Il male, il bene e i proverbi


VITTORIO POLITO -
Nella filosofia moderna, il “male” è inteso come imperfezione, “disvalore”, in opposizione ai sistemi normativi ed assiologici, mentre per “bene” si indica generalmente tutto ciò che agli individui appare desiderabile e tale che possa essere considerato come fine ultimo da raggiungere nella propria esistenza.

Per Georg W. F. Hegel (1770-1831), accademico e poeta tedesco, uno dei massimi filosofi di tutti i tempi, l’uomo, è “cattivo per natura”, mentre il bene è lo scopo ultimo del mondo, in quanto libertà realizzata.

Per Paolo VI “Il bene esiste, il bene lavora, e apre le vie alla fiducia e alla stima per l’umanità che si dirige, anche attraverso le lacrime e le disgrazie, verso la civiltà dell’amore”. Per Leonardo da Vinci “Il male è un’ombra che scompare all’apparire del bene”. Per Lucio Anneo Seneca “Il male non sta nelle cose, ma nell’animo di chi le fa”. William Shakespeare scrive che “Non ho fatto alcun male. Ma ora ricordo che sono in questo mondo terreno, dove fare il male è spesso lodevole, e fare il bene è talvolta considerata pericolosa follia”.

Il bene, inteso come benessere materiale e fisico, si apprezza solo quando è perduto. Il bene è anche un sentimento di affetto verso gli altri o da parte del prossimo.

I proverbi dividono il “male” in tre tipi: il male fisico (malattia, deformità dolore, trami), il male morale (colpa, peccato, malvagità) e la sventura e la disgrazia, eventi che colpiscono una persona come la perdita di una persona cara provocando danni, sofferenza e infelicità.

(Marc Chagall, 'La Creazione')
Al male fisico spesso i proverbi contrappongono nozioni di medicina popolare, con infiniti rimedi empirici, ovvero la magia con ritualità spesso segrete; al male morale contrappongono la filosofia della certa punizione divina o della misteriosa legge del mondo, per cui ogni male fatto si paga, oppure precetti religiosi.

Pe tutti e tre gli inconvenienti i proverbi insegnano la rassegnazione, il rimettersi a una volontà superiore che può dare la serenità nella sofferenza e la consolazione in una prospettiva che supera le categorie umane.

Vediamone qualcuno.

Male che non duole guarire non puole. Il cosiddetto ‘male sordo’ è ritenuto più pericoloso del male che è accompagnato dal dolore.

Il male peggiore è quello che non si sente. Il detto è usato anche metaforicamente in riferimento al male causato dalle calunnie, dalle spie, dai malevoli.

Chi ride del male altrui avrà da piangere del suo. Chi deride gli altri per il male o per la disgrazia da cui sono colpiti, prima o poi la sconterà, perché nessuno può sottrarsi alle malattie e alle sventure.

Male curato fresco guarisce bene e presto. La malattia curata per tempo, bloccata sul nascere, si vince agevolmente, in breve tempo e definitivamente.

Non tutto il male viene per nuocere. A volte il male porta anche qualche vantaggio, ovvero si trasforma in bene.

Il bene che tu sai non è sprecato mai. Si deve essere coscienti che nessuna azione buona va sprecata. Non importa che sia o meno riconosciuta dagli altri, anzi, è meglio che resti ignota.

Dal falso bene viene il vero male. Dal bene simulato, fatto con secondi fini, che si ostenta a nascondere la malvagità, viene il vero male, dal quale non ci si difende.

Più bene fai, più calci prendi. Chi fa il bene si procura del male, non trova che ingratitudine. L’incomprensione e l’invidia spesso sono la risposta più comune a un comportamento altruista e generoso.

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