La Chiesa tra curiosità e proverbi


VITTORIO POLITO
– Chiesa, dal greco ekklesia, significa assemblea. Nell’antica Grecia era l’assemblea popolare in cui si discuteva e si deliberava sulle questioni di interesse generale a cui partecipavano, con diritto di parola e di voto, tutti i cittadini nel pieno possesso dei loro diritti e che a loro volta erano chiamati ecclesiasti. La Chiesa nasce come un’assemblea di persone che condividono e vivono uno stesso credo, al di là di formalismi e gerarchie, che rappresenta la parte viva dell’organizzazione religiosa.

La Chiesa cattolica è una società giuridicamente perfetta e autosufficiente. Le sue finalità sono essenzialmente spirituali, ovvero custodire e insegnare le realtà rivelate, condurre gli uomini a seguire le leggi di Dio, perfezionare e rendere più efficienti le strutture della Chiesa, gerarchicamente intese. La Chiesa non ha fini politici, economici o sociali, propri della comunità civile.

La Chiesa, altro non è che la comunità dei fedeli cristiani, sia in senso mistico, sia come società organizzata. Per chiesa si intende anche l’edificio dedicato al culto cristiano e alle funzioni religiose. La Chiesa per antonomasia è quella cattolica ma vi sono anche altre confessioni come quella ortodossa, protestante, anglicana, luterana, calvinista, ecc. Secondo Paolo VI «La chiesa non è un cimitero, non è un museo; è un giardino dove ogni pianta ha sempre nuova primavera». D’altro canto la Chiesa, nonostante molti la perseguitano, è viva e vegeta da oltre 20 secoli.

La Chiesa, come organizzazione ecclesiastica, spesso è vista con occhio critico per via della fastosità che ostenta e che spesso la allontana dai fedeli. Anche i molti scandali che sono venuti alla luce in questi ultimi anni, e che hanno visto protagonisti prelati e sacerdoti, hanno gettato molte ombre sulla comunità cristiana. Ma queste sono altre storie.

Vediamo che dice la saggezza popolare.

Chiesa grande, devozione poca. L’apparato è imponente e i fedeli si allontanano. Le grandi organizzazioni sono spesso fastose, perdendo di vista il vero scopo per il quale sono nate, divenendo oggetto di altri interessi.

Chi sta accanto alla chiesa, arriva tardi alla messa. La vicinanza dà un senso ingannevole di facilità, che porta a trascurare quanto è a portata di mano.

In chiesa non si va solo a pregare. Molti vanno per infinite ragioni: per farsi vedere, per incontrare conoscenti, per ostentare ipocritamente devozione.

Chi serve la chiesa, vive della chiesa. Chi è addetto al culto, vive di ciò che gli viene dal culto. Giustificazione, o riprovazione, degli uomini di chiesa che traggono guadagno dalla loro opera.

Le vecchie chiese hanno buone campane. Le persone anziane danno buoni consigli. È vero anche il senso letterale del proverbio perché è antichissima l’arte dei campanari, i quali sapevano intonare bene il concerto delle varie campane, e un tempo la lega del bronzo era arricchita con molto argento.


Curiosità


Ogni anno nella Cattedrale di Bari, il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate, si assiste ad un eccezionale evento: il sole che bacia la terra. Intorno alle 17 i raggi del sole provenienti dal rosone centrale con i suoi 18 petali o raggi, posizionato sulla facciata principale, vanno a combaciarsi esattamente sul corrispondente rosone in marmo delle stesse dimensioni, collocato sul pavimento della navata. L’effetto avviene solo una volta l’anno e soltanto in questo giorno.

L’eccezionale avvenimento è dovuto al movimento della Terra intorno al sole ed al fatto che il grande tempio sacro è stato costruito con l’abside rivolta verso l’Oriente. Secondo la tradizione, i primi cristiani pregavano indirizzandosi verso il punto in cui sorge il sole. Nel medioevo, infatti, l’uomo ha avuto uno stretto rapporto con la luce.

La Cattedrale di Bari, definita da Mons. Francesco Cacucci “lo scrigno della fede”, è una delle grandi opere romaniche sorte dopo l’anno mille. Essa rappresentava il simbolo della città medievale, l’edificio più importante dove si svolgevano cerimonie religiose, ma anche manifestazioni civili e politiche. Un monumento che grazie alla fede dei nostri padri ha saputo custodire e testimoniare per secoli la sua bellezza artistica. La pienezza della co-incidenza è, infatti, il punto centrale del momento artistico che partendo dal mito della caverna di Platone, dove l’uomo credeva realtà le ombre, avendo il sole alle spalle, si passa all’incontro con la luce ed al suo dialogo con l’uomo che, attraverso questa relazione, impara a conoscerla ed a conoscersi.

Sapete cosa si faceva nell’antica Bari nei secoli scorsi? I Capitoli di San Nicola, della Cattedrale e dei maggiori luoghi di culto, data l’importanza delle loro chiese, in occasione di eventi importanti dell’anno liturgico, invitavano famosi predicatori per intrattenere i fedeli sui più svariati temi, facendo grandi sforzi per accaparrarsi i migliori oratori. Ma per fare ciò era necessario contribuire con oboli ed elemosine per offrire l’ospitalità ai predicatori durante la loro permanenza, addirittura si pagava un canone alle chiese per riservarsi i posti migliori. Quest’ultima abitudine era delle più frequenti al punto che i banchi familiari per l’ascolto delle prediche erano oggetto di compravendita o di lasciti testamentari.

Nel verbale della riunione del Capitolo di San Nicola del 22 gennaio 1636, nella imminenza della Quaresima, l’Abate Coco fece presente la necessità di invitare per le prediche un frate cappuccino e come provvedere alla sua sistemazione. Si pensò, quindi, di rivolgersi a tale Marco Visconte, proprietario di un palazzo nei pressi della Basilica, mentre per il vitto ed altro fu messa a disposizione del procuratore dei Cappuccini una somma di 25 ducati che avrebbe elargito per le esigenze del predicatore, prelevandola da qualsiasi entrata disponibile.

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