BARI - “Il Consiglio di Amministrazione dell’Apulia Film Commission non ha più l’agibilità amministrativa-tecnico-gestionale. Francamente noi di Fratelli d’Italia lo avevamo ipotizzato fin dal febbraio scorso, vale a dire sei mesi fa, quando in seguito a una lite, con risvolti penali, fra la presidente Simonetta Dello Monaco e il direttore Antonio Parente, avevamo audito in Commissione l’allora CdA che si era presentata in parte dimissionaria proprio perché il clima nella Fondazione non permetteva più di andare avanti". Così in una nota congiunta i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli e Renato Perrini, a margine della Seconda Commissione dove c’è stata l’audizione di tre componenti del CdA, Sbarra, Samarelli e Vaccari e del direttore Parente.
“Il presidente Emiliano - prosegue la nota di FdI -, che detiene la delega alla Cultura, allora aveva pensato bene di ‘lavare i panni sporchi in famiglia’ e quindi nominò, a fine gennaio, un nuovo CdA come pannicello caldo. Non ci convinse e non rimanemmo convinti neppure quando agli inizi di marzo scorso in audizione venne l’AfC in grande spolvero – dalla Dello Monaco, a Parente, e il nuovo CdA Carmelo Grassi, Marina Samarelli e Ettore Sbarra – assicurando tutti che la ‘Fondazione era tornata operativa al 100%”".
“Era evidente che non era così, che non bastava il cambio di tre componenti del CdA per sanare una frattura fra l’organo di Amministrazione e quello Operativo. Quanto oggi detto dal vicepresidente Sbarra e dal consigliere più anziano, Giandomenico Vaccari, sono parole di una durezza fuori dal comune per quello che concerne proprio l’impraticabilità civile di tenere consigli di amministrazione. Noi non entriamo nel merito di chi ha ragione e chi ha torto, ma è fin troppo evidente che quello che sta accadendo in una delle Fondazioni più importanti della Regione Puglia è a dir poco allucinante. Tenuto conto anche delle ingenti risorse che vengono ‘mosse’ all’interno. E proprio su questo secondo aspetto si è aperto oggi uno scenario ancora più inquietante riguardante l’ALLORA FEST. La sensazione è che si siano raggirate le norme previste dalle leggi contabili del codice degli appalti spacchettando i 350mila euro, di fatto affidati a un’associazione che ha lo stesso nome del Festival, in maniera non del tutto chiara. Il rimpallo di responsabilità fra dipartimento Cultura e Afc non può certo dissipare i dubbi su delibere regionali e verbali di attuazione".
“Qualcuno - spiega la nota - deve dare spiegazioni e non può che essere Michele Emiliano, che non può non essere a conoscenza sia di ci? che da mesi avviene nel cda, comunque sia composto ma sempre come presidente Dello Monaco, e quindi ci chiediamo: perché fa finta di nulla? Emiliano è a conoscenza di quanto oggi dichiarato dall’avvocato Sbarra che la presidente agisce sovente senza l’autorizzazione del Cda impegnandosi anche con stakeholder o travalicando ruoli che non le competono? Di certo sa che – a detta del direttore Parente – sull’ALLORA FEST ci sono state delibere regionali tardive e forse riparatorie di atti amministrativi già compiuti…
“In ogni caso - conclude la nota - da ieri il Collegio sindacale ha inviato una richiesta al CdA e presumiamo a tutti i soci (Regione Puglia e 59 Comuni pugliesi fra i quali Bari, Lecce e Brindisi) per illustrare i gravi motivi che portano alla paralisi della Fondazione.
“Una cosa è parlare di Cinema, altro presiedere un CdA” queste le parole testuali del vicepresidente Sbarra”.
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