ROMA - Il maltempo con bombe d’acqua, nubifragi, grandinate e precipitazioni violente si è abbattuto a macchia di leopardo su città e campagne distruggendo interi raccolti, di frutta e verdura, vigneti, oliveti ma anche le serre. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti mentre l’allerta gialla della protezione civile si estende a 10 regioni del centro Sud.
Campi allagati, raccolti devastati ma anche frane e smottamenti sono gli effetti del maltempo rilevati nelle campagne dal monitoraggio della Coldiretti con la grandine che è stata l’evento climatico più grave per i danni irreversibili che ha provocato ai raccolti, visto che in una manciata di minuti è in grado di distruggere il lavoro di un anno intero.
Il maltempo si abbatte su terreni secchi perla siccità che – evidenzia la Coldiretti – non riescono ad assorbire l’acqua che causa frane e smottamenti in una situazione in cui con oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 91,3% del totale) che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico secondo dati Ispra.
Siamo di fronte – continua la Coldiretti – a un impatto devastante con danni all’agricoltura che per il maltempo e la siccità superano i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale. I cambiamenti climatici provocano danni perché colpiscono un territorio reso più fragile – sottolinea Coldiretti – dalla cementificazione e dall’abbandono.
Nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni: con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra.
Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre ridurre il consumo di suolo e organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo sono necessari – conclude Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve.