NICOLA ZUCCARO - Il 23 agosto 1962 migliaia di edili della provincia di Bari erano entrati in sciopero. Chiedevano l'applicazione di alcune norme contrattuali firmate l'anno precedente, una riduzione di 3 ore di lavoro settimanale ed un aumento del minimo sindacale fermo a 4 anni addietro nonostante l'aumento del costo della vita e dei ritmi lavorativi dettati dall'espansione del mercato immobiliare.
Gli imprenditori del settore edile, forse per tutelare i loro superprofitti, non solo ignorarono la richiesta di un incontro sindacale ma rifiutarono anche ogni trattativa. A seguito di questo muro contro muro, venerdì 23 agosto gli operai edili organizzarono una protesta sotto la sede dell'Associazione degli Industriali in Corso Vittorio Emanuele e il 24, perdurando il silenzio arrogante degli industriali, esplose la rabbia operaia.
Lo scontro è violentissimo tra dimostranti e forze dell'ordine. I dirigenti della Polizia, sapendo che quella rabbia sarebbe esplosa di fronte al NO padronale, si erano preparati con camionette e idranti per sedare la rivolta. Caroselli polizieschi e scontri tra l'una e l'altra parte proseguirono fino a domenica 25 agosto presso il centralissimo Corso Vittorio Emanuele trasformato in un campo di battaglia.
Nelle due giornate di scontri risalenti a 60 anni fa, attraverso il bilancio di 100 feriti (quasi tutti dimostranti) e di oltre 200 arresti, mentre era in corso la sua trasformazione urbanistica e il suo sviluppo edilizio, Bari conobbe anche la guerriglia urbana.
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