Mattarella a Ravenna: ricordiamo il buio del fascismo

via Quirinale
RAVENNA - “Indebolire l’istanza di partecipazione democratica che si affacciava in modo sempre più vigoroso”. E’ il presidente della repubblica Sergio Mattarella, a Ravenna, che ricorda il clima che si respirava in Italia cent’anni fa. , per l’anniversario dell’assalto squadrista alla sede della Federazione delle Cooperative ad opera delle squadre guidate da Italo Balbo, invita a trarre insegnamento anche da una delle pagine più buie della storia del paese: “E’ la coscienza di essere parte di una storia che continua, consapevoli anche dei momenti più oscuri e indegni vissuti e del loro superamento. La democrazia nasce da questa diffusa coscienza della responsabilità di ciascuno nella difesa delle comuni libertà”. Quella di cent’anni fa “è stata una conquista di popolo”, che deve essere rivissuta anche oggi: “A noi tocca rigenerarla ogni giorno, chiamando i più giovani a esserne protagonisti”.

Il presidente della Repubblica, nel corso della cerimonia organizzata al teatro Dante Alighieri, è tornato sui fatti del settembre 1921 quando il fascismo provinciale emiliano-romagnolo organizzò una grande prova di forza, in occasione del sesto centenario della morte di Dante Alighieri.

“L’assalto alla sede della Federazione delle cooperative di Ravenna – ha spiegato Mattarella – si inseriva nelle scorrerie delle carovane che percorrevano la pianura padana e, dalle campagne e dai centri minori, puntavano alla conquista delle città e all’abbattimento delle amministrazioni locali liberamente elette dai cittadini”. L’attacco intendeva colpire il cuore del movimento di riscatto popolare del territorio, che era giunto a organizzare oltre 15 mila braccianti agricoli. “Con esso si intendeva indebolire l’istanza di partecipazione democratica che si affacciava in modo sempre più vigoroso”.


“La solidarietà, la centralità della persona, la crescita del lavoro come misura di dignità per ogni donna e ogni uomo, valori che ne sono alla base – ha ricordato il capo dello Stato – alimentano la democrazia e hanno trovato nella Costituzione riconoscimento esplicito. E’ un’esigenza che va sempre avvertita, anche nelle condizioni inedite di un tempo che registra cambiamenti così veloci”.

“La storia – ha sottolineato Mattarella – è parte di noi. Di ciascuno di noi come persona, di noi come comunità. E’ alle fondamenta della nostra cultura, dei nostri ordinamenti, dei valori in cui ci riconosciamo e che costituiscono l’asse portante della società contemporanea. La libertà di cui godiamo, la democrazia che è stata costruita, l’uguaglianza e la giustizia che la Costituzione ci prescrive di ricercare sono figlie di una storia sofferta e di generazioni che le hanno conquistate con dolore, sacrificio, impegno, consegnandole alla nostra cura affinché possiamo a nostra volta trasmetterne il testimone”.

E’ una lezione, quella di allora, “di coraggio, di fiducia”. E’, secondo il presidente, “la coscienza di essere parte di una storia che continua, consapevoli anche dei momenti più oscuri e indegni vissuti e del loro superamento”. Infatti “la democrazia nasce da questa diffusa coscienza della responsabilità di ciascuno nella difesa delle comuni libertà. E’ stata, è, una conquista di popolo. A noi tocca rigenerarla ogni giorno, chiamando i più giovani a esserne protagonisti”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto