Berlusconi: "Meloni? Ha le carte per guidare il governo"
ROMA - Il leader forzista si dice soddisfatto di quanto emerso nel vertice del centrodestra perché dalla riunione "esce unito, non sui posti ma sulle idee, sul programma, sui progetti per l'Italia e anche sui criteri per indicare il candidato premier".
Berlusconi in un'intervista a Qn chiarisce che non ci sono veti sulla Meloni premier: "Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, come tanti esponenti di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione, ha tutte le carte in regola e l'autorevolezza per guidare un governo di alto profilo, credibile nel mondo, saldamente legato all'Europa e all'Occidente".
"Le tre grandi forze politiche del centrodestra sono tutte necessarie numericamente per vincere e politicamente per governare - sottolinea Berlusconi -. Quindi non ha senso valutarle sulla base di sondaggi. Esiste la parte proporzionale perché siano gli elettori a misurare il peso dei singoli partiti". Parlando delle fuoriuscite da FI poi, si dice "amareggiato, sia per la scelta che per il metodo che hanno voluto seguire". Con riferimento a Brunetta, Gelmini e Carfagna, "ho continuato ad illudermi fino all'ultimo che prevalessero le ragioni della coerenza ed anche della convenienza. Hanno rinnegato non me, ma i loro elettori, la loro storia, la loro vita", dichiara Berlusconi, e prosegue: "L'idea di un centro disancorato dal centro-destra porta ovviamente a creare un finto centro, alleato alla sinistra. Il contrario di quello che accade in Europa, di quello che chiede il Ppe. L'idea di una coalizione che vada da Calenda e dalla Bonino all'estrema sinistra di Speranza certamente mi preoccupa ma al tempo stesso mi fa sorridere".
Berlusconi in un'intervista a Qn chiarisce che non ci sono veti sulla Meloni premier: "Giorgia Meloni, come Matteo Salvini, come tanti esponenti di Forza Italia e degli altri partiti della coalizione, ha tutte le carte in regola e l'autorevolezza per guidare un governo di alto profilo, credibile nel mondo, saldamente legato all'Europa e all'Occidente".
"Le tre grandi forze politiche del centrodestra sono tutte necessarie numericamente per vincere e politicamente per governare - sottolinea Berlusconi -. Quindi non ha senso valutarle sulla base di sondaggi. Esiste la parte proporzionale perché siano gli elettori a misurare il peso dei singoli partiti". Parlando delle fuoriuscite da FI poi, si dice "amareggiato, sia per la scelta che per il metodo che hanno voluto seguire". Con riferimento a Brunetta, Gelmini e Carfagna, "ho continuato ad illudermi fino all'ultimo che prevalessero le ragioni della coerenza ed anche della convenienza. Hanno rinnegato non me, ma i loro elettori, la loro storia, la loro vita", dichiara Berlusconi, e prosegue: "L'idea di un centro disancorato dal centro-destra porta ovviamente a creare un finto centro, alleato alla sinistra. Il contrario di quello che accade in Europa, di quello che chiede il Ppe. L'idea di una coalizione che vada da Calenda e dalla Bonino all'estrema sinistra di Speranza certamente mi preoccupa ma al tempo stesso mi fa sorridere".