle creature ha segnato non solo l'INIZIO della storia della letteratura italiana, ma anche la storia della spiritualità”.
Il moderatore ha poi ringraziato tutte le Associazioni presenti, tra cui la Comunità Greca di Bari e le Istituzioni che hanno concesso il Patrocinio come per esempio la Città di Bari, l’Università degli Studi Aldo Moro - Bari, gli Enti, le Associazioni e il Circolo Unione.
In chiusura la Prof. Adriana De Serio, con la Nuova Armonia Band, ha eseguito tre brani tra i quali” La vita è bella”. Santa Fizzarotti Selvaggi ha poi concluso ringraziando tutti i presenti, le Autorità, i Soci e le Socie, gli Amici, che hanno collaborato sempre con grande passione tra i quali Eleonora Attimonelli, Angela Brescia, Rita Caldarola, Rosalba Manfredi e la Responsabile della Sezione di Bari Grazia Andidero. Grata al prof. Filippo Maria Boscia e al dr Vincenzo De Filippis per la intensa collaborazione senza la quale non si sarebbe potuto realizzare l’incontro , ai relatori, agli Artisti, alle Associazioni che hanno condiviso pienamente l’idea del Simposio.
Gratitudine in primis a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari Bitonto, per aver accolto l’invito con la sua Lectio Magistralis e il cui sorriso invita noi tutti, ospiti della Creazione, alla Speranza, quale password del futuro nel suo accadere trasformativo.
Subito dopo sono intervenuti per un breve saluto il Dott. Giacomo Tomasicchio, Presidente CIRCOLO UNIONE, la Delegata del Sindaco D.ssa Loredana Battista – consigliera per le politiche di contrasto all’emergenza sanitaria trasfusionale e la promozione della donazione, la Prof.ssa Maria Candela, Prorettore, Delegata del Rettore, il Dott. Franco Vavalle – Delegato della FNOMCeO, nonché Vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Bari.
E’ poi intervenuta Santa Fizzarotti Selvaggi, Vice Presidente nazionale dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus, su “Le ragioni del Simposio” porgendo al foltissimo pubblico il saluto della Presidente Nazionale Mila Brachetti Peretti e di tutti i Soci e le Socie. Così si è espressa “Forse avremmo dovuto intitolare il Simposio “Il mosaico della felicità” o della “gioia” che non è certo un concetto borghese. Questo Simposio “Nel segno dell’Umanità è fondato su quattro parole chiave: ambiente, salute, equità, vita. In questa realtà assai complessa in cui si tende purtroppo non solo al pensiero unico ma al pensiero binario “l’impegno di un singolo individuo può fare la differenza”. Ma il nodo della questione, nel nostro tempo, riguarda le nuove istanze delle varie e complesse realtà sociali e culturali e, dunque, la possibilità di “fare la differenza” all’interno di una visione altra della “differenza” come tale.
Oggi, infatti, con più raffinati e sofisticati strumenti, le «sofferenze che l’essere umano provoca al suo simile» sono infinite e talvolta indicibili… L’Umanità è il principio unificatore che tende a far sì che l’uomo diventi Uomo, a trascendere la sua stessa natura. Noi, invero, abbiamo per quanto possibile il compito di illuminare le forze inconsce che sottendono la Storia dell’Uomo per facilitare lo sviluppo della Coscienza. È fondamentale, dunque, ricostruire un ponte fra gli eventi della storia e l’humanitas: il terreno fecondo dell’incontro, fra esseri umani, fra un Io e un Tu.La Solidarietà, infatti, si nutre dell’Umanità, dell’humus materno, vale a dire della condivisione, di un fare efficace, del formare, del creare e nascere insieme all’Altro: una “Poiesis” che genera la luce del mondo all’interno della quale ognuno cerca se stesso. Ed è così che dalla sofferenza può nascere la gioia facilitando il sentimento di un’epoca di avvento, foriero dell’inedito che può cambiare il corso della storia umana.
Il moderatore cede dunque la parola a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Satriano salutando e ringraziando per aver accolto l’invito a tenere la Lectio Magistralis. Si è trattato di una Lectio colma di contenuti di una straordinaria profondità di pensiero che ha messo a fuoco la relazione tra gli esseri umani. Padre Arcivescovo ha sottolineato la necessità di essere custodi del Creato, tutelando la salute, la vita, l’ambiente. E, citando San Paolo, ha affermato la necessità di vivere l’esperienza dello Spirito, di lasciarsi pervadere dall’amore di Dio. La gioia è segno della presenza del divino nella vita dell’uomo, come scritto anche da Papa Francesco. Si è poi soffermato “sullo sguardo di Gesù ricco di tenerezza materna che va a cogliere la stanchezza dei suoi che spesso è la stanchezza di tutti noi. Per Lui viene prima di tutto la persona, a Lui interessa ciò che siamo, e chiede ai suoi Apostoli di prendersi un po’ di tempo tutto per loro: il tempo per vivere! Li vuole felici, come suggerisce l'omonimo testo poetico di Pablo Neruda. Prendersi del tempo per vivere e per pregare". Sono stati quaranta minuti pieni di saggezza, di profonda e intensa religiosità che lega tutti noi al Cielo lungo la via della gioia e della speranza.
Il Crest dell’Associazione Crocerossine d’Italia Onlus Sezione di Bari è stato consegnato a Padre Arcivescovo dalla piccola Angela Brescia.
E’ poi intervenuto il noto P.M .Dott. Michele Ruggiero che ha sottolineato l’importanza del Coraggio in questa epoca difficile in cui la crisi bellica e finanziaria sta impoverendo le famiglie con una inflazione simile a quella di trenta anni addietro. Una crisi che sta generando sfiducia dei cittadini nello Stato, nella politica. Perché “ci sia una palingenesi, - afferma il Dott. Ruggiero, e cioè una rinascita occorre essere capaci di dirsi le cose come stanno: a partire dal fatto che le politiche praticate a livello planetario non hanno al centro l’ interesse dell’uomo e per l’uomo, gli interessi economici e finanziari di alcuni uomini, ma di alcuni Paesi portati a egemonizzare altri Paesi. Nei settori strategici per la sopravvivenza stessa dell’uomo - quali l’approvvigionamento di energia, la tutela dell’ambiente, i sistemi sanitari - stentano a decollare politiche centrate sull’uomo, prevalendo sempre e su tutto le ragioni della produzione.
Renato Piccoli ha invitato il Prof Filippo M. Boscia, Presidente Nazionale AMCI che così si è espresso ”Penso che non si debba restare in silenzio o disertare il dibattito sui temi che caratterizzano questo profondo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. Come cittadini di uno stato democratico, partecipi della vita civile e fedeli interpreti di regole giuste ed equilibrate, dobbiamo dar risposta ad ogni vita fragile, ad ogni vita che ci sollecita l’adempimento della “Custodia, nel segno dell’umanità”. Essere artigiani della gioia e del positivo per la tutela dell’ambiente, della salute, dell’ambiente dovremmo innanzitutto essere presi dalla con-passione. Chi soffre va aiutato a ritrovare le ragioni di vita, ma il mondo intero rivendica il diritto di essere custodito e se saremo capaci di custodire gli altri, saremo in grado anche di custodire il Creato. La pandemia ci ha profondamente colpito e ferito ed ha esasperato situazioni di povertà e fragilità, creando instabilità sul nostro esistere, sbugiardando le nostre tante insicure convinzioni. Il virus ha sferzato ogni humus vulnerabile e oggi ci fa molto riflettere sui nostri stili di vita, ma soprattutto su quei perniciosi atteggiamenti che ci pongono in concorrenza, spesso sleale, gli uni con gli altri. La verità fondamentale che dobbiamo tener presente è che non siamo creatori di noi stessi e del nostro habitat ma siamo creature”.
Successivamente il Dr. Vincenzo De Filippis, presidente Federazione Europea Associazioni Medici cattolici ha evidenziato” il valore della compassione nel processo di umanizzazione. La compassione è lo stile di Dio e, quindi, dovrebbe essere lo stile di ogni credente: nel ribadire i valori cristiani bisogna sempre aggiungere uno sguardo di compassione, che diventa prossimità, condivisione, accompagnamento, sguardo che si specchia nell’altro. La compassione restituisce dignità a chi ha sbagliato (parabola del figlio prodigo), cura e si prende cura senza distinzioni (parabola del buon samaritano), va oltre e talora viola le consuetudini (parabola del lebbroso guarito), offre riflessioni e letture nuove (parabola di Gesù che insegna alla folla che appariva £gregge senza pastore”). La compassione è la esplicitazione di vita della fratellanza universale (Cfr. Enc. Fratelli tutti) e dell’appartenenza all’unico Padre, che è misericordioso con ciascuno di noi. Nella compassione lo stile, quindi, per riumanizzare le relazioni tra le persone, il creato, il presente ed il futuro dell’umanità”.
Padre Mariano Bubbico - cappuccino e psicologo della Comunità Francescana di Bari. ha detto “ Questo titolo mi commuove, penso all'umanità e vedo dove si trova questa umanità oggi: Ci dobbiamo scoraggiare? NO, Credere, sperare e agire aspettando dei profeti che possono amare le persone e la natura tutta. Francesco, dopo l'esperienza con il Cristo Crocifisso di San Damiano e l'incontro con il lebbroso rivoluziona la teologia della creazione: sente dentro il suo cuore il senso dell figliolanza divina e si sente fratello di Gesù, fonda la vita in fraternità con i primi compagni, e conoscendo Chiara si sente fratello con lei e con le sue consorelle. Con il tempo si sente fratello di uomini e e donne che incontra nel suo cammino esistenziale. Cammin facendo questo senso di fratellanza lo estende agli animali, alle piante, alla natura tutta. Francesco, dopo una notte di sofferenze per le notevoli sofferenze agli occhi e all'intestino, al mattino invece di lamentarsi, chiamò il frate Leone e gli suggerì il Cantico DELLE CREATURE. Il Cantico delle creature ha segnato non solo l'INIZIO della storia della letteratura italiana, ma anche la storia della spiritualità”.
Il moderatore ha poi ringraziato tutte le Associazioni presenti, tra cui la Comunità Greca di Bari e le Istituzioni che hanno concesso il Patrocinio come per esempio la Città di Bari, l’Università degli Studi Aldo Moro - Bari, gli Enti, le Associazioni e il Circolo Unione.
In chiusura la Prof. Adriana De Serio, con la Nuova Armonia Band, ha eseguito tre brani tra i quali” La vita è bella”. Santa Fizzarotti Selvaggi ha poi concluso ringraziando tutti i presenti, le Autorità, i Soci e le Socie, gli Amici, che hanno collaborato sempre con grande passione tra i quali Eleonora Attimonelli, Angela Brescia, Rita Caldarola, Rosalba Manfredi e la Responsabile della Sezione di Bari Grazia Andidero. Grata al prof. Filippo Maria Boscia e al dr Vincenzo De Filippis per la intensa collaborazione senza la quale non si sarebbe potuto realizzare l’incontro , ai relatori, agli Artisti, alle Associazioni che hanno condiviso pienamente l’idea del Simposio.
Gratitudine in primis a Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari Bitonto, per aver accolto l’invito con la sua Lectio Magistralis e il cui sorriso invita noi tutti, ospiti della Creazione, alla Speranza, quale password del futuro nel suo accadere trasformativo.