BARI - Nel giorno del XXI anniversario dell’omicidio, questo pomeriggio il sindaco Antonio Decaro ha deposto una corona d’alloro in largo Amendoni, a Bari vecchia, per ricordare il giovane Michele Fazio, vittima innocente di mafia, ucciso mentre faceva ritorno a casa.
Alla cerimonia, che si è svolta alla presenza dei genitori di Michele, Lella e Pinuccio, hanno partecipato anche i rappresentanti delle autorità civili e militari e delle associazioni che compongono il presidio di Libera Bari.
“Quella odierna è molto più di una commemorazione o un rito - ha dichiarato il sindaco Decaro -. Per noi tutti è un appuntamento con la storia stessa di questa città, la nostra storia, che da allora ha intrapreso un percorso diverso, nuovo, collettivo. Ricordare Michele non è solo un modo per alleviare la sofferenza della famiglia Fazio o per cercare di curare una ferita inferta all’intera città, ma rappresenta soprattutto il nostro desiderio di ribadire cosa siamo diventati e, in particolare, cosa non vogliamo più essere.
Sono trascorsi 21 anni da quell’episodio drammatico che ha sconvolto le vite di una comunità, che forse all’epoca era quasi sopita, troppo intimorita dai clan e dai loro traffici. A pagare con la vita fu Michele, che quel giorno aveva soltanto una colpa, quella di voler tornare a casa dalla sua famiglia. Una storia terribile, inaccettabile.
Ma da quel giorno la tragedia di Michele Fazio è diventata la nostra storia, quella di una città più consapevole, unita e decisa ad alzare una volta per tutte la testa e a non girarsi più dall’altra parte".
"Da allora - ha aggiunto Decaro - ne abbiamo fatta di strada insieme, certamente grazie alla tenacia e alla forza di Pinuccio e Lella che da allora non si stancano mai di raccontare ai ragazzi cosa è accaduto alla loro famiglia e cosa potrebbe accadere ai nostri giovani che scelgono le vie facili e brevi della malavita. A loro va il nostro ringraziamento: sappiamo bene che parlare di quel giorno non è facile perché significa ogni volta rivivere quel dolore. Grazie a loro, che hanno scelto di restare e di continuare a raccontare quella tragedia e quel dolore, questa città è molto diversa da quella in cui purtroppo ha vissuto ed è morto Michele.
Finalmente i ragazzi e i bambini di Bari vecchia ora possono muoversi, correre e giocare liberamente. La città vecchia è un crocevia di turisti che passeggiano e i locali serali sono animati dai giovani. Possiamo dire che qualcosa è cambiato e sta cambiando, anche se il percorso è ancora lungo. Per questo voglio ringraziare Pinuccio, Lella, Libera e tutte le altre associazioni impegnate sulla legalità, le scuole, le parrocchie, le Forze dell’ordine e tutti quelli che, ognuno nel suo piccolo, stanno contribuendo a fare di Bari una città che si ribella alle mafie e alla criminalità organizzata.
La storia di Michele ha segnato l’inizio di questo cambiamento, generando uno scatto d’orgoglio vero, autentico. Noi ora siamo responsabili di trasformare questo scatto in una maratona. Lo dobbiamo a lui, alle tante vittime innocenti di mafia, come Gaetano Marchitelli e Giuseppe Mizzi, e a tutti coloro che rischiano di fare una scelta sbagliata”.
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