Tornano dopo due anni i festeggiamenti per la Madonna del Pozzo di Capurso


VITTORIO POLITO
- Torna, dopo due anni, la Festa della Madonna del Pozzo di Capurso con tantissimi appuntamenti da non perdere e da vivere insieme: dalla processione della Sacra Immagine della Madonna, alla processione del Carro Trionfale e ai fuochi pirotecnici, alle Sante Messe all’alba, ai concerti bandistici, agli sbandieratori e, infine al concerto del noto gruppo musicale Terraross, suonatori e menestrelli della Bassa Murgia.

Oggi la Basilica e retta dai Frati Minori e le celebrazioni liturgiche religiose sono organizzate dagli stessi frati, mentre la festa esterna alla Basilica è programmata dal parroco territoriale della Chiesa.

Come è noto, un Decreto del 12 febbraio 1954 di Papa Pio XII, attestava la elezione della Madonna a Patrona di Capurso e confermava l’elezione della Beata Vergine Maria con il titolo di “Vergine del Pozzo” e “Primaria Patrona celeste della città di Capurso con tutti i privilegi liturgici annessi”. Ma quel che più è da mettere in evidenza non è solo il fatto che sia Patrona di Capurso, ma che questa casa di Maria, questo Pozzo, questa città accolga ancora oggi tanti devoti, in cerca di Maria per andare incontro a Cristo da ogni luogo.

Ed ora qualche notizia sulla storia della Madonna del Pozzo, ripresa dal sito web “Santi e Beati”. Nell’estate del 1705 a Capurso, un sacerdote, certo don Domenico Tanzella, versava in gravissime condizioni di salute, avendo i medici diagnosticato un male inguaribile. Una notte imprecisata di quell’anno, la Madonna apparve all’agonizzante sacerdote, promettendogli il recupero «della salute primiera» qualora avesse bevuto l’acqua del pozzo detto di “Santa Maria”, sito in località Piscino, ad un mezzo miglio dall’abitato e fatto voto di erigere una Chiesa, a lei dedicata, con annesso convento dei frati francescani. Il Tanzella, all’indomani, con grande fatica, confidando nelle parole della Vergine, si portò al pozzo dove bevve l’acqua, riacquistando, miracolosamente ed istantaneamente, la piena salute.

L’ultima domenica di agosto di quell’anno, 30 agosto 1705, egli, al fine di meglio adempiere al voto, accompagnato da suo fratello, Lorenzo e da due amici, Michelangelo Portincasa e dal pittore locale Giovanni Battista Converso, si recò a visitare il pozzo di “Santa Maria”, al fine di rendersi meglio conto del miracolo.

Il pio sacerdote ed i suoi amici caddero in ginocchio e contemplarono a lungo la venerata immagine, rischiarata dalla tremolante luce delle candele che continuavano ad ardere nell’acqua. Quando il Tanzella ebbe terminato di pregare, decise di far staccare la delicatissima immagine dal muro, onde poterla esporre alla pubblica venerazione dei fedeli. Ed ecco verificarsi un nuovo prodigio: l’immagine della Vergine col Bambino, staccandosi miracolosamente dalla parete del pozzo, prima galleggiò sull’acqua e pochi istanti dopo andò a consegnarsi nelle braccia del sacerdote. Questi, commosso, si affrettò a risalire con la preziosa icona tra le braccia, depositandola provvisoriamente nella sagrestia della chiesa che stava costruendo a sue spese.

Tra i primi miracolati si ricorda una certa Caterina, moglie di Oronzo Maffiola, da lungo tempo impossibilitata a camminare, tanto che era conosciuta con il soprannome di “Caterina la storpia”. Appresa la notizia della prodigiosa guarigione del sacerdote e del rinvenimento miracoloso dell’Icona, si recò con fede nella piccola sacrestia dove era esposta l’immagine della Madonna per implorare la grazia della guarigione. Improvvisamente avvertì una nuova vigoria nelle gambe, si poté alzare in piedi, muovendo i primi passi e trovandosi totalmente guarita.

Il pittore G. B. Converso era impegnato in quel periodo ad affrescare l’allora cappella inaugurata dal pio sacerdote, dove si custodiva l’immagine della Madonna del Pozzo. Fu allora che il pittore - come racconta M. Mariella nel suo libro “Il santuario di Capurso” - “spinto da necessità o ingordigia di ricchezze decise di rubare i tre donativi che la Madonna aveva ricevuti alcuni giorni prima”. Si trattava di doni in oro che i miracolati avevano offerto alla Vergine in segno di devozione. Mariella continua: “Non appena il pittore ebbe rubato i monili, il cielo si oscurò e il giorno si mutò repentinamente in notte fonda”. Il Converso fu il primo sospettato del furto e fu, dunque, imprigionato. Solo successivamente confessò il reato riconsegnando l’oro. “Ed ecco il prodigio! … il cielo si rasserenò, i fulmini si dispersero e i tuoni cessarono come per incanto”.

Il 5 novembre 1737 gli Alcantarini (Frati minori scalzi), col beneplacito dell’Arcivescovo di Bari, Mons. Gaeta II, fecero il loro ingresso in Capurso e furono immessi dal Vicario Generale nel pieno, pacifico e definitivo possesso della cappella e dei beni ad essa connessi. Subito dopo si solennizzò la posa della prima pietra del convento, su progetto dell’architetto G. Sforza di Bari. Gli interessati avevano in animo di costruire chiesa e convento sul pozzo del miracoloso rinvenimento, ma, non avendo ottenuto il terreno appartenente al Capitolo di Capurso, ripiegarono sul fondo offerto da Lorenzo Tanzella, sempre sulla via di Noicattaro, ma più vicino al paese. Nel febbraio 1739 già funzionava una comunità francescana con sette religiosi, dediti al servizio della cappella di S. Maria del Pozzo. La fabbrica del Convento fu completata nell’ottobre 1746. Tutto il prospetto risulta ben armonizzato con la facciata della Basilica, essendo stato arricchito di un colonnato superiore, su disegno dell’arch. Angelo Pesce di Casamassima (1847-48). In un ampio vano del piano terra (il vasto refettorio dei religiosi) fu allestita una chiesetta provvisoria, che ospitò la prodigiosa immagine della Madonna del Pozzo dal 24 agosto 1748 al 27 agosto 1778.

Il Papa Pio VII con due Rescritti del 1809 arricchì la Chiesa di S. Maria del Pozzo di indulgenze plenarie e parziali. Gregorio XIV, oltre alle indulgenze, dichiarava l’Altare maggiore “privilegiato quotidiano perpetuo”.

Il culmine della devozione alla Vergine del Pozzo si ebbe allorché, da Gaeta, con un motu proprio del 18 maggio 1849, il Beato Pio IX approvava l’Ufficio e la Messa speciale di Maria SS. del Pozzo. Non solo, ma acconsentì all’incoronazione in oro della miracolosa immagine trovata nel pozzo e designò per la cerimonia il card. Mario Mattei, arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana. Il prelato, giunto a Capurso, dopo un triduo di preparazione, il 20 maggio 1852, depose sul capo della Vergine e del Bambino le corone d’oro. Quando ripartì per Roma, donò al Santuario il magnifico calice dorato che ancora oggi si conserva tra gli oggetti preziosi. Infine lo stesso card. Mattei volle che la copia ad olio di Maria SS. del Pozzo, destinata al Capitolo Vaticano, fosse collocata non nella sagrestia, ma sull’altare principale della Cappella privata del Palazzo Arcipretale: fatto unico, nella storia delle immagini incoronate in oro.

Il 13 giugno dello stesso anno la Vergine del Pozzo fu solennemente proclamata “Primaria patrona celeste di Capurso”, elezione che fu approvata e confermata con rescritto pontificio del 23 dicembre 1852. Con Breve papale dell’anno successivo, il Beato Pio IX elevò il Santuario all’onore di Basilica Minore e l’aggregò con tutti i privilegi, indulti ed indulgenze alla Patriarcale Arcibasilica Lateranense. Nel 1853 fu proclamata Reale Basilica dal Re Ferdinando II di Borbone.

Ancora oggi la Vergine del Pozzo attira al suo Santuario schiere innumerevoli di devoti, specialmente nell’ultima domenica di agosto di ogni anno, festa solenne della Madonna. Numerosissimi sono anche i miracoli e le grazie ottenute per intercessione di Maria, soprattutto a favore dei bambini, come testimoniano i numerosi ex voto presenti nel Santuario.