MILANO - L'esame effettuato sulla piccola Diana, deceduta
dopo essere rimasta per giorni da sola in cassa
senza bere e mangiare, non ha risposto a tutti gli
interrogativi. Si attendono i risultati di ulteriori test:
potrebbe aggravarsi la posizione della madre, che
resta in carcere a San Vittore.
Ciò su cui si concentreranno le prossime analisi è il latte rimasto nel biberon della piccola, per accertare che vi fossero contenute delle benzodiazepine o meno.
In casa, accanto al biberon, è stata infatti trovata una boccetta di farmaco tranquillante, che si sospetta essere stato somministrato alla piccola dalla madre per evitare che piangesse e allertasse i vicini.
Secondo i primi esami, la bimba sarebbe deceduta almeno 24 ore prima che la madre facesse ritorno nell’appartamento, scoprendone quindi il decesso.
Tuttavia secondo gli elementi raccolti sinora dalla Procura milanese il quadro probatorio risulta inconfutabile: nei prossimi mesi si arriverà probabilmente alla richiesta di processo con rito immediato per omicidio volontario pluriaggravato a carico di Alessia Pifferi, la madre 36enne di Diana.
Ciò che potrebbe peggiorare ancora di più la situazione della donna potrebbe essere proprio l’eventuale presenza di tranquillanti nel latte della piccola, perché in questo caso si andrebbe a definire un’accusa ancora più grave: all’omicidio volontario si potrebbe associare il “dolo pieno” e la premeditazione.
La pena per i reati ipotizzati può arrivare addirittura all’ergastolo.
Ciò su cui si concentreranno le prossime analisi è il latte rimasto nel biberon della piccola, per accertare che vi fossero contenute delle benzodiazepine o meno.
In casa, accanto al biberon, è stata infatti trovata una boccetta di farmaco tranquillante, che si sospetta essere stato somministrato alla piccola dalla madre per evitare che piangesse e allertasse i vicini.
Secondo i primi esami, la bimba sarebbe deceduta almeno 24 ore prima che la madre facesse ritorno nell’appartamento, scoprendone quindi il decesso.
Tuttavia secondo gli elementi raccolti sinora dalla Procura milanese il quadro probatorio risulta inconfutabile: nei prossimi mesi si arriverà probabilmente alla richiesta di processo con rito immediato per omicidio volontario pluriaggravato a carico di Alessia Pifferi, la madre 36enne di Diana.
Ciò che potrebbe peggiorare ancora di più la situazione della donna potrebbe essere proprio l’eventuale presenza di tranquillanti nel latte della piccola, perché in questo caso si andrebbe a definire un’accusa ancora più grave: all’omicidio volontario si potrebbe associare il “dolo pieno” e la premeditazione.
La pena per i reati ipotizzati può arrivare addirittura all’ergastolo.
Tags
CRONACA