MICHELE MININNI - La poetessa Grazia Stella Elia, dopo la lettura del libro La freccia del Sud – Pietro Mennea a settant’anni dalla nascita (a cura di Domenico Castellaneta) offerto da La Repubblica il 28 giugno u. s., ci presenta una breve riflessione e fa sue alcune considerazioni sul vero significato del libro dedicato ad un grande campione mondiale e pugliese come Pietro Mennea.
“Questo libro propone, commenta Grazie Stella Elia-in prima di copertina e spesso anche all’interno, un Pietro Mennea intento, con la mente e con il corpo, a ‘spaccare’ il vento e a vincerlo. Tangibile esempio di volitivo impegno per raggiungere un obiettivo. Il pensiero va subito all’utilità della parola scritta, alla validità del cartaceo, all’importanza dei libri come la stampa li ha da secoli realizzati.Un libro che dice la verità storica di eventi ed avvenimenti è e rimane un documento prezioso, al quale ricorrere o far riferimento ove il caso lo richieda".
"Qui il lettore trova un florilegio di articoli e interviste che danno luce, una volta di più, alla ‘gigantesca’ figura di Pietro Mennea. Ne viene fuori un profilo sportivo ed umano da leggenda: una leggenda immersa in una semplice, modesta realtà di un Sud che è il nostro Sud, un Sud povero, ma ricco di talento, caparbio e duro come la pietra dei suoi castelli. Un Sud che non si piange addosso, ma s’ingegna e fatica. Un esile Mennea che arriva ad essere il “gigante della corsa” non solo nello sport, ma anche nella vita. Tutta la sua storia è straordinaria e pedagogica. E’ la storia di un essere umano che diventa un supereroe, la storia di un atleta che addomestica mente e fisico, imponendosi etica e disciplina".
"I giovani hanno tanto bisogno di esempi da guardare, ammirare e magari emulare. Lo sport sano fa bene: irrobustisce il corpo e l’anima, tempra la mente e le membra, forma, fa crescere e conferisce sicurezza. Incanalare le giovani generazioni nei circuiti sportivi vuol dire farle entrare in un mondo di sacrifici e di gratificazioni esattamente agli antipodi con il mondo delle droghe, dell’alcol e del bullismo. Dunque apertura allo sport, sempre! Genitori e docenti indichino la gamma degli indirizzi sportivi più confacenti ai ragazzi, affinché impegnino le loro esuberanti energie in attività arricchenti ed appaganti.”