“L’Italia ha ancora bisogno di Draghi”

(Alessia Pierdomenico/Shutterstock)
ROMA - Prende posizione il Financial times attraverso un editoriale e sostiene la permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi “con una crisi del costo della vita, la guerra in Ucraina e il pacchetto “anti-frammentazione” in preparazione da parte della Banca centrale europea, è il momento peggiore per la confusione. Questa settimana sarà cruciale, e non solo per l’Italia” scrive il quotidiano finanziario, che sostiene il presidente del Consiglio dai tempi in cui era alla Bce. “La migliore speranza è che Draghi continui a essere presidente del Consiglio il più a lungo possibile”.

Nonostante i rischi “sarebbe molto meglio concedergli il tempo di portare avanti le misure fondamentali nei prossimi mesi. La priorità è approvare il prossimo bilancio e portare avanti le riforme necessarie per sbloccare la prossima tranche del fondo NextGeneration Eu” scrive il Ft.

Secondo il noto quotidiano finanziario britannico il divario tra gli i rendimenti italiani e tedeschi è salito con la crisi politica. “Gli elevati costi finanziari per l’Italia, che deve rinnovare oltre 200 miliardi di euro di debito entro la fine dell’anno, sono particolarmente problematici dato il previsto aumento del tasso della BCE giovedì. La banca centrale rivelerà anche come intende affrontare la frammentazione dei rendimenti tra paesi fortemente indebitati come l’Italia e i loro vicini settentrionali. Qualunque sia il suo progetto definitivo, lo strumento richiederà un minimo di stabilità politica. L’Italia sotto Draghi è stata un fedele alleato dell’Ucraina…".

Un vuoto politico a Roma sarebbe l’ennesima distrazione per l’occidente: il Regno Unito è impegnato nella scelta di un nuovo primo ministro mentre il francese Emmanuel Macron è senza maggioranza parlamentare. La guerra ha gettato una lunga ombra sulla politica italiana, non solo perché ha fatto salire i prezzi dell’energia e dei generi alimentari, ma anche per i legami di lunga data con Mosca. Il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte ha apertamente messo in dubbio la saggezza di inviare armi all’Ucraina, provocando una scissione nel suo partito”.

“Che così tanto sia sulle spalle di Draghi, un tecnocrate non eletto, è un atto d’accusa alla classe politica italiana. Sapendo che la premiership di Draghi ha una data di scadenza, non è riuscita a convincere i mercati che può trovare una strada plausibile per continuare le sue riforme di cui l’Italia ha un disperato bisogno. Invece, con l’avvicinarsi delle elezioni, le lotte intestine sono aumentate”.