LIVALCA - Padre Giovanni Distante è un amico che pretende molto da se stesso e dagli altri: se ti ‘propone’ cinque cose e tu riesci a portarne a termine quattro, parlerà sempre di quella, ormai le quattro sono in archivio. Sarà questo il motivo per cui gli altri stanno diminuendo sempre più, non solo per motivi anagrafici, per cui assilla i volontari che, per vecchia amicizia, fanno parte della ‘rosa’, ormai non più nutrita, della sua squadra.
Ora Mario Cavalli, una persona rimpianta da molti ma mai quanto da chi scrive, direbbe “I cavalli che perdono incolpano sempre la sella”, che fuor di metafora significa era proprio necessario ‘farti un amico in più?’. Con l’attuale priore di San Nicola si può celiare serenamente perché i nativi di Francavilla Fontana non sono permalosi, ma orgogliosi-ambiziosi nella giusta misura tanto è vero che per loro può essere ‘rispolverata’ una frase di Hugo: «Essere santi è un’eccezione, essere giusti è la regola».
Padre Distante alcune settimane fa mi ha girato il pdf di un testo di un libro di un suo concittadino, Roberto Pichero, che era ‘sostenuto’ da una lettera della docente del Liceo Scientifico ‘Francesco Ribezzo’ di Francavilla: «Carissimo padre Giovanni, ti ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrai riservare al “Diario di un fisioterapista (in)fortunato” di Roberto Pichero che ti ho inviato, nella speranza che i messaggi da esso veicolati possano essere condivisi da te. Come ti accennavo nel messaggio, mi sono permessa di segnalarti questo libro, perché racconta una storia vera di amore per lo sport, e per il ciclismo in particolare, all’insegna della resilienza. Roberto Pichero, infatti, oltre a svolgere con dedizione e professionalità il mestiere di fisioterapista, lavora anche in un centro di Oria per ragazzi con disabilità . Ricopre, inoltre, l’incarico di Assistente alla docenza del distretto caviglia-ginocchio presso il Dipartimento di Scienza e Pratica in Fisioterapia Muscoloscheletrica dell’Università degli Studi del Molise. Pichero, da sempre ciclista amatoriale, a fine febbraio 2021 in seguito ad un incidente in bici, avvenuto ad un incrocio di Porto Cesareo e costatogli la frattura della clavicola, decide di trascorrere il periodo di stop forzato scrivendo il diario delle sue giornate: testimone del suo recupero fisico e mentale. Il risultato è un libro che si potrebbe definire “terapeutico”…». La lunga missiva continua ancora per molti periodi chiedendo a Distante di contribuire alla visibilità dell’opera. L’attuale priore di San Nicola desumo l’abbia girata ad alcuni amici, Livalca compreso. Ho cercato di ottemperare nei limiti delle mie modeste (Gianni non è d’accordo) al momento conoscenze: questo mi sento di riferire alla valente docente Concetta Aprile che ha firmato la lettera. Vi risparmio quello che penso, da provetto profano, di queste pubblicazioni a pioggia che invadono il creato, ma vi voglio regalare un piccolo stralcio ripreso dagli ultimi 4 periodi estrapolati dalla presentazione che, un editore di ‘frontiera’… il Cavalli sopra citato, scrisse per ‘convincere’ i figli a pubblicare il libro di Pasquale Sorrenti “Pittori, scultori, architetti e artigiani pugliesi dall’antichità ai nostri giorni», Levante Bari, 1990:
«La libreria grandiosa, tipo emporio degli anni ’90, con migliaia di libri che è sempre più difficile inventariare, trova in Sorrenti un acerrimo nemico. Carlo Bo ha scritto recentemente che oggi il libro appena pubblicato, nei casi in cui arrivi in libreria, ci resta al massimo una settimana e poi scompare. Forse Pasquale Sorrenti, pur con i limiti che la sua onestà gli impone di ammettere, ci indica una strada. Meditiamo tutti e non pensiamo al ‘successo’».
Essendo trascorsi 32 anni ci rendiamo conto che è il nostro mondo ad essere cambiato, ‘sconvolto’ da pc, tablet e cellulari, ma non possiamo essere solidali con il Manzoni «Non sempre ciò che viene dopo è progresso» morto a Milano nel 1873, ma possiamo convenire che spetta alla volontà degli uomini servirsi del progresso per migliorarsi la vita senza, però, farsi condizionare dal futile.
Il libro è edito da BOOKABOOK fondato da Emanuela e Tomaso che firmano questa prefazione: «Cara lettrice, caro lettore, il libro che hai tra le mani non è solo un’ottima lettura. È un libro che è stato scelto con cura, due volte. La prima dai nostri editor, che danno un giudizio professionale sulla qualità dell’opera; la seconda dai lettori, su bookabook, che hanno sostenuto il libro pre-ordinandolo dopo aver letto l’anteprima e diventandone, in questo modo, gli editori morali. Bookabook è un nuovo modo di vedere l’editoria e, soprattutto, il rapporto tra scrittore e lettore. I lettori non sono più solo consumatori di un prodotto, ma si rendono parte attiva del processo editoriale…».
Ho letto il libro e il mio voto è 6: valutando che si tratta di opera prima che ha avuto come molla ispiratrice una frase che mi ripeteva sempre l’editore già citato due volte prima “Ogni impedimento sia un giovamento”, potrei dirvi che spesso ho risposto a questa saggia persona “Nemo consilio obligatur”, ma poi mi tornava alla mente la professoressa Buonvino con il suo «Nihil eripit fortuna, nisi quod dedit» (La fortuna non può privarci di più di quello che ci ha dato) e continuavo a leggere manoscritti, ad alcuni aggiungendo da ‘rivedere’ nella certezza che non li avrei mai pubblicati.
Giorni fa ho letto su un settimanale una brillante intervista del giornalista scrittore Stefano Lorenzetto - colui che in epoca pre-pandemia tre anni fa ha pubblicato per Marsilio un libro che sarebbe un peccato non consultare, anche per il titolo tanto accattivante quanto perspicace, in un mondo che apprende male e medita quando è il momento di agire “Chi (non) l’ha detto. Dizionario citazioni sbagliate”- alla collega (nel senso di giornalista-scrittrice) Annalisa Chirico. Inutile negare che conosco per chiara fama la signora Chirico perché nel 2014 pubblicò quel libro ‘scandaloso’ solo nel titolo “Siamo tutti puttane. Contro la dittatura del politicamente corretto”, edito da Marsilio ed in quella occasione appresi che era natia di Cisternino. Il libro, in maniera pragmatica e molto formale, auspica che tutti dovrebbero avere la possibilità di (in)seguire i propri sogni, qualora lo volessero, ricorrendo a tutti i mezzi che richiede il ‘successo’. In verità la mia memoria, logorata da una vita anonima e pur ‘dispendiosa’, annota che la Chirico ha fondato una società che offre abile-ingegnosa-strategica consulenza alle imprese. Chi scrive è fuori tempo massimo, pur rimuginando che, in materia, potrebbe raccontarne di belle. Rammento che, procedendo nella lettura dell’intervista, ho accostato la Chirico a padre Distante e alla coppia Pichero-Aprile perché gli studi della scrittrice, figlia di un ufficiale della mai troppo amata nostra Aeronautica, fino alla maggiore età si sono svolti a Francavilla Fontana. Ragazza studiosa, forse isolata, ma con un genitore di larghe vedute che le ha consentito di proseguire gli studi a Roma, trovandole un alloggio. La suddetta può vantare fra le sue conoscenze Marco Pannella, Paolo Mieli, Giuliano Ferrara, Pierluigi Battista, Giorgio Mulè e tanti altri e non sarebbe male riferire che si è laureata con il massimo dei voti e lode con il filosofo napoletano Sebastiano Maffettone. Mi sono permesso questa divagazione perché vi sono tre risposte della Chirico nell’intervista che condivido e approvo in pieno: non intreccio relazioni con uomini già impegnati, non sopporto la maleducazione e ho sempre imparato dai miei errori.
Padre Giovanni Distante è nato il 28 giugno a Francavilla Fontana, Annalisa Chirico è nata il 27 giugno a Cisternino ma ha frequentato le scuole fino a 18 anni a Francavilla, Roberto Pichero lavora, studia, scrive e va in bicicletta a Francavilla: non sarebbe il caso di farli incontrare in un giorno d’autunno di quest’anno in quella splendida cittadina situata a 140 m s.m. al limite delle Murge, che nel 1994 Alessandro Argentina ha reso immortale con il suo libro “Francavilla Fontana. Ricordi”? L’incontro potrebbe avvenire nel Liceo Ribezzo - non è escluso che possa essere quello frequentato dalla Chirico - e proseguire poi magari nel Palazzo Argentina, la casa-museo che avrebbe tanto da insegnare sulla parola storia-tradizione-successo. Siamo partiti da Carlo Bo nel 1990 e siamo approdati, dopo 32 anni, a parlare di successo. Mi permetto di riportarvi i primi 4 periodi che quell’editore di nome Mario Cavalli scrisse, in quella presentazione di cui sopra vi ho riportato gli ultimi quattro, per ‘spiegare’ il fenomeno ‘successo’:
«Il ‘successo’ - questa parola che identifica un individuo che è riuscito ad imporsi, con ogni mezzo, in un determinato settore - sta contagiando anche il mondo dell’editoria. Secondo logica, almeno la mia, quella forgiatasi in oltre 50 anni di lavoro passati a fare la ‘formica’ che pensa al futuro, il successo si raggiunge dopo tanto tempo ed è la conseguenza dell’impegno profuso senza risparmio. Se un uomo progredisce nel suo lavoro è un individuo di successo, senza bisogno di riconoscimenti esterni. Questo è il motivo che mi ha spinto ad imporre, facendo leva sull’autorità paterna, ai miei figli la pubblicazione del libro di Sorrenti».
Non frequentando la rete non per limiti personali, ma per rifiuto insano e ingiustificabile ho chiesto ad un amico di fornirmi notizie che riguardassero la casa editrice Bookabook. Mi ha riferito che sono portatori di un’originale ed inedita idea detta ‘crowdfunding’: condivisione di un progetto o pensiero concretamente, impegnandosi in prima persona. Se ho ben compreso la sede dell’attività , gestita da una giovane avvocatessa, è la stessa che cantava il “Quartetto Cetra” quando intonava “veniva a piedi da Lodi a Milano”. Lodi, Lodi, Lodi per il non comune spirito di intraprendenza. Per non farci mancare niente perfino ‘Tutti i diritti riservati’ è scritto “All rights reserved”, per cui mi è venuto in mente un aforisma di Francesco Bacone che in realtà è Francis Bacon, nato a Londra nel 1561, che recitava: «Leggere rende l’uomo completo, parlare in pubblico lo rende pronto per qualsiasi evenienza, scrivere lo rende esatto». Mentre stavo riflettendo sul concetto di preciso, giusto, ‘esatto’ mi è tornata alla mente una riflessione di Pascal: «La giustizia senza la forza è impotente, la forza senza la giustizia è tirannia» che mi ha indotto a meditare che dal 1650, periodo in cui Blaise si è espresso, non ritengo siano state rinvenute soluzioni più adeguate, anzi in questi mesi il dilemma genera vittime innocenti.
Sempre gli editori Bookabook (sarebbe gratificante che anche loro partecipassero al raduno ipotetico di Francavilla Fontana… chiaramente arrivando non a ‘piedi’, ma in bicicletta) hanno voluto inserire nel libro di Pichero una massima di Albert Einstein «La vita è come andare in bicicletta. Per mantenersi in equilibrio devi muoverti» che potrebbe far scaturire la facile ‘boutade’ per mantenersi in equilibrio, si dovrebbe essere equilibrati. Ma dal momento che ero in sintonia con mio padre ribadisco che se il mondo è progredito questo accade grazie al sacrificio delle persone anonime che, con il loro impegno quotidiano ed ‘anonimo’, hanno permesso a quelli di successo di avere una platea disposta a plaudire le loro gesta. Sempre un anonimo ci ha lasciato una perla, forse non di saggezza ‘equilibrata’, maturata nel trascorrere della vita: «Qualora perdi l’equilibrio e cadi dalla bicicletta, devi avere il giusto ‘equilibrio’ fisico-mentale per rialzarti e risalire in sella». Ora per non lasciare nessuno con il sospetto che manchi l’ottimismo vi riporto una frase di Alfredo Oriani, l’ideatore del cicloturismo, che va inquadrata e ‘pedalata’ nel modo ‘esatto’: «Una bicicletta può ben valere una biblioteca».