Papa Francesco in Canada: “indignazione e vergogna per male cattolici”
ROMA - "Cari amici, siamo qui con la volontà di percorrere insieme un tragitto di guarigione e di riconciliazione che, con l’aiuto del Creatore, ci aiuti a fare luce sull’accaduto e a superare quel passato oscuro”. Lo ha detto Papa Francesco rivolgendosi ai giovani e agli anziani nel piazzale della della “Nakasuk Elementary School” a Iqaluit, dopo aver incontrato in privato alcuni alunni delle ex scuole residenziali.
Il Pontefice ha ringraziato gli ex-alunni delle scuole residenziali “per quanto avete avuto il coraggio di dire, condividendo grandi sofferenze. Ciò ha ridestato in me l’indignazione e la vergogna che mi accompagnano da mesi. Anche oggi, anche qui, vorrei dirvi che sono molto addolorato e desidero chiedere perdono per il male commesso da non pochi cattolici che hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale e di affrancamento in quel sistema educativo distorto”.
Francesco ha ricordato “la testimonianza di un anziano, il quale descriveva la bellezza del clima che regnava nelle famiglie indigene prima dell’avvento del sistema delle scuole residenziali. Paragonava quella stagione, in cui nonni, genitori e figli stavano armoniosamente insieme, alla primavera, quando gli uccellini cantano felici attorno alla mamma. Ma all’improvviso, diceva, il canto si è fermato: le famiglie sono state disgregate, i piccoli portati via, lontani dal loro ambiente; su tutto è calato l’inverno. Tali parole, mentre provocano dolore, suscitano anche scandalo”. “Quanto male – ha aggiunto – nello spezzare i legami tra genitori e figli, nel ferire gli affetti più cari, nel danneggiare e scandalizzare i piccoli!”.
Il Pontefice ha ringraziato gli ex-alunni delle scuole residenziali “per quanto avete avuto il coraggio di dire, condividendo grandi sofferenze. Ciò ha ridestato in me l’indignazione e la vergogna che mi accompagnano da mesi. Anche oggi, anche qui, vorrei dirvi che sono molto addolorato e desidero chiedere perdono per il male commesso da non pochi cattolici che hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale e di affrancamento in quel sistema educativo distorto”.
Francesco ha ricordato “la testimonianza di un anziano, il quale descriveva la bellezza del clima che regnava nelle famiglie indigene prima dell’avvento del sistema delle scuole residenziali. Paragonava quella stagione, in cui nonni, genitori e figli stavano armoniosamente insieme, alla primavera, quando gli uccellini cantano felici attorno alla mamma. Ma all’improvviso, diceva, il canto si è fermato: le famiglie sono state disgregate, i piccoli portati via, lontani dal loro ambiente; su tutto è calato l’inverno. Tali parole, mentre provocano dolore, suscitano anche scandalo”. “Quanto male – ha aggiunto – nello spezzare i legami tra genitori e figli, nel ferire gli affetti più cari, nel danneggiare e scandalizzare i piccoli!”.