BARI - Si è tenuta stamattina, a Palazzo di Città, la conferenza stampa sul premio “Oscar della Salute” conferito alla città di Bari lo scorso 10 giugno ad Ancona, nell’ambito del programma Città Sane dell’OMS, per il Progetto Bari Food Policy.
All’incontro sono intervenuti il docente di Medicina Interna all’Università degli Studi di Bari Antonio Moschetta, la direttrice del Centro interdipartimentale di Uniba “Cibo e Salute” Filomena Corbo, il ricercatore del Ciheam-IAMB Bari Damiano Petruzzella, le assessore comunali al Welfare e alle Politiche educative, Francesca Bottalico e Paola Romano, e i delegati per la rete della Città Sane Giuseppe Cascella e Loredana Battista.
La rete Città Sane è un network nazionale di città, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per la Salute, che dal 1948 opera con l’obiettivo di assicurare alla popolazione mondiale il più alto livello di salute, per sviluppare politiche locali sul tema della salute urbana, della prevenzione e della promozione di stili di vita sostenibili.
La Città di Bari, nell’occasione del Premio, ha candidato la redigenda Food Policy di Bari che si compone di una serie di azioni pilota che l’amministrazione ha portato avanti negli anni, tra cui la mensa scolastica bio, il programma Bari Social Food per il contrasto allo spreco alimentare, le politiche sugli orti urbani e didattici (Rigenerazioni Creative e Orti didattici) e le misure solidaristiche sulla distribuzione alimentare sociale.
“Questo premio, ritirato ad Ancona una quindicina di giorni fa - ha detto Giuseppe Cascella- pone Bari a livello di città come Milano, che su argomenti come l’alimentazione e la salute sono all’avanguardia, basti ricordare l’Expo 2015. La nostra partecipazione alla Rete Città Sane è importante perché le città, attraverso politiche virtuose, possono agire efficacemente sulle cause che condizionano la salute delle comunità, come le problematiche ambientali, la denutrizione, l’esclusione sociale, la scarsa prevenzione. L’OMS da tempo ha operato una rivoluzione copernicana sul concetto di salute, promuovendo l’approccio One Health, recepito anche dal nostro Istituto Superiore di Sanità, ossia un orientamento strategico che integra le azioni di tutela e promozione della salute nella progettazione urbana, sottolineando la forte interdipendenza tra il benessere fisico, psichico e sociale e l’ambiente urbano in cui si vive. Attraverso la food policy, incardinata nel Gabinetto del sindaco, e trasversale a diversi assessorati, il Comune di Bari si sta impegnando a orientare le scelte delle famiglie in relazione ai consumi alimentari negli aspetti nutrizionali (per prevenire ad esempio l’obesità infantile, problematiche cardiovascolari, diabete), di sicurezza alimentare (promozione di filiere controllate e territoriali), etici (promozione di produzioni che rispettino il diritto dei lavoratori in contrasto al caporalato, valorizzazione dell’economia locale), sociali (promozione di misure di contrasto allo spreco alimentare e di food sharing), ambientali (promozione di packaging plastic free), al fine di migliorare la qualità della vita delle persone e favorire nuove relazioni sul tema del cibo sano e dell’alimentazione”.
“La rete, promossa dall’OMS - ha spiegato Loredana Battista - ci permette di collegarci con altre città italiane e straniere, pur essendoci iscritti solo a gennaio. Il progetto, che ha coinvolto circa 150 città italiane, ci ha consentito di ottenere questo riconoscimento, molto importante soprattutto nella prospettiva di comprendere quello che è veramente importante per noi riguardo l’alimentazione, la salute, il benessere e, non ultimo aspetto del problema, la lotta agli sprechi alimentari e di agire di conseguenza”.
Il professor Moschetta ha fornito alcuni dati sulle abitudini alimentari in età pediatrica: “Il progetto Occhio alla Salute del ministero della Sanità ha rilevato che nell’anno 2006 l’Italia si poneva al secondo posto rispetto alla quantità di bambini obesi o in sovrappeso, dieci anni dopo la nostra regione era scesa al sesto posto di questa classifica negativa. Questo significa che, ad esempio nelle scuole, si è fatta tanta strada in tema di educazione alimentare dei bambini. Grazie anche ad una serie di iniziative importanti, parlare di cibo significa parlare di salute e, in definitiva, di una concreta riduzione di tante patologie nel futuro. In campo oncologico, ad esempio, attualmente a Bari, a distanza di 5 anni dalla prima diagnosi, si riscontra un 60% circa di pazienti che non presentano più il tumore, mentre la media in Europa è intorno al 57%. Questo risultato è ancora più sorprendente se si pensa che negli anni ‘90 si arrivava appena al 31 %. E tutto questo è dovuto certamente a una corretta educazione alimentare e a nuovi stili di vita, valori che devono essere diffusi tra fasce sempre più ampie della popolazione”.
“Questo è un progetto che parte dai più piccoli, proprio perché è necessario creare un percorso educativo e pedagogico - ha continuato Paola Romano - sin dalla più tenera età. I dati pugliesi non sono ancora soddisfacenti, perché un bambino su cinque rischia l’obesità ed è per questo che siamo partiti dalle scuole con un’educazione alimentare sul campo, creando una rete di orti didattici con cui porteremo avanti un programma di educazione alimentare e di sostenibilità rivolto non solo ai bambini, ma anche ai genitori”.
La professoressa Filomena Corbo ha parlato del contributo che l’università potrà offrire, tra l’altro quello di “selezionare, tra i tanti alimenti della nostra regione, quelli che abbiano al loro interno quelle molecole bioattive che possono incidere attivamente sulle cosiddette malattie non trasmissibili, tra cui l’obesità infantile”.
“Da due anni l’assessorato al Welfare porta avanti il progetto Bari Social Food - ha concluso Francesca Bottalico -, il primo progetto pubblico di contrasto agli sprechi alimentari, raccolta e redistribuzione delle eccedenze tra persone e nuclei familiari in condizioni di disagio socio-economico per la promozione, nel medio-lungo periodo, di una maggiore sensibilità e consapevolezza sui temi dello spreco e dell’impatto ambientale, sociale ed economico che il mancato utilizzo delle risorse eccedenti comporta”.
Da domani, mercoledì 29 giugno, negli spazi dell’Urban Center di via de Bellis (con inizio alle ore 17), partiranno 5 focus group con stakeholders privilegiati chiamati a riflettere su diversi temi individuati secondo il seguente programma:
· 29 giugno: Filiere agrifood e trasformazione alimentare
· 12 luglio: Distribuzione e ristorazione
· 13 luglio:Reti e attori sociali (spreco, attivismo urbano, civismo alimentare)
· 6 settembre: Consumatori e giunte alimentari8 settembre: Nutrizione e salute.
Le azioni pilota della Food Policy già sperimentate in questi anni dal Comune di Bari e vincitrici dell’Oscar della Salute sono le seguenti:Mense Scolastiche Green
Il Comune di Bari ha avviato una vera e propria rivoluzione nel servizio di refezione scolastica, introducendo tra le prime città in Italia e, come prima in Puglia, un’offerta alimentare interamente biologica e a km zero, disegnata su presupposti di qualità e varietà nutrizionale, di rispetto per le diversità culturali e religiose e organizzata su criteri di tutela ambientale e sostenibilità. Il servizio di mensa scolastica della Città di Bari, concertato con nutrizionisti interni, medici della ASL BA e genitori, è strutturato su indirizzi di corretta alimentazione e prevenzione dell’obesità infantile. Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo ha attribuito a questa esperienza il sigillo di “mensa di eccellenza” per la qualità e la tracciabilità dei prodotti biologici utilizzati, assegnando all’ente, annualmente, una premialità economica che il Comune di Bari ha voluto destinare alla riduzione delle tariffe per le fasce di famiglie più deboli.Orti e agricoltura periurbana
La Città di Bari ha avviato dal 2020 un nuovo corso di valorizzazione dei terreni agricoli periurbani abbandonati, a fini produttivi e comunitari (Rigenerazioni Creative) dialogando con le associazioni ambientali impegnate nell’agricoltura sociale urbana e i movimenti civici di quartiere. L’esperienza degli orti periurbani si inserisce in questo quadro di collaborazione sussidiaria e rappresenta certamente una delle pratiche esemplari oggi presenti a Bari. Tra questi, il più importante per dimensione è Orto Domingo, sviluppato su una superficie di circa 11.500 metri quadrati, con un perimetro di circa 600 metri, nato dalla volontà di un collettivo in seno a un super condominio cittadino, di riappropriarsi di un’area comunale abbandonata da riconvertire.Distribuzione alimentare covid e contrasto alle povertà
Durante il primo lockdown (nel 2020) l’amministrazione comunale, per contrastare l’emergenza alimentare COVID-19, ha attivato un network di 700 volontari che hanno consentito di fornire assistenza ad anziani e persone fragili sul fronte alimentare, raccogliendo donazioni e garantendone la distribuzione a domicilio. Il network solidale, coordinato dalla ripartizione Welfare, è stato strutturato su 10 hub di quartiere, insediati presso i Centri servizi per le famiglie e dedicati alla raccolta dei bisogni, alla preparazione dei kit alimentari, alla gestione della logistica e dei volontari e alla pianificazione della distribuzione. Sono state altresì attivate 40 linee di ascolto nei 5 Municipi. Alla rete solidale hanno aderito anche i rappresentanti degli enti del terzo settore, gli imprenditori del settore alimentare, i titolari di farmacie, i medici e gli operatori sanitari che hanno garantito anche visite a domicilio e forme di assistenza psicologica e sociale all’utenza.Contrasto allo spreco alimentare
Il Comune di Bari ha istituito nel 2021 un network urbano solidale (Bari Social Food), in grado di promuovere il riutilizzo alimentare e ridurre le eccedenze. Il progetto ha promosso la formazione di un albo dei donatori (ristoranti, piccola, media e grande distribuzione, artigiani alimentari ecc.) e la costituzione di 10 antenne territoriali di quartiere non profit che raccolgono le eccedenze alimentari per distribuirle a famiglie e persone in difficoltà. Le antenne territoriali, opportunamente dotate di frigoriferi e magazzini per lo stoccaggio dal Comune, per tutte le tipologie di cibo (secco, fresco, lavorato, surgelati) sono rifornite direttamente dai donatori, anche attraverso la piattaforma digitale “Bring the food”, che consente di efficientare il sistema di raccolta e distribuzione. Bari Social Food, contestualmente, opera sulle attività di sensibilizzazione e di formazione nelle scuole, fondamentali per agevolare il cambio di mentalità oggi più che mai necessario.Reinserimento dei giovani nell’agricoltura sociale
Il Comune di Bari è attivo, nell’ambito di una misura metropolitana più ampia (AGRICULTURA), in un’azione di reinserimento lavorativo dei giovani NEET sulle filiere dell’agricoltura sociale, su terreni pubblici in stato di abbandono o confiscati alle mafie. La misura è finanziata nell’ambito del PON LEGALITÀ 2014-2020 e ha previsto come primo step, la ricognizione dei terreni disponibili e la creazione di una “Banca della Terra”, per poi concentrarsi sulla formazione e la qualificazione dei giovani beneficiari per la creazione di nuove imprese e la valorizzazione dei beni agricoli, per la creazione di una filiera “agriculturale”. L’idea è quella di integrare il percorso di formazione, orientamento e sviluppo dell’idea imprenditoriale con le misure di valorizzazione periurbana, per favorire il passaggio ad una dimensione di mercato che ne garantisca la sostenibilità attraverso il rafforzamento del collegamento con i consumatori e la comunità, finalizzato alla vendita diretta e quindi allo sviluppo di nuove forme di filiera corta.Orti didattici ed outdoor education
Il Comune di Bari, grazie al sostegno finanziario del Ministero delle Politiche agricole, attribuito all’ente in virtù della sua mensa biologica, ha ideato una misura di piccola infrastrutturazione di orti didattici ed educativi presso le scuole dell’infanzia e primarie di Bari, dove è attivo il servizio mensa. Attraverso un avviso pubblico sono state selezionate le scuole, candidate in partnership con enti del terzo settore in possesso di know how per la formazione dei bambini e degli insegnanti. L’obiettivo è quello di strutturare in città un network di orti didattici e scolastici composto dall’ente locale, le scuole e i soggetti del terzo settore, con l’obiettivo di promuovere esperienze innovative e localizzate di “comunità di apprendimento” sui temi dell’alimentazione, a forte vocazione ambientale, per favorire un maggior dialogo tra la scuola, i docenti, i genitori, il quartiere e le reti di cittadinanza attiva sui temi dell’alimentazione e dei consumi responsabili.Ricerca universitaria su cibo e salute
Il Comune di Bari, nell’ambito del Progetto Agriculture promosso dalla Città Metropolitana di Bari e sostenuto dal PON Legalità 2014-2020, ha costituito un gruppo di ricerca sulla Food Policy di cui fanno parte esponenti del Gabinetto del Sindaco e del servizio refezione scolastica del PEGL, ricercatori del Cieham-IAMB, del Politecnico di Bari e della Statale di Milano per approfondire i caratteri della produzione alimentare urbana, indagare le tendenze di consumo alimentari, analizzare le relazioni tra alimentazione e sviluppo urbano, definire le linee di intervento della BUFP, in accordo con i principali stakeholder locali.