BARI - “Sul reclutamento del personale medico in Puglia non servono colpi di teatro, ma una seria strategia, attraverso rapide e regolari procedure. Non sono certamente i sindacati, come pure sostiene qualcuno che quelle regole dovrebbe conoscerle, a dover trovare cento medici disponibili da fare assumere immediatamente. Siamo, mi auguro, a livello di boutade o di provocazione. Che mancassero 200 medici per il 118 e 2000 negli ospedali pubblici della regione lo si sapeva da mesi e mesi. Le organizzazioni sindacali lo avevano denunciato, io avevo invocato su un tema che riguarda la salute dei pugliesi l’intervento straordinario dello stesso presidente Emiliano. Invece, sento dire che tutti i problemi derivano dal numero chiuso alla Facoltà di Medicina, scaricando così la responsabilità sui governi nazionali. Forse, invece, qualcuno si dovrebbe chiedere perché il 75% del personale attualmente contrattualizzato nelle strutture pubbliche del settore sanitario in Puglia esprime il desiderio di abbandonare un lavoro che si sceglie quasi sempre per vocazione. Se i 3/4 sono insoddisfatti, vuol dire che esercitare la professione nel pubblico non ha più grande appeal sui giovani medici. Non solo per un’organizzazione che ha quasi sempre grandi carenze, ma anche perché evidentemente il rapporto tra costi e benefici è decisamente passivo. Lavorare in un ospedale pugliese in questi giorni è un atto di eroismo. Chiedere a queste donne e a questi uomini di non fare neppure le ferie per recuperare la fatica di turni spesso massacranti, non sarebbe degno di un Paese civile. Così come non lo è fare del cabaret politico su fatti così gravi”. Lo dichiara Davide Bellomo, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Puglia